Comunicati Spirito Veneto

L’autodeterminazione è un diritto di tutti i Popoli?

image_pdfimage_print

Studio sull’autodeterminazione dei Popoli.

 

 

29 aprile 1917: “Rapporto sulla questione nazionale alla VII Conferenza del Partito bolscevico della Russia”; 8 gennaio 1918: “Wilson (presidente USA) formula le condizioni di pace in un messaggio al congresso in 14 punti” che poi diverranno la base della Società delle Nazioni; 14 agosto 1941: venne elaborata la “Carta Atlantica” da parte di Roosevelt e Churchill. Superficialmente questi tre documenti possono sembrare tra loro privi di collegamento ma in realtà hanno una base che li accomuna: il diritto dei Popoli all’Autodeterminazione.
L’Autodeterminazione dei Popoli non è un principio astratto ma un diritto inalienabile di tutti i Popoli, che nessuno può far cadere in prescrizione.
Tutte le varie dottrine politiche e filosofiche, nonché i vari Stati del consesso mondiale adoperano l’autodeterminazione come postulato per ogni loro discorso sulle varie questioni nazionali, ciò è giusto ma non deve essere il presupposto per interessi politici di comodo. Il diritto dei popoli all’autodeterminazione c’è o non c’è, e in caso la risposta sia positiva questo diritto non va applicato solo ai popoli di serie A ma a tutti i popoli senza esclusione di sorta.
La “Carta Atlantica”, su cui poi si ispireranno le Nazioni Unite enuncia principi generali, che richiamano alla mente “i 14 punti di Wilson”,  afferma “…(i Paesi che aderiranno) rispettano il diritto di tutti i popoli a scegliersi la forma di governo sotto la quale vogliono vivere, e intendono vedere restaurati i diritti sovrani  e l’autonomia di quei popoli che ne sono stati privati con la forza…”. Il partito bolscevico nel 1917 afferma, senza giri di parole che  “…la nostra concezione della questione nazionale si riassume nelle seguenti tesi: riconoscimento per i popoli del diritto alla separazione…”. Come abbiamo visto sia la nazione portabandiera del liberismo, sia i futuri rappresentanti dell’URSS affermavano che i popoli devono avere il proprio libero arbitrio nel decidere il destino che li attende.
A questo punto la domanda sorge spontanea: perché il Popolo Veneto, con la sua plurimillenaria storia, civiltà e indipendenza marciana, non può decidere cosa fare di se stesso? L’era della colonizzazione è già passata da un pezzo, gli ultimi mandati sulle colonie  stanno terminando o forse no? L’Italia ha forse avuto una dispensa dalle Nazioni Unite per continuare ad occupare e ad opprimere la Veneta Nazione? I tribunali internazionali che fanno? Il diritto internazionale è solo una prerogativa dei potenti o un bene dell’umanità?
Il Veneto Serenissimo Governo chiede l’intervento della comunità internazionale per mettere fine a questo sopruso, sembra che il calpestare i diritti dei popoli sia notato solo quando siano colpiti i grandi interessi economici. Noi siamo sicuri che questo grido di dolore da parte del Popolo Veneto non rimarrà senza ascolto, abbiamo la certezza che la storia punirà i carnefici passati e  attuali della Veneta Nazione come ha già fatto contro carnefici in altre occasioni storiche.
Bisogna ricordare che la storia viene fatta dagli uomini e senza il loro intervento nulla muta. È compito del Veneto Popolo fare in modo che la propria voce sia sentita; il Veneto Serenissimo Governo ha indicato nel rifacimento del Referendum del 1866, che unì illegalmente e al di fuori dal diritto internazionale il Veneto all’Italia, la strada per l’autodeterminazione della Veneta Nazione. Ora la strada è segnata, non resta che seguirla o ignorarla: però non si potrà più dire “…che non sapevamo cosa si poteva fare…”. Se ci sentiamo realmente veneti ora sappiamo ciò che si deve fare: appoggiare il Veneto Serenissimo Governo e la sua azione politica quale unico movimento che lotta per l’indipendenza totale della Veneta Patria.

Veneto Serenissimo Governo