Comunicati Cultura Veneta

Sadowa 1866: lettera del ten. Garbin

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Episodio della guerra austro-prussiana del 1866.

 

Per rinfrescare la memoria di quanti in Italia “festeggiano” le varie Custoza, San Martino e Solforino, ecc., pubblichiamo la lettera del giovane tenente bassanese Garbin, arruolato nel reggimento Haugwitz battutosi con onore in Boemia. Con lui molti altri veneti seppur coscritti, difesero la propria terra dalla casa Savoia, che minacciava di diventare un padrone ben peggiore degli Asburgo.
“Mi trovai anch’io involto nel fuoco nemico dopo pranzo; io vidi cadere al mio fianco a centinaia i miei compatrioti italiani, e per darti un’idea della strage, della mia compagnia eravamo 4 ufficiali e 166 uomini. Nel corso dei 15 minuti tutt’al più non esistevano altri che io e 35 uomini. Le palle mi volavano attorno come la grandine.
In piena ritirata di corsa, con le palle nemiche che fischiavano alla spalle e sopra la testa, fra mille cadenti per la via, tra la continua strage prendo anch’io la strada verso Konigratz: nella fortezza era impossibile entrare: non resta altro che o farsi uccidere dai Prussiani o arrischiare di annegarsi nelle onde dell’Elba.
Guadato il fiume… fui spedito con altri miei compagni e circa 200 uomini incontro al nemico con l’ordine che se venivamo attaccati, di ritirarsi passo passo dietro il paese di Prerau. Ci venne fatto di scorgere 3 rgt di cavalleria prussiana e 2 cannoni che presero posizione verso di noi ed iniziarono un fuoco terribile… ad un tratto cessa il fuoco del cannone e 2 squadroni di cavalleria vennero ad assaltarci. Io riunii la mia gente, la incoraggiai, ma la cavalleria che vedeva che noi eravamo pochi e la truppa principale era nel paese, sì defilò direttamente a quello, senza far caso alle nostre scariche…
Io  mi ritiro per altra strada… ed incontro in dessa la bandiera del mio battaglione con circa 15 uomini, un ufficiale, un medico ed il cappellano del reggimento. Domandiamo ed essi ci rispondono: “Tutto è perduto, qui c’è la bandiera e cerchiamo di portarla in salvo”.”