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«Noi Serenissimi ancora pronti a difendere la nostra terra»

A 15 ANNI DAL«TANKO» A SAN MARCO. Il veronese membro del «governo» autonomista ricorda l´assalto a Venezia
di Giampaolo Chavan
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Andrea Viviani non esclude nuove azioni eclatanti in futuro: «Non c´è niente in programma ma se la situazione si aggrava…»

La premessa: «Per il momento lavoriamo alla luce del sole». L´avvertimento: «Se la situazione dovesse peggiorare, non posso escludere niente. C´è sempre bisogno di gesti eclatanti». Le azioni: «Interferenze nei tg come 15 anni fa? Un altro assalto in piazza San Marco? Per il momento, non c´è niente in programma».
Il ministro della giustizia del Veneto Serenissimo governo, il veronese Andrea Viviani appare combattivo più che mai a 15 anni dal clamoroso assalto sul campanile di San Marco. Nella notte tra l´8 e il 9 maggio del 1997, Viviani insieme all´altro veronese Luca Peroni, Gilberto Buson, Cristian e Flavio Contin, Moreno Menini e Fausto Faccia diedero vita all´azione a Venezia, un blitz di poche ore. All´assalto parteciparono anche lo stratega Luigi Faccia e l´ideologo Giuseppe Segato, morto nel 2006.
Il sogno di sempre di questi indomiti autonomisti è quello di restituire il Veneto ai suoi antichi splendori. «Dobbiamo pensare a difenderci», dice ancora Viviani. E se gli chiedi da cosa, lui decolla con la mente sui grandi temi. «Il capitalismo è fallito» attacca. E continua: «C´è la crisi e molti imprenditori si stanno suicidando. Le prospettive non sono rosee». Poi altro siluro, direzione Roma: «Monti non sta facendo niente per questa crisi economica». Si torna poi di nuovo al nord: «La Lega? Solo tante parole, tanta ideologia». Tutto fumo negli occhi: «Si procura i voti e poi non fa niente. Non c´è mai stato uno Stato centralista come adesso». Il chiodo fisso resta sempre quello: «Il Veneto merita qualcosa di meglio di quello che ci sta offrendo la politica adesso».
E per consolarsi si torna alla notte di 15 anni fa: «Una serata molto emozionante». Venezia di sera è uno spettacolo: «Ma come l´ho vista io è indimenticabile». Si è partiti la sera dell´otto maggio da Padova: «Eravamo molto agitati. La stanchezza iniziava a farsi sentire. Avevamo preparato l´azione da diversi anni». Dieci, per la precisione. Solo per costruire il famoso tanko, il veicolo di guerra utilizzato in Laguna, impiegarono 7, 8 anni. Ora quel mezzo simbolo dell´assalto è stato riscattato all´asta giudiziaria. «L´hanno preso gli altri», dice Viviani. E «gli altri» sta per i padovani ora non più autonomisti. Sono tutti fuori dal Veneto Serenissimo governo. Torna a quella sera Viviani, alla conquista di San Marco. Pochi attimi per realizzare il sogno di una vita. Un blitz trasformatosi poi in un incubo. con l´arrivo delle manette. «No, nessun incubo, era tutto previsto. Eravamo preparati a a tutto anche alle manette, faceva parte del gioco».
Il carcere, pochi mesi, 8 in tutto per una condanna a 4 anni e 4 mesi. Anche gli altri componenti del commando hanno pagato il debito con la giustizia. Pentito? «Non sono assolutamente pentito di ciò che ho fatto, visto poi come sono andate le cose», aggiunge Viviani. E pensare che dopo le vicissitudini giudiziarie, la lotta per l´autonomia del Veneto è continuato alla luce del sole. Con il «Veneto Serenissimo governo per l´autodeterminazione». C´è il presidente Luca Peroni, i ministri di interni, giustizia, esteri e ambiente. E ci sono le richieste sempre tante. Da quel governo, arrivano e mail ai giornali quasi tutte le settimane. E ieri non poteva mancare l´ennesimo comunicato: «In questi 15 anni il Veneto Serenissimo Governo ha continuato l´ attività politica e diplomatica affermandosi come lungimirante guida del processo di autodeterminazione ed autogestione del Popolo Veneto», riporta la nota. E conclude: «Ribelliamoci all´illegale occupante italiano e proclamiamo decine di Liberi Territori Veneti».
Lo slogan resta quello di sempre, il blitz in piazza San Marco un´impresa da scrivere nei libri di storia. Solo, però, per chi aderisce al Veneto serenissimo governo.