1

Cosa succede quando si dimentica che Gesù era ebreo

Ieri a Rabat il Capo di Stato Vaticano Bergoglio con il Re del Marocco hanno sottoscritto un appello riguardante Gerusalemme.

Leggo quanto hanno dichiarato i due capi di stato e rimango sbigottito https://www.avvenire.it/papa/pagine/accordo-gerusalemme-papa-francesco-re-mohammed-iv-marocco, prima di tutto non capisco l’ingerenza di due sovrani stranieri su una capitale di uno Stato estero (dato che Gerusalemme è la capitale storica ed indivisibile dello Stato d’Israele). Poi scorro quanto hanno firmato e mi sembra chiaramente di essere di fronte ad un documento che si fonda solo sulla mistificazione della realtà, o come si usa dire oggi sulle fake news.

Bergoglio firmando questo appello ha negato il nome stesso della città sdoganando quella che è la toponomastica araba Al Qods al fianco del nome usato nella cristianità ma cancellando il nome storico ovvero quello ebraico יְרוּשָׁלַיִם (Yerushaláyim), ciò dal punto di vista storico e religioso è un insulto oltre che ovviamente un atto di antisemitismo.

Leggendo la fila di fandonie firmate si vede l’auspicio che Gerusalemme sia preservata come patrimonio mondiale dell’umanità. Per ristabilire la verità storica in questa epoca di pressapochismo è bene affermare che Gerusalemme è patrimonio principalmente del Popolo Ebraico e solo in quanto tale diventa patrimonio dell’umanità. Non dichiarare la peculiarità ebraica di Gerusalemme è il preludio a negarne la sua stessa esistenza a favore di una riscrittura della storia serva solo del relativismo culturale. A Gerusalemme fu edificato il tempio che custodì l’arca dell’alleanza in cui erano contenute le tavole della legge consegnate a Moshe e al Popolo Ebraico, è città santa per i cristiani in quanto Gesù era ebreo, ma non si capisce cosa centri con l’islam dato che nel corano non viene mai nominata e l’unica citazione è il presunto viaggio notturno di Maometto (Isra e Miraj) in cui Allah lo trasportò dalla Moschea sacra della Mecca alla Moschea più lontana (Al-Aqsa). Ma è ormai ovvio che con la scusa di considerare genericamente tutto come patrimonio dell’umanità si tende a cancellare ogni specificità, fino a negare il legame dei Popoli con la propria storia e con la terra su cui da sempre hanno vissuto.

Continuando nella carrellata che si legge in questo assurdo appello ci soffermiamo nell’auspicio che a Gerusalemme sia garantita la piena libertà di accesso ai fedeli di ogni religione e la libertà di culto. Ma di cosa stiamo parlando? Israele è l’unico posto nel Medioriente in cui ognuno può praticare liberamente la propria religione, e queste libertà si sono estese anche a tutta Gerusalemme dopo la sua liberazione ed unificazione nel 1967 (la stessa libertà ad esempio non era garantita agli ebrei quando la città vecchia di Gerusalemme era sotto amministrazione giordana, dato che tutte le sinagoghe erano state profanate e vietata la preghiera al Kotel-muro del pianto).

Veramente non capisco il perché di questo appello….anzi purtroppo ne capisco le ragioni e le motivazioni. È chiaro l’odio di Bergoglio verso gli ebrei ed il loro Stato, è palese che è più preoccupato di legittimare l’odio dei terroristi verso Israele piuttosto che denunciare le vere persecuzioni dei cristiani nel mondo islamico. Ormai dopo il golpe che ha rovesciato il pontificato di Benedetto XVI ci troviamo di fronte allo sgretolamento e all’implosione del cattolicesimo, c’è un arretramento culturale cattolico nascosto da uno pseudo buonismo in cui vengono legittimate tutte le aberrazioni dell’islam come la sottomissione delle donne, l’uccisione degli infedeli e comunque di chi non la pensa come dettato dal corano, la negazione dei valori etici contenuti nella bibbia, fino ad arrivare alla legittimazione dell’invenzione del Gesù palestinese nella misura in cui Bergoglio celebra messe sotto un Gesù bambino avvolto dalla kefiah. Bergoglio non rappresenta i valori contenuti nei dieci comandamenti: oramai con i suoi atti si è messo al di fuori della stessa dottrina cristiana.

Venezia-Longarone, 31 marzo 2019

 

                                                                                     per il Veneto Serenissimo Governo

il Presidente Luca Peroni

 

Veneto Serenissimo Governo