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Intervista di Valerio Serraglia ad Andrey Nikitin

Andrei Nikitin

Nato a Mosca nel 1979. Si è laureato all’Università Statale di Management (Mosca). PhD in scienze economiche (2006), EMBA Stockholm School of Economics (2008).

Per gli ultimi 10 anni ha insegnato all’Università Statale di Management.

Nel 2002 copre la carica di Amministratore Delegato della compagnia “STEKLONiT” a Ufa. In seguito è diventato il Direttore Generale del Gruppo delle compagnie “Ruscomposit” (2009-2011).

Sotto la sua direzione la compagnia è diventata leader nella produzione di materiali compositi, fibre di vetro, materiali geosintetici.

Da luglio 2011 è Amministratore Delegato dell’Agenzia delle Iniziative Strategiche.

1° domanda: Le sanzioni dell’Unione Europea contro la Federazione Russa possono rappresentare un stimolo, anziché un ostacolo per il suo sviluppo, chiudendo sul piano economico con il passato, proiettandola verso il terzo millennio?

Risposta di A.N.

Credo che questa opportunità sia buona per poter valutare le nostre possibilità, e per vedere quali sono i limiti di amicizia tra i politici europei e russi; io lavoro molto con imprenditori italiani: nessuno di loro mi ha mai detto che è contento delle sanzioni. Adesso le società italiane non vogliono solo vendere in Russia, ma anche produrre; questa è una buona cosa ed è un esempio anche la manifattura di Volga. Io vedo società industriali italiane che vengono in Russia, spero ne vengano altre, noi creiamo delle condizioni con poca burocrazia, con un regime fiscale agevolato, con tanti incentivi, quindi penso che le sanzioni siano una buona cosa dal punto di vista a lungo termine.

2° domanda: E’ pensabile un miglioramento del clima di collaborazione economica e di investimenti tra la Federazione Russa e l’Europa, alla luce dell’attuale disordine geopolitico in Europa, nel Medio Oriente, nel bacino del Mediterraneo?

Risposta di A.N.

Penso che la Russia è un paese europeo, non siamo la Cina, siamo la Russia e facciamo parte dell’Europa. Quindi ritengo che nonostante tutto questo il ventesimo secolo sia stato difficile: c’è stato il comunismo, ci sono state due guerre, ma credo che dobbiamo essere franchi, e sempre con franchezza mettersi d’accordo sulle regole e sui principi della nostra collaborazione, senza essere illusi ma anche senza essere troppo negativi.

Considerazioni di V.S.: I veneti non saranno negativi, vogliamo che ci sia uno sviluppo dei rapporti tra il Popolo Veneto e il Popolo Russo.

3° domanda: La Federazione Russa, in un mutato quadro geopolitico è disposta a riprendere in considerazione la realizzazione del South Stream, nel suo interesse, ma che è anche interesse vitale dei nostri popoli del Sud Europa?

Risposta di A.N.

Non posso commentare; però conosco l’approccio base, che è sempre molto pragmatico. Se qualcuno in Europa volesse tornare al processo del South Stream guarderemo con attenzione a questo progetto.

Considerazioni di V.S.: Io mi esprimo nell’interesse del popolo veneto; noi consideriamo vitale ricevere materie energetiche dalla Federazione Russa, perché indispensabili alla nostra economia.

A.N.: Considerando l’amore che tanti russi nutrono verso l’Italia, la sua cultura, la sua tradizione, la sua storia, la cucina…… dobbiamo dire che anche a noi piacerebbe che l’economia italiana si sviluppasse non attraverso vari mediatori che ci sono, ma direttamente, però sono i politici che si devono mettere d’accordo.

V.S.: Questo è un problema che risolverà il Popolo Veneto!

V.S.: Speriamo di incontrarci di nuovo a San Pietroburgo, l’anno prossimo!

A.N.: Si, si. Io in quanto membro del comitato organizzativo dello SPIEF vi invito a San Pietroburgo; penso che sarà ancora più interessante, in confronto all’anno scorso, e ci saranno tante buone cose da discutere.

V.S.: Grazie della sua disponibilità per questa intervista e dell’invito. Al prossimo anno, a San Pietroburgo!

Verona 23 ottobre 2015