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Il capitalismo è fallito e l’italia sta sprofondano con esso

Il capitalismo è fallito, è questo ciò che dimostra la crisi globale a cui stiamo assistendo e che rischia di travolgerci tutti come un fiume in piena. I giochi di borsa con le speculazioni di personaggi privi di etica e morale stanno dando i propri frutti marci, ormai i capitalisti non hanno venduto solo la corda per essere impiccati, ma l’intero patibolo, boia compreso. La risposta che l’intera umanità (e specialmente quella occidentale) deve dare di fronte a questa crisi e di tipo etico e morale, bisogna rimettere l’essere umano con la natura che lo circonda al centro di ogni ragionamento politico e quindi economico.

 Finalizzare tutto al profitto, e all’accumulo di beni in modo indiscriminato ha portato l’umanità sull’orlo del baratro e dell’autodistruzione. Dobbiamo recuperare l’essenza stessa del vivere, tipica della nostra tradizione ebraico-cristiana, e non omologarci al potere con i suoi bisogni indotti che in realtà non servono al nostro vivere quotidiano ma solo al perpetuarsi del potere che ci opprime e ci rende suoi schiavi, siamo nella stessa situazione degli antichi israeliti schiavi dei faraoni egiziani, che come noi oggi, non riuscivano a immaginare un sistema economico diverso da quello egiziano, che li aveva resi privi della libertà; un sistema complesso: militare, industriale, tecnologico. Gli israeliti erano stati liberati dalla schiavitù, ma si trovavano ad affrontare la dura realtà di come sopravvivere, di dove trovare da mangiare, ora che erano al di fuori del sistema imperiale egiziano. Dio fece cadere la manna, la quale non è solo un miracolo che riempie la pancia, è l’alternativa di Dio all’economia dell’Egitto: il pane che piove dal cielo è simbolo della coltivazione e del raccolto come doni di Dio. La prima rivoluzione trasmessa al popolo di Israele liberato dal giogo egiziano riguarda la modalità con cui avviene la produzione economica!

Mosè ci lascia tre precise istruzioni per utilizzare questa economia alternativa:

  1. Ogni famiglia deve raccogliere quanto basta per i propri bisogni;

  2. La manna non può essere accumulata e immagazzinata;

  3. Il comandamento di osservare il sabato è stato dato a Mosè da Dio sul monte Sinai . 

La legge di giustizia sociale del sabato prevede anche il giubileo, dove potranno liberamente mangiare anche i poveri e gli animali selvatici; il libro del Levitico definisce il giubileo come l’anno del sabato per eccellenza (si celebra dopo il 49° anno, cioè ogni sette cicli di sette anni).
Ma il vero obiettivo dell’anno giubilare è smantellare le strutture della disuguaglianza sociale ed economica attraverso la remissione dei debiti ai membri della comunità, la redistribuzione della terra agli originari proprietari, la liberazione degli schiavi.
La ragione profonda di questo riequilibrio della comunità è basata sulla consapevolezza di Israele che la terra appartiene a Dio e che il popolo dell’esodo, liberato dalla schiavitù dell’Egitto, non deve mai più tornare a un sistema di nuova schiavitù.
Nel Deuteronomio ci si spinge così in là da includere nell’anno del sabato la cancellazione dei debiti.
Si trattava di porre un limite alla tendenza a concentrare il potere e la ricchezza nelle mani di pochi, creando una gerarchia di classi sociali.
Isaia accusa gli anziani e i capi del popolo di aver derubato i poveri; (Isaia 3,14:15): "Voi avete rovinato la mia vigna e le vostre dimore sono piene di cose tolte ai poveri! Non avete il diritto di sfruttare il mio popolo e di calpestare la dignità dei poveri."
Lo Stato occupante italiano a fronte di ciò che sta accadendo non ha saputo reagire né facendo appello alle tradizioni della propria cultura né utilizzando il buon senso. La canaglia italiana, con i propri ascari locali di ogni colore politico, è andata a colpire i più deboli tutelando le caste del potere, ha colpito la tradizione di autogoverno presente in ogni angolo della penisola e rappresentata dai comuni, favorendo altresì le oligarchie del potere central-colonialista romano.
Noi come Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, ci appelliamo a tutte le comunità locali dell’amata terra Veneta perché si ribellino allo Stato usurpatore italiano che sfrutta la crisi economica per completare l’etnocidio culturale, sociale e materiale della nostra Patria Veneta e delle comunità che la compongono. Invitiamo tutte le comunità colpite dalla mannaia italiana a costituirsi in Liberi Territori Veneti e a seguire il Veneto Serenissimo Governo nella sua opera di risveglio marciano per costruire una società autogestita. In cui ogni persona sia responsabile delle proprie azioni, della società in cui vive e della terra di cui è ospite.

Viva i Liberi Territori Veneti!
Viva l’autodeterminazione dei Popoli!
Longarone, 23 agosto ’11
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente
Demetrio Serraglia