1

IL TALIAN: LA LINGUA VENETA OLTREOCEANO

Proprio oggi, 15 novembre, ho ricevuto un invito speciale, così speciale da non poter non rendervi partecipi e informarvi di un piccolo grande avvenimento che si celebra a Serafina Corrêa, nella provincia di Porto Alegre, nello stato di Rio Grande do Sul, nazione Brasile, continente America. Questo invito, dalla parvenza esotica, ci riguarda, tutti, profondamente. Infatti, viene solennizzata oggi, con grande onore per i veneti di tutto il mondo, la festa per commemorare i 134 anni di emigrazione veneta in Brasile. Il tema principale di questa peculiare giornata è il “Talian”…

 

Proprio oggi, 15 novembre, ho ricevuto un invito speciale, così speciale da non poter non rendervi partecipi e informarvi di un piccolo grande avvenimento che si celebra a Serafina Corrêa, nella provincia di Porto Alegre, nello stato di Rio Grande do Sul, nazione Brasile, continente America. Questo invito, dalla parvenza esotica, ci riguarda, tutti, profondamente. Infatti, viene solennizzata oggi, con grande onore per i veneti di tutto il mondo, la festa per commemorare i 134 anni di emigrazione veneta in Brasile. Il tema principale di questa peculiare giornata è il “Talian”.
Si tratta di una lingua confluente da varie zone del Veneto, cristallizzatasi successivamente in Brasile. Dalla fine dell’800 in poi, flussi migratori frazionati nel tempo, partirono dalle province venete, quali Belluno, Verona, Treviso, Padova, e giunsero ivi a destinazione, impiantando, oltre alle tradizioni, la loro lingua, e trasmettendola alle generazioni successive, che nel frattempo si mescolavano con quelle locali. Nonostante il trascorrere degli anni, le ingenti cifre di italiani attualmente insediati – le stime confermano 28 milioni – tutto è rimasto invariato, con la consapevolezza e l’orgoglio di sentirsi assolutamente veneti.
A livello linguistico, viene considerata lingua neoromanza, poiché proviene da stirpe latina, e include una minima mescolanza con il portoghese. Nata in Brasile, appartiene a tutti gli effetti al sistema linguistico brasiliano. Inoltre, viene ritenuta la seconda, e per molti la prima, lingua parlata a sud della nazione. Tale interesse, così esteso e sentito da crearmi un certo scompiglio emotivo, si sta consolidando fermamente, tanto da portare alla stesura di grammatiche e dizionari, oltre alla pubblicazione di centinaia di libri. Questi incredibili dati sulla nostra testimonianza concreta laggiù, di quasi 150 anni, non sono di poco conto, e stanno influenzando la reale situazione linguistica locale e nazionale.

Nel 2000, la “Federazione delle Associazioni dei Diffusori del Talian” ha presentato al “IPHAN” – Instituto do Patrimônio Histórico e Artístico Nacional – una richiesta di riconoscimento, per la prima volta ufficiale, affinché il Talian fosse accettato come “Patrimonio Culturale e Immateriale del Brasile”. Sebbene non sia stata accolta, poiché carente di strumenti legali per ottenerla, è stato il primo passo verso un cammino di reale desiderio e forse bisogno di identità veneta.
Nel 2005, la stessa Federazione, con l’appoggio dello Stato di Rio Grande do Sul e di Espírito Santo, le Assemblee Legislative di Rio Grande do Sul e Santa Catarina, l’“Instituto Vêneto”, le università statali, i comuni associati ad altri enti, ha ripresentato la richiesta al Ministro della Cultura. È giunto, tuttavia, anche il secondo rifiuto, giustificato dal fatto che la lingua non era legalmente regolamentata da specifici testi linguistici. Tale situazione ha funto da stimolo per strutturare più formalmente ciò che rappresenta la diversità linguistica in Brasile, motivando la Commissione di Educazione e Cultura a prendere atto della loro realtà. Come risultato si è ottenuto che, probabilmente, il Talian sarà, dopo il portoghese, la prima tra le lingue ufficialmente riconosciute come patrimonio culturale e soprattutto lingua di riferimento nazionale.
Infine, per completare il quadro, a giugno di quest’anno, tramite la Deputata Silvana Covatti, è stata approvata la legge 13.178, la quale riconosce il Talian lingua di patrimonio storico e culturale dello stato Rio Grande do Sul, azione che, nel futuro più prossimo, verrà estesa negli stati limitrofi.
Tornando al mio invito, e a Serafina Corrêa, la festa si celebra altresì per ricordare un progetto di legge approvato in questi giorni che attribuisce al Talian il titolo di lingua co-ufficiale al portoghese. E, con orgoglio, vi informo che è il primo paesino in tutto il Brasile ad ottenere un risultato così importante. Da molti anni, comunque, laggiù vengono difesi i valori della lingua veneta, riconoscendo, ogni fine luglio, per un’intera settimana, il Talian come lingua ufficiale.
In questo periodo di novembre si festeggia, ininterrottamente per tre giorni, tale traguardo, con eventi di grande rilievo. Le celebrazioni si aprono con la commemorazione del grande Padre Rovílio Costa, religioso e letterato, uno dei maggiori esponenti del Talian e della storia dell’emigrazione italiana nel sud del Brasile. Si susseguono poi molteplici dibattiti politici e conferenze culturali, la messa in Talian, vari incontri della confraternita italiana, ulteriori discussioni sul Talian nei giornali, radio e letteratura, una mostra fotografica sull’emigrazione, la fiera del libro del Talian. La festa è poi rallegrata da attività artistiche quali cori e balli tipici, cinema e teatro nella “Piasseta San Marco”, la “Sagra di culinaria Taliana”, il “Festival della Pastasuta”, e grande chiusura con cena nostrana a base di “menestra de capeleti, fortaia, polenta e tocio, radici coti”. Ma, eccomi qui, fisicamente a migliaia di chilometri di distanza, con la testa e il cuore in un altro luogo, quello in cui mi sento di essere veneta, veneta nei valori, nelle tradizioni, nella purezza e integrità. Riesco a percepire quella nostra antica allegria, a sentire cantare le nostre canzoni, a gustare le nostre tradizionali pietanze, a guardare quei volti familiari dagli sguardi buoni e vivaci, e a sentirmi avvolgere da un calore casalingo, sentirmi a casa lontana da casa. Giurerei di essere lì, ma mi ritrovo, al contrario, in questo Veneto appassito di valori, intento a velare le sue origini sovente derise, e mi guardo attorno, stranita, disorientata, delusa, cercando un calore assopito, o forse, ahimè, dimenticato.

dott.ssa Giorgia Miazzo
giorgiamiazzo@gmail.com