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Gli ebrei, il ghetto, Venezia

Riflessioni di Germano Battilana sulla presenza degli ebrei a Venezia durante la Serenissima.

Domenica 2 aprile 2000, a Venezia, c’è stata la presentazione di un documentario svizzero sul ghetto della città.
Questo documentario non si è limitato alla storia del ghetto (dal 1500 alla fine del 1700), ma ha voluto ripercorrere tutta la storia della comunità ebraica a Venezia, dal suo insediamento ai giorni nostri, senza creare una netta distinzione tra il periodo della Veneta Serenissima Repubblica e quello successivo delle occupazioni straniere. Con la caduta della Repubblica, le politiche applicate nelle nostre città sono state quelle foreste, importate ed imposte. Il fascismo, in particolare, non avrebbe mai potuto né sorgere né svilupparsi nella società veneta che persegue una cultura e dei valori improntati alla tolleranza e al rispetto umano. I Veneti sono dunque gli eredi del Doge e non del Duce Benito Mussolini.
Il rispetto che abbiamo per la comunità ebraica e per la tragedia che ha subito, non può impedirci di ricordare una sua grave responsabilità: quella di aver collaborato con Napoleone per la caduta della Serenissima con tutte le conseguenze negative che ne sono derivate per il Popolo Veneto.
La perdita della nostra indipendenza ha fatto cadere in Europa un baluardo di sicurezza e di protezione per gli Ebrei stessi. Ricordiamo che il termine “ghetto” ad esempio, nulla aveva di discriminante, indicando il luogo dove anticamente si fondevano cannoni (getto di fusione, diventato ghetto, con pronuncia tedesca, perché i primi ebrei ivi ospitati, erano dei rifugiati dai paesi germanici).
I rapporti interni allo Stato Veneto dovevano necessariamente evolvere al passo con i tempi, non soltanto verso la comunità ebraica che – dobbiamo precisare – non era l’unica “discriminata”. Tutto ciò sarebbe dovuto avvenire naturalmente, in una dialettica interna alla società veneta e senza interferenze straniere.
In questi ultimi 200 anni gli Ebrei hanno continuato a coltivare la loro storia e a difendere la loro identità. Storia e identità che a noi Veneti, dopo la caduta della Serenissima si è tentato di negare. Il risveglio della coscienza nazionale Veneta c’induce a distinguere meglio le responsabilità storiche: non possiamo né vogliamo più accettare di vederci attribuire scelte politiche che, come occupati, non potevamo assolutamente compiere.
I Veneti sono chiamati a pagare per le scelte fasciste dello stato italiano, senza che essi abbiano contribuito in alcun modo a determinarle. Dunque la politica verso il ghetto veneziano durante la Serenissima, non deve essere confusa con le politiche di sterminio attuate di recente dalle “moderne” nazioni europee. Soprattutto la politica fascista non può essere confusa in alcun modo con la politica veneta. Qualsiasi giudizio va storicizzato all’epoca dello svolgimento del fatto preso in esame.
Non si può dimenticare che gli ebrei sono arrivati a Venezia per sfuggire ai pogrom promossi contro di loro nei vari altri stati europei.
Nonostante le restrizioni in cui erano sottoposti, hanno trovato una protezione che non esisteva in nessun’altra parte d’Europa. Le cinque sinagoghe di Venezia, divise per paesi di provenienza della comunità, sono una testimonianza di quanto detto sopra.
Noi dobbiamo contrastare talune tesi proveniente da storici, quando affermano che Napoleone ha portato la libertà nel ghetto. Tant’è che la protezione nel cosiddetto “mondo nuovo” non ha risparmiato nulla alla comunità ebraica, mi riferisco ad esempio, alla continuazione dei pogrom in centro Europa e, per ultimo alla Shoa. Le stesse leggi razziali promulgate dal governo italiano nel 1938, sono un altro esempio di quanto detto sopra e non possono coinvolgere il ricordo della Veneta Serenissima Repubblica né tanto meno i Veneti come popolo.
Non va dimenticato che in Francia, terra di “libertà”, la comunità ebraica ha sempre subito discriminazioni, fino ad arrivare addirittura alla collaborazione del governo Petain all’Olocausto. Possiamo affermare che sostanzialmente gli ebrei non erano perseguitati a Venezia, e pur vivendo ristretti, avevano una certa autonomia.
Sicuramente la vita abbastanza tranquilla nel ghetto ha prodotto anche aspetti positivi per la cultura e la religione ebraica veneziana. Il Popolo Veneto, pur non avendo subito un olocausto, ha pagato e paga pesantemente l’occupazione dopo il 1866, occupazione che ha provocato una diaspora delle nostre genti (9 milioni di Veneti sono dispersi nel mondo). Il nostro popolo ha subito e sta subendo un tentativo di etnocidio culturale, perché si tenta di cancellarne la lingua, la cultura, le tradizioni, la dignità attraverso un continuo e martellante utilizzo dei mass media e un uso strumentale della scuola.
Germano Battilana