1

Solidarietà alle vittime di Volgograd

Al Presidente della federazione Russa
Wladimir Putin.
Apprendiamo che alla stazione di Volgograd (Federazione Russa) c’è stata una esplosione, provocando morti e feriti.

Per l’ennesima volta i terroristi hanno colpito.Il Veneto Serenissimo Governo erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica condanna senza mezzi termini questo atto vile e infame contro il popolo Russo e tutti i popoli amanti della pace.
Nel contempo chiede al governo Russo di esprimere le condoglianze e la solidarietà del Veneto Serenissimo Governo e mie personali alle famiglie delle vittime e ci auguriamo che tutti i feriti tornino alle loro attività.
Siamo certi che i criminali responsabili di questo atto terroristico saranno presi e puniti.

Il presidente del Veneto Serenissimo Governo
Luca Peroni

                                                                                                                         
 Longarone 29/12/2013




2014 anno di lotta e libertà

Il 2013 si chiude nella lotta, il 2014 si aprirà nella lotta.

Il Popolo Veneto non ha mai smesso di lottare, per le sue aspirazioni di libertà, pace e benessere.

                                         

Nessuno potrà impedire che il nostro Popolo raggiunga l’indipendenza.

Questo è un nostro diritto, che noi otterremo; invitiamo i centralcolonialisti di Roma a non illudersi. Tutti i loro tirapiedi, che stanno impiegando o impiegheranno in futuro qualsiasi mezzo per sbarrare la strada dell’indipendenza saranno gettati nella pattumiera della storia, assieme ai loro padri Kerenski, Quisling monsignor Tiso ecc…

Italiani evitate qualsiasi tentativo repressivo, perché risponderemo colpo su colpo; non vi resta altra strada che accettare la via del referendum per uscire dal Veneto senza drammi e con un minimo di onore, se ne avete ancora.

Il Veneto Serenissimo Governo erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica ha mantenuto fede agli impegni che si è assunto con il Popolo Veneto all’atto della sua nascita, un quarto di secolo fa (1987): guidare il nostro Popolo verso L’AUTODETERMINAZIONE, senza alcun timore e paura. Le decine di anni di galera, che questo stato marcio e in decomposizione ci ha inflitto, lo stanno a dimostrare.

Il Veneto Serenissimo Governo è il Popolo, e ne esprime aspirazioni, dolore e gioie; esiste per tutti una sola parola d’ordine: VENETO LIBERO

L’indipendenza del Veneto è certa come è certo che il sole sorge a est; questi sono gli AUGURI per il 2014.

Longarone 28 dicembre 2013

Il presidente del

Veneto Serenissimo Governo

Ordine di San Marco

Luca Peroni




Auguri dal presidente del V.S.G. Luca Peroni

CLICCA PER ANDARE AL VIDEO




2014: il grande anno di lotta

Tutti i Veneti devono lottare e costruire comitati di lotta, crescere e assumere nelle loro mani la direzione delle lotte.
Dobbiamo impedire che i vari tromboni ci vendano ai corruttori di Roma e non solo.

Lotta, ancora Lotta, sempre Lotta, fino alla nostra AUTODETERMINAZIONE.
Come porsi nei confronti di quanto sta avvenendo in termini di contrapposizione tra il popolo e il potere?
Qualcuno può avere dei dubbi su queste lotte e ciò è un bene; bisogna sempre capire, per indirizzare queste lotte verso obiettivi che ci poniamo: l’obiettivo è la nostra AUTODETERMINAZIONE.
In questo contesto si tratta di cacciare dal movimento di protesta e lotta i seguaci di Alba Dorata.
E’ evidente a tutti i Patrioti Veneti che non possiamo tollerare che nei presidi, in televisione, sui giornali, sul web continui a campeggiare il tricolore, massimo simbolo del potere italiano e della sua oppressione sul nostro popolo.
Ricordiamo a tutti gli italioti che sotto quella bandiera tricolore il governo di Roma ha mandato a morire milioni di persone, in tutto il mondo, per opprimere e schiavizzare; il tricolore ha la stessa valenza della croce uncinata. Quindi deve fare la stessa fine; chi la usa deve essere portato davanti al tribunale, vedi "Norimberga".
Fatte queste premesse, tale lotta deve andare avanti e servire ad indebolire il potere romano e costruire le future strutture di uno stato Veneto, che nulla abbia da spartire con stati centralisti e imperialisti, che sono emersi in questi ultimi 200 anni.
Tutti i Veneti devono lottare e costruire comitati di lotta, crescere e assumere nelle loro mani la direzione delle lotte.
Dobbiamo impedire che i vari tromboni ci vendano ai corruttori di Roma e non solo.
L’avvenire è potere al popolo.
VIA DA ROMA
LIBERTA’ per il nostro Veneto

Asiago 21 dicembre 2013
Germano Battilana



Abbasso l'italia, Viva la Veneta Serenissima Repubblica

Non serve abbattere questo governo, ma serve abbattere questo stato, che è responsabile di tutti i mali degli ultimi 150 anni.
L’appello che facciamo a tutti i Patrioti Veneti è quello di non farsi infinocchiare da qualche italiota, che ha l’obiettivo di trovare un posto come rappresentante di Roma alla regione o al parlamento europeo, come già fatto in passato

"Forconi d’italia" E’ passata una settimana dall’inizio della "rivolta dei forconi"; adesso si può intervenire, avendo elementi più concreti, per capire quanto sta avvenendo.
Fermo restando che le richieste e le necessità espresse da queste proteste sono reali e non inventate, lo stato italiano è giunto alla canna del gas: non ha più vie d’uscita, non ha a disposizione nessuna merce di scambio per riuscire a contenere le legittime richieste delle categorie sociali che sono giunte ai limiti della sopravvivenza; non esistono spazi per riforme atte a dare nuove speranze.
Gli scioperi del marzo 1943, per ottenere migliorie economiche dal regime fascista di Roma, non potevano ricavare nessun risultato concreto, perché il problema erano i fascisti e i tedeschi; essi dovevano essere eliminati, per aprire nuove strade. Adesso il problema sono i gerarchi romani e i loro protettori internazionali. Quindi chi vuole cambiare lo stato di sopravvivenza del nostro Popolo deve "assaltare la Bastiglia o il palazzo d’inverno". Non serve abbattere questo governo, ma serve abbattere questo stato, che è responsabile di tutti i mali degli ultimi 150 anni.
L’appello che facciamo a tutti i Patrioti Veneti è quello di non farsi infinocchiare da qualche italiota, che ha l’obiettivo di trovare un posto come rappresentante di Roma alla regione o al parlamento europeo, come già fatto in passato; ci sono già dichiarazioni in tal senso. Pertanto invitiamo tutti a costruire comitati di lotta per l’Autogestione e l’Autodeterminazione della nostra Patria. Noi abbiamo una sola Patria: Essa è la VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA.
Non permettete a nessuno di infangare la nostra lotta con i simboli dell’oppressore; noi abbiamo un solo simbolo: il Leone di San Marco.
ABBASSO L’ITALIA, VIVA IL VENETO LIBERO
Longarone, 15 dicembre 2013
Il portavoce del
Veneto Serenissimo Governo
Valerio Serraglia



Provocazione contro l'Abkhazia e l'Ossezia del sud

Grave provocazione della televisione di stato Italiana contro i Governi dell’Abkhazia e dell’ Ossezia del Sud.
Rai tre ha trasmesso, nella serata di lunedì 9/12/2013, il film di propaganda del presidente georgiano Saakashivili "5 Days of war". Questo filmato è degno dei peggiori film di propaganda nazista, per giustificare l’annientamento degli oppositori…

La verità accertata e accettata dalla stessa UE è un’altra: ed è documentata.
E’ stato lo stesso Saakashivili a ordinare il bombardamento sulla capitale dell’Ossezia del Sud, Tskhinvali, aggredendo le forze di interposizione, volute dalla comunità internazionale, causando morti e feriti soprattutto tra i civili Osseti, con enormi danni materiali, morali ed economici.
La pronta reazione del Popolo e dei combattenti Abkhazi e Osseti, con l’aiuto militare e umanitario della Federazione Russa ha stroncato questa vile e proditoria aggressione.
Lo stesso Popolo Georgiano ha riconosciuto di non poter affidare a tale cocainomane il destino della loro Patria, cacciando lui e i suoi collaboratori dal governo della Georgia e mettendolo sotto inchiesta.
Questa provocazione è la risposta del governo Italiano alle giuste richieste di riconoscimento diplomatico dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud?
Il Veneto Serenissimo Governo erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica è indignato e denuncia il governo italiano per questa grave e menzognera azione, contro la verità storica.
Nel contempo il Veneto Serenissimo Governo ribadisce il suo incondizionato appoggio ai giusti e storici diritti dei popoli dell’ABKHAZIA e dell’OSSEZIA del SUD a vivere in Nazioni libere ed indipendenti.
Longarone, 10 dicembre 2013

Il portavoce del
Veneto Serenissimo Governo

Valerio Serraglia




01/12/2013 manifestazione a Bassano per l'indipendenza del Veneto

Il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia saluta il Presidente del Veneto Serenissimo Governo Luca Peroni

 





Dalla pace romana alla spuria “pace italiana”

Il nostro Veneto, purtroppo, da quasi un secolo e mezzo è classificato erroneamente come parte di una invenzione politica amministrativa chiamata “Italia” Ma noi siamo convinti che, dentro il cuore e dentro la coscienza di ogni Veneto di buona volontà arde il riconoscimento delle nostre vere radici; un’origine etnica che risale all’alba della civiltà europea. Siamo Veneti, un popolo valoroso e fiero. Oggi, nonostante tutte le fallacie che cercano di convincerci che i conformismi sono i migliori cammini da seguire verso il successo materiale, affermiamo che, noi Veneti dobbiamo ritrovare quel coraggio ancestrale che ha ispirato i nostri avi a intraprendere gloriosi gesti nel nome della libertà. Saremo ancora intrepidi e risoluti nella difesa della nostra Veneta Patria, fieri di essere Veneti, saldi nella resistenza, qualsiasi avversità avvenga.

Possiamo elencare parecchie varietà di tirannia: le dittature antiche, medioevali e moderne, i dispotismi aperti e dissimulati, le innumerevoli autocrazie, oligarchie e plutocrazie che durante il lungo percorso della storia hanno devastato la società umana. La tirannia non è nulla di nuovo: infatti, non appena l’uomo ha scoperto il principio corruttore del capitale e il potere associato con il possesso della ricchezza materiale, è comparsa sulla terra la tirannia, universalmente condannata come una pessima forma di governo. I tipi più comuni della tirannia sono due: quello spudorato e brutale, senza pretesti o persuasioni artificiose, un potere palesemente illegittimo, fondato sulla forza con arbitrarietà, noncuranza dei diritti fondamentali della popolazione. Il secondo tipo di dispotismo, fondato a volte attraverso l’occupazione militare ma più spesso per l’imposizione economica-culturale, è più sottile del primo: ben intenzionato in apparenza ma totalmente ipocrita; esperto nell’effettuare la cinica occultazione, il lavaggio del cervello che non di rado convince gli oppressi a credere sinceramente che il sistema oppressivo lavori per il bene comune! Come esempi del primo tipo di tirannia, quella non mascherata, posso citare i regime totalitari degli assiri imperialisti, degli unni, mongoli, normanni, turchi seljuki e ottomani; nei tempi più recenti, ci sono gli esempi della Spagna e dell’Inghilterra, i duri e crudeli poteri coloniali par excellence; nel secolo XX° nazisti, fascisti.
La seconda varietà di tirannia, quella “soft” è stata creata dagli antichi persiani, il cui fondatore Ciro “il grande” ha praticato una scaltra politica: invadere il territorio delle nazioni sovrane sotto il pretesto di “portare pace, progresso e unità”; Alessandro re di Macedonia, non ha intrapreso altro quando è partito dalla terra natale verso la conquista del mondo. La Francia giacobina e post-rivoluzionaria, l’Austria imperiale, la Gran Bretagna vittoriana, gli U.S.A e l’Unione Sovietica, tutti hanno sottomesso altri popoli con la furba offerta di una “missione civilizzatrice” (la quale contiene l’allusione malevola di una “cultura superiore” da imporre), “l’unica garanzia di mantenere pace e ordine” nelle zone. La strategia di questa forma di neo-colonizzazione è l’introduzione di un pernicioso cancro di anti-valori che pian piano scalzano e corrodono le tradizioni nazionali. Quanti popoli sono stati schiavizzati così nel nome della libertà! In questi casi, la graduale acculturazione dei popoli sottomessi spesso diventa tanto profonda che l’originale civilizzazione scompare, travolta dall’insidiosa assimilazione con gli invasori.
La storia della penisola italica dimostra lo sforzo del potere centrale (Roma, nei tempi antichi come oggi) di creare una vasta zona di influenza di tendenza sempre più imperialista. Poco tempo dopo lo stabilimento di Alba Longa sulle sette colline, i latini hanno già cominciato a sentire il “bisogno” di espandere la nuova fondazione: di annettere sempre più territorio altrui alla sfera amministrativa romana. Gli antichi romani hanno convertito migliaia di vicini in sudditi, strappando senza scrupoli terre, beni, donne, diritti e ultimamente, perfino l’identità culturale/etnica, attraverso l’imposizione della cultura romana.
L’espansione romana, nell’epoca imperiale, si è estesa dalle coste atlantiche fino all’Asia Centrale: tutto quel territorio essendo obbligato a osservare la stessa legge romana. Ma quel sistema apparentemente omogeneo non ha portato la pace, solo la sottomissione, in molte zone, e il conformismo. Quando i cesari non hanno potuto conquistare con le armi, hanno concertato una politica “soft” offrendo ai popoli limitrofi una “amichevole federazione” “associazione” con Roma.
Anche questa scaltra tattica è quasi sempre risultata nell’acculturazione penetrante o nell’assorbimento sociopolitico del popolo federato.
Quella era la sorte riservata a tutti i gruppi etnici della penisola italica, tranne uno: La nazione Veneta. I paleoveneti, possessori di una brillante e originale civilizzazione, già plurimillenaria quando Enea guidava i primi Latini, dovuta alla fierezza e incorruttibilità morale della loro gente potevano resistere a tutti gli sforzi dei romani di conquistare, assimilare o annettere il territorio Veneto. Gli statisti romani, conoscendo bene l’onore dei paleoveneti nel tempo di pace e la loro intrepidezza nel tempo di guerra, invece di intraprendere azioni belliche hanno preferito firmare con loro un patto di amicizia, cooperazione e mutua difesa. Ma l’inabilità di conquistare quel popolo indomabile ha gravemente ferito l’orgoglio marziale dei romani. Benché lo status dei paleoveneti riguardo all’impero era quello di alleato, i romani per non cadere nel ridicolo hanno confezionato il famoso mito della “decima regio, Veneta et Histria” un territorio”ufficialmente” incluso dentro i confini dell’impero romano. Ma le fonti storiche imparziali, più l’evidenza archeologica, ci dimostrano che quella eterea X Regio non è mai esistita. Durante tutto il periodo imperiale, i paleoveneti hanno continuato a promulgare la propria legislazione, a erigere le proprie pietre miliari, a fare affari commerciali e convegni con i barbari, in aggiunta a effettuare missioni di pace e tenere a bada i potenziali nemici transalpini. I nostri antenati Veneti hanno conservato la loro toponomastica, i loro tipici nomi e cognomi, la loro venerabile religione. C’era, sì una certa “verniciatura”, alquanto superficiale, di romanizzazione nel territorio Veneto… specialmente nell’iconografia artistica… ma il fondo della cultura è rimasta autenticamente Veneta.
Certi “studiosi” moderni si sforzano a “provare” al pubblico che la vasta maggioranza dei toponimi Veneti attuali si deriva dall’antico latino. Anche questa è una fallacia capricciosa, creata per glorificare la presunta romanità del Veneto. Toponimi come acelum, bellunum, meduacus amnis, brenta, atria, vecetia, opitergium, tergeste, patavium, aponus, timavus, potrebbero suonare come puro latino: ma tutti sono di indiscutibile origine Venetica. Lo stesso vale per nomi femminili come Carminia, Paetilla, Paetinia, Ostiala, Lemonia, Voltilia; e per nomi maschili come Fugantius, Fremantio, Voltiomnos, Trebiasius…
Anche Aquileia… da molto tempo considerato come fondazione romana… contiene il fonema pre latino kw, cui variante nella lingua Venetica è kv; probabilmente il nome originale era akvilea, ed era un insediamento paleoveneto.
Secondo il grande studioso
Padovano Giovanni Battista Pellegrini, Aponus “è di origine preromana, luogo di culto delle acque benefiche. E’ verosimile che il toponimo sia derivato di un tema idronimico indoeuropeo assai diffuso: acqua”. Timavus, afferma Pellegrini, contiene il “suffisso- avo-ava assai comune in nomi locali preromani.
L’antica radice Venetica pad, con i varianti; pat e p(a)et, è all’origine del nome padus (il fiume Po), di Patavium/padua (=Padova), del cognome Paeto (reso giustamente famoso dal patriota Veneto Trasea Peto), e di tanti altri vocaboli della lingua Veneta attraverso i secoli. Anche il nome Padania ha un’ origine Veneta!
Considerando che la lingua Venetica, come il latino, è sorta dalla madre-stirpe indo-europea, la similitudine di questi due idiomi non deve sorprenderci. Ma è da ricordare che il Venetico antidata la lingua latina da parecchi secoli! In questo caso, e ricordando anche che Plinio enumera una tribù dei Venetulani “fra i popoli laziali”, possiamo anche immaginare che forse i romani hanno preso in prestito terminologia e toponimi dai paleoveneti, e non viceversa!.
Altri miti, manipolati per scopi propagandistici sono quello del “buon troiano” Antenore e del “buon romano” Trasea Peto. Il fatto è che tutti e due erano Veneti… buonissimi, genuini Veneti… ma questa è una realtà troppo scomoda per gli storiografi e politici del sistema italiano, che devono, ad ogni costo, cancellare ogni traccia della splendida civiltà Veneta perché, secondo loro, non esiste né è esistita mai una Nazione Veneta con storia, cultura e identità propria. Secondo gli “studiosi” che si sono venduti allo stato invasore, Antenore… se non era un personaggio inventato, di favola… era soltanto un oscuro parente del re troiano Priamo. Dopo la guerra di Troia, lui sarebbe scappato dalle rovine di Ilium con un’amorfa massa di profughi Troiani,Veneti, e Anatolici; forse, fondò un insediamento chiamato Padua, (nell’Illiria!) che diversa dalla verità è questa versione! L’Antenore storico era Veneto, il rispettatissimo consigliere e guida morale del suo popolo: supremo portavoce della pace, marito e collaboratore della sacerdotessa di Reitia a Troia, fondatore di una nuova, gloriosa patria ad Este, Padova, Altino, persino sulla laguna…
Per quanto riguarda Trasea Peto, questo ammirevole statista e filosofo, lungi da essere un rampollo di Romolo o Remo, era della più illustre stirpe Paleoveneta: un fermo difensore dei caratteristici valori Veneti come la libertà, la giustizia, la pace attraverso la tolleranza. Lui, alleato di Roma, si sedeva con solenne dignità nel Senato ma non è mai stato un suddito servile, mansuetamente fedele al potere romano! Infatti, Trasea Peto lottò tutta la vita, con alto coraggio e integrità di spirito, contro la cinica tirannia imperiale che aveva frantumato l’indipendenza italica. E’ stato lui, Trasea, il principale protagonista nel complotto che ha frustrato i progetti megalomani di Nerone, in particolare, il sinistro piano del demente imperatore a sopprimere le libertà politiche, sociali e religiose della Nazione Veneta. Trasea Peto, degnissimo di lode, ha sofferto il martirio: è martire ed eroe, ma per la causa Veneta, non quella di Roma.
Gli stessi sostenitori "dell’unità d’Italia” che ci negano ogni briciolo di originalità, che rifiutano l’idea della grandezza preistorica dei nostri avi, scartano anche una delle date più importanti del nostro calendario Patrio: la fondazione di Venezia ( 25 marzo 421 d.c.). Quegli ultra-scettici, con una tipica mancanza di logica e di intelligenza, basano la loro incredulità sul fatto che certi manoscritti del basso Medioevo esprimono dubbi sulla veridicità di quella data. Ciò nonostante, tutti i documenti Veneti anteriori al basso Medio-evo affermano la fondazione della repubblica Veneta lagunare precisamente il 25 marzo 421 d.c. Per quale strana ragione gli “studiosi” moderni hanno tanta fede nei manoscritti compilati molti secoli dopo il fatto, ma respingono come invenzione la preziosa evidenza storiografica che risale a una epoca immediatamente successiva alla fondazione?
Similmente, gli scettici ufficiali negano categoricamente o si beffano dei seguenti dati:
a) Il viaggio dell’Evangelista San Marco nel territorio Veneto: gli “studiosi” diffidenti ammettono che verosimilmente San Tommaso ha predicato nell’India, San Brendano ha scoperto le regioni artiche e il continente Americano; ma non accettano l’idea “osata” che San Marco abbia visitato le nostre coste!
b) La dichiarazione divina: PAX TIBI MARCE…Ma i romanisti accettano ben volentieri l’autenticità del messaggio a Costantino al ponte Milvio…
c) L’acquisto legale delle reliquie di San Marco: i maliziosi convertono questo episodio nel furto delle spoglie mortali del Santo, perpetrato da due mercanti Veneziani senza scrupoli.
d) Il ritrovamento delle reliquie marciane credute perse durante l’incendio del 976 d.c.
e) L’ininterrotta indipendenza Veneta, fino al 1797: quasi tutti gli “storici” italiani insistono che i Veneti erano primi sudditi di Roma, poi di Bisanzio: benché esista abbondante evidenza per smentire quella soggezione.
f) L’esistenza del primo Doge, Paolicio/Paoluccio Anafesto. Più di uno “studioso” lo ha identificato con l’esarca bizantino di Ravenna. Benché nome e cognome sembrano d’origine Greca (sarebbe Pavliskos Anàfestos) questo magnifico personaggio, sia Veneto o Elleno, era sempre un sincero paladino del nostro popolo; lui, con straordinaria energia e lungimiranza, ha costruito i fondamenti del futuro splendore di Venezia.
g) L’abolizione della schiavitù. La libera federazione dei popoli lagunari, nucleo storico della Veneta Serenissima Repubblica, è il primo stato del mondo che ha ufficialmente vietato la schiavitù (proclamazione del Doge Orso Ipato, 8° secolo d.c.)
h) La dedizione spontanea dei comuni e dei territori esteri. Uno dei miti più sfacciati confezionati dai nemici di Venezia è quello del ”progetto imperiale” della Veneta Serenissima Repubblica. Al contrario: la Serenissima da sempre deplorò e condannò tutti i tipi di aggressioni coloniali, cinico espansionismo e invasione. Tanto profondo era l’universale prestigio della nostra repubblica… dovuto alla sua costante difesa di giustizia e autodeterminazione in tutto il mondo… che, molto frequentemente, le città di terraferma e dell’estero hanno richiesto l’incorporazione dentro il dominio Veneto. ( E’ interessante osservare che il vocabolo DOMINIO, in questo senso, deriva non da Dominus, signore, ma da Domus= casa.) Così, la gente che si è dedicata alla Serenissima (dedizione= devozione ) diventano “amici di casa”, godendo tutti i diritti e privilegi della cittadinanza Veneta.
i) Il nostro idioma tradizionale è una lingua vera e propria, non un dialetto. La lingua Veneta ha avuto un’evoluzione parallela a quella dell’italiano, con forte sopravvivenza degli elementi Venetici.
j) Un altro colossale, imperdonabile mito ufficiale è quello della “quasi unanime decisione” dei Veneti di unire il nostro territorio al regno Sabaudo d’Italia nel 1866. Questo cosiddetto “referendum”, una truffa sprezzante, un’insopportabile burla della volontà popolare, è stato effettuato praticamente sulle punte delle baionette. I parroci hanno perfino minacciato i fedeli a votare SI all’annessione, o sopportare le conseguenze, in questo mondo co
me nell’aldilà! Noi del Veneto Serenissimo Governo dalla fondazione abbiamo sempre insistito sull’urgenza di rifare il referendum del 1866 con legalità e serietà, per determinare la vera volontà politica dei Veneti: se vogliamo considerarci cittadini della “repubblica” Italiana o, invece, affermare il nostro diritto inalienabile all’indipendenza, al pieno godimento delle millenarie tradizioni e norme giuridiche Venete.
Anche questo brevissimo elenco dei falsi miti, diffamazione e abusi contro la nostra identità Veneta, ci dimostra la forza e persistenza dell’oppressione ufficiale attraverso i secoli. La vantata PAX romana, in realtà, non era più pacifica di questa fasulla pace e prosperità italiana proclamata dai “bonaccioni” di sinistra come Enrico Letta e ipocriti di centro sinistra, o centro destra. O l’infausto vangelo del presidente Napolitano dell’Italia “fortunata e indivisibile” Sono precisamente politici come loro, e i loro avidi partiti che hanno portato tanti guai a questa penisola nei tempi recenti. Il nostro Veneto, purtroppo, da quasi un secolo e mezzo è classificato erroneamente come parte di una invenzione politica amministrativa chiamata “Italia” Ma noi siamo convinti che, dentro il cuore e dentro la coscienza di ogni Veneto di buona volontà arde il riconoscimento delle nostre vere radici; un’origine etnica che risale all’alba della civiltà europea. Siamo Veneti, un popolo valoroso e fiero. Oggi, nonostante tutte le fallacie che cercano di convincerci che i conformismi sono i migliori cammini da seguire verso il successo materiale, affermiamo che, noi Veneti dobbiamo ritrovare quel coraggio ancestrale che ha ispirato i nostri avi a intraprendere gloriosi gesti nel nome della libertà. Saremo ancora intrepidi e risoluti nella difesa della nostra Veneta Patria, fieri di essere Veneti, saldi nella resistenza, qualsiasi avversità avvenga.
PER UNA RINNOVATA COSCIENZA MARCIANA

Germano Battilana




incontro del Veneto Serenissimo Governo con il ministro degli esteri dell’Ossezia del sud


incontro del Veneto Serenissimo Governo con il ministro degli esteri dell’Ossezia del sud




Suggerimenti interessanti per il Veneto

di Germano Battilana
Gli amici mi hanno chiesto di commentare la situazione politica del movimento "venetista".
Devo osservare che effettivamente c’è stata una rivoluzione negli obbiettivi:
nel modo di proporre nuove strade e ipotesi, è interessante capire: come si è arrivati a questo?

Si può rilevare che i movimenti che si ispirano al "venetismo" nel nostro territorio sono moltissimi, ciò non è un bene ne un male, si tratta di capire come si è arrivati a questa frammentazione e alle scelte derivate.
La quasi totalità si sono formati e dissolti in funzione delle varie campagne elettorali elargite a piene mani dallo stato occupante italiano, è evidente che i risultati elettorali negativi hanno influenzato in maniera determinante le scelte dei vari gruppi.
Si può in maniera ragionevole affermare che l’obiettivo non era l’indipendenza della nostra Veneta Patria, ma cercare una collocazione nelle istituzioni che l’Italia usa per controllare e opprimere il Popolo Veneto.
Constatato ciò i vari gruppi "dirigenti" dei movimenti "venetisti" hanno deciso che bisognava spostare gli obiettivi per riuscire a sopravvivere: non più federalismo, non più autonomismo, non più confederazione… adesso la parola magica è: indipendenza.
Questo potrebbe essere una cosa positiva!
Tutto ciò dimostra che il Veneto Serenissimo Governo aveva e ha ragione nel porre come obbiettivo irrinunciabile l’indipendenza totale della Veneta Patria, respingendo tutti gli attacchi da parte di "amici" e nemici.
Tutti questi "leader" che si sono proposti e riproposti devono, se sono dei patrioti, fare qualche passo indietro, per un’ovvia ragione: non hanno una bussola obbiettiva per indicare una strada praticabile, essi usano il soggettivismo personale e di lobby per dare giudizi, e scegliere strategie e tattiche.
Ho assistito a varie e variegate assemblee e dibattiti e pertanto mi sono fatto alcune opinioni.
La più eclatante è stata in un’assemblea dove si monitorava attraverso un computer il debito italiano, che continuava ad aumentare inesorabilmente, minuto dopo minuto.
Il relatore ha affermato che questo è un dramma, che lui non è contento di questo, lui non ha niente contro l’Italia.
E’ evidente a tutti che l’Italia deve implodere, ciò sarà determinante per l’indipendenza della Veneta Patria, ovviamente insieme ad altri fattori…..
La stragrande maggioranza di questi presunti "leader" hanno tutto da perdere da uno sbocco indipendentista del Veneto, pertanto hanno due strade da seguire: una combattere i veri patrioti, la seconda prendere la testa dei movimenti per farli abortire.
Bisogna diffidare di tutti coloro che si presentano con automobili prestigiose e vivono in ville bellissime e affermano che loro stanno bene, con una professione che li gratifica sia dal punto di vista economico che sociale, e lottano per un Veneto diverso per questioni di coscienza e moralità!
Si può tranquillamente dire che il processo rivoluzionario è nelle mani di chi lotta per un Veneto dove essi siano in grado di arrivare alla quarta settimana del mese con dignità e libertà.
Tutti i Veneti devono unirsi e lottare per l’Indipendenza Totale della nostra VENETA PATRIA

Germano Battilana