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In Risposta a Luca Zaia

Pubblichiamo il pensiero del presidente del Veneto Serenissimo Governo, Luca Peroni, in combinazione allo scritto di Luca Zaia apparso oggi, 25 Aprile 2020, su Facebook.

25 APRILE, LA MIA LETTERA APERTA AI VENETI.

75 anni fa l’Italia viveva il momento del riscatto, della liberazione e iniziava il cammino della rinascita e della ricostruzione. Oggi, a tre quarti di secolo di distanza, c’è una nuova ricostruzione tutta da scrivere, un Paese da reinventare. La domanda che i giovani della Resistenza si facevano allora è “Come vorremmo vivere domani?”. E’ la stessa domanda di oggi, un Paese da ripensare.La lotta di Liberazione fu impegno e sacrificio di popolo, un fatto corale e doloroso. Oggi come ieri avvertiamo tutti il bisogno di un clima di ritrovata fiducia e collaborazione per riuscire ad affrontare insieme questa nuova emergenza, per superare il rischio di una crisi che si preannuncia la peggiore dal dopoguerra. Non vogliamo, e non dobbiamo permettere, che questa emergenza allarghi le distanze e le disuguaglianze tra tutelati e precari, tra chi sta meglio e gli ultimi della fila.Il primo pensiero corre oggi a chi la guerra e la Resistenza l’ha fatta due volte: la prima, allora, contro un nemico visibile, contro un esercito invasore; la seconda, oggi, contro un nemico invisibile e subdolo. Molti delle oltre 1200 vittime venete del virus appartenevano a quella generazione che è stata protagonista degli anni della Ricostruzione. Sono i nostri nonni, protagonisti di una storia di orgoglio, fatica, immigrazione, povertà, ma anche di riscatto, lavoro, intrapresa, lingua e cultura, che ha fatto grande questo Veneto, non solo nel benessere, ma soprattutto nell’aspirazione alla libertà e alla giustizia. Dobbiamo rendere onore anche a chi non è caduto allora, ma purtroppo cade oggi, con un pensiero di Seneca, preso a prestito dal De brevitate vitae : “Nessuno ti renderà gli anni, nessuno ti restituirà te stesso (…) tu sei affaccendato, la vita si affretta: e intanto sarà lì la morte, per la quale, tu voglia o no, devi avere tempo”.A loro va il nostro silenzioso ricordo e omaggio, insieme a quello che tributiamo ai tanti veneti che combatterono ieri fino a dare la vita per libertà e giustizia: medici come Flavio Busonera; sacerdoti come don Giovanni Apolloni; vescovi come mons. Girolamo Bortignon; giovanissime staffette come Tina Anselmi; giuristi come Silvio Trentin; intellettuali come il rettore Concetto Marchesi; insegnanti di scuola come il professor Mario Todesco e tanti altri che vivono nei nomi delle nostre strade e delle nostre scuole e istituti, oltre a tutti quelli che non hanno avuto gli onori dei libri di storia ma che sono stati determinanti per l’affermazione della libertà.“L’applauso più sentito è il solenne silenzio”, scriveva Egidio Meneghetti, il farmacologo della scuola di Medicina dell’Ateneo patavino, che divenne rettore dell’Università di Padova all’indomani della Liberazione, mentre ricordava il sacrificio di tanti studenti e docenti di quello che era l’ateneo della regione. Quella stessa università, medaglia d’oro della Resistenza per il valore militare, alla quale guardiamo oggi come punto di riferimento della ricerca scientifica e delle scienze mediche nella battaglia contro questa pandemia. Una battaglia che ci vede tutti protagonisti di un inedito percorso di resilienza e di ritrovato impegno a liberare le energie migliori per la nuova ricostruzione che ci attende.LUCA ZAIA

La risposta del Presidente Luca Peroni

Luca,le battaglie sono molte,quelle fatte e quelle da fare,quelle vinte e quelle perse, l’importante è avere chiaro l’obiettivo finale e cioè la libertà e la giustizia che il popolo veneto ha dimostrato di avere e di difendere soprattutto nei momenti difficili . Il Faro per noi veneti è senza ombra di dubbio la millenaria esperienza della veneta serenissima Repubblica, un gioiello invidiato in tutto il mondo per la sua equità e la sua giustizia sociale amato e difeso con orgoglio da molte generazioni libere ed orgogliose di esserlo. Si sa’ che le cose belle ,o te le rubano o te le distruggono,e così noi veneti siamo rimasti orfani della nostra madre, la sola per secoli, ma il mondo deve sapere che noi come amanti degli ideali più alti, lo sappiamo il torto che abbiamo subito e difenderemo per sempre la nostra storia e soprattutto nostra madre con l’obiettivo di farla rinascere come e meglio di prima; dopo la chiara volontà espressa dai veneti con il referendum del 2017 non ci sono più alibi per nessuno, il popolo veneto è pronto a riprendere il cammino verso la libertà e l’indipendenza, senza più catene. Il veneto serenissimo governo come nel 1997 e come nel 2017 sarà pronto a fare la sua parte. W San Marco

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