Comunicati Ufficio Affari Esteri

Il consiglio comunale di Roma legge la storia "all'italiana"

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Onestà intellettuale e culturale esigono che, prima di accusare unilateralmente gli jugoslavi degli eccidi contro le popolazione istro-venete, si esamini il vergognoso comportamento dei fascisti italiani durante l’occupazione di parte dei territori di Slovenia e Croazia tra le due guerre mondiali.

E’ di questi giorni la notizia secondo la quale il consiglio comunale di Roma ha approvato il finanziamento di un progetto finalizzato a viaggi studio per conoscere le vicende legate agli eccidi perpetrati nelle foibe del Carso.
In perfetta sintonia con il vezzo italiano di occultare sistematicamente la genuina verità storica e non vedere gli scheletri nel proprio armadio, tale decisione conferma la strategia italiana di piegare i fatti storici a tendenziose letture.
Giova ricordare che già nel febbraio del 2007, in occasione della giornata del ricordo, il presidente della repubblica italiana aveva dichiarato che è giunto il momento di assumersi “la responsabilità dell’aver negato, o teso a ignorare, la verità per pregiudiziali ideologiche o cecità politica, e dell’averla rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali”.
Onestà intellettuale e culturale esigono che, prima di accusare unilateralmente gli jugoslavi degli eccidi contro le popolazione istro-venete, si esamini il vergognoso comportamento dei fascisti italiani durante l’occupazione di parte dei territori di Slovenia e Croazia tra le due guerre mondiali.
Quella nefasta presenza fu caratterizzata da deportazioni, uccisioni e costante impegno a cancellare ogni traccia dell’identità culturale slovena e croata.
Senza dimenticare, inoltre, le centinaia di internati, dei quali molti furono eliminati, nei campi di concentramento italiani di Gonars e Treviso.
Ai più distratti ricordiamo pure che lo stato italiano, nonostante le richieste ufficiali in tal senso, non ha mai consegnato alle Nazioni Unite i criminali di guerra.
Forse i membri del consiglio comunale capitolino avrebbero dovuto ricordare il monito del presidente della repubblica prima di adottare tale deliberazione.
A modo suo l’intera vicenda conferma, ancora una volta, due caratteristiche italiane: l’uso fazioso e strumentale della storia per mascherare i propri orrori nonché la clamorosa disomogeneità di vedute tra istituzioni della repubblica.
Venezia, 12 gennaio ‘08
Il sottosegretario agli affari esteri
Andrea Bonesso