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Da un Veneto della diaspora

Ecco il testo

Sono un Veneto della diaspora che, per ragioni di lavoro, da oltre 30 anni vive in Piemonte. Nativo di Valdagno, nella splendida provincia di Vicenza, non trascorro giorno senza sentire la nostalgia della mia terra. Ho 61 anni e, purtroppo, i miei genitori e quasi tutti i miei parenti sono mancati da tempo. Mi rimane solo una cugina che vive e a Fonte, paese che lei conoscerà benissimo. Sono sposato con una piemontese che però adora la mia amata Patria (il Veneto intendo, non l’Italia). Da due anni combatto contro il cancro ed una conseguente depressione che devo tenere sotto controllo farmacologico. Ma le assicuro che quando potevo tornare a Valdagno, riuscivo a recuperare le forze. Ero tra la mia gente, parlavo la mia lingua, respiravo il profumo della mia terra. Un altro mondo rispetto al Piemonte dove, con tutto il rispetto, la triste mentalità sabauda è ancora molto viva tra la gente. Noi siamo i figli della Serenissima, un popolo fiero, libero, generoso e, soprattutto, coraggioso. La bandiera con il Leone di San Marco è qui, in bella vista nel mio salotto e nell’intimo del mio cuore. Sono stato un leghista della prima ora, delegato al congresso di Pieve Emanuele nel lontano 1991, quello, per intenderci, che sancì la nascita della Lega Nord, ma, prima di allora, già ero iscritto alla Liga. Poi, tutto andò a ramengo…..
«Venezia, unico albergo a dì nostri di libertà, di giustizia, di pace, unico rifugio de’ buoni, città ricca d’oro ma più di nominanza, potente di forze ma più di virtù, sopra solidi marmi fondata, ma sopra più solide basi di civile concordia ferma ed immobile, e meglio che dal mare ond’è cinta, dalla prudente sapienza de’ figli suoi munita e fatta sicura.» Questa frase fu scritta da Francesco Petrarca nelle sue Epistoles nel 1364. La Repubblica di Venezia durò dal 697 al 1797, anno in cui Napoleone pose fine alla millenaria vita della nostra Serenissima. In un millennio si è forgiato il nostro essere Veneti, un popolo fiero delle proprie tradizioni, della propria lingua, della propria ricca e stupenda cultura. Solidarietà di popolo, senso civico, generosità, orgoglio per il proprio passato e spirito di indipendenza è ciò che ci ha sempre contraddistinto e sempre ci contraddistinguerà. Che il vento del Leone soffi sempre più forte! Questo è il mio auspicio da Veneto della diaspora che presto, mi auguro, potrà rientrare nella propria amata terra. Un abbraccio a tutti voi.

Lettera firmata