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L’italia è solo un’espressione geografica

Di fronte alla gestione del Covid 19 l’italia ha dimostrato per l’ennesima volta tutta la propria inconsistenza, tutto il proprio non senso di esistere, tutta la propria nullità, ovvero il fatto che sempre più si conferma solo ed esclusivamente un’espressione geografica.

C’è un teatrino drammatico nella contrapposizione Stato centrale-Regioni: la sintesi di questa dicotomia rappresenta il procedere della storia unitaria italiana e si racchiude nell’adagio gattoppardiano “se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Nessuna istituzione italiana riesce a fare la differenza, nessuna calata a Roma cambierà mai le cose, il sistema così come è stato concepito tende solo a fagocitare ogni istanza di cambiamento: le regole italiane, se così possiamo definirle, tendono solo a perpetuare il potere di chi lo detiene. Se vogliamo cambiare realmente lo status quo dobbiamo agire in modo differente, dobbiamo cambiare le regole del gioco, ovvero le dobbiamo adattare alle nostre peculiarità, così come fu per la nascita del rugby: la leggenda narra che il rugby nacque durante una partita di calcio in cui un giocatore afferrò la palla con le mani e corse senza mai voltarsi finché non arrivò sulla linea di marcatura. Lì depositò finalmente la palla a terra… Anche se leggenda, ciò ci insegna quanto può fare la sete di libertà e ribellione.

In Veneto recentemente, con il referendum del 2017 e nelle elezioni del 2020, abbiamo dimostrato che le logiche destra-sinistra non ci appartengono: noi siamo Veneti, e vogliamo che chi ci rappresenta tuteli gli interessi del Veneto nella sua totalità. Per proteggere i Veneti bisogna abbandonare i teatrini dei riti della politica italiana, e se l’italia non vuole trattare se ne assumerà tutte le responsabilità: noi Veneti torneremo ad essere Stato indipendente a prescindere dalle bizze italiane perché non siamo disposti a morire con lei. Altresì non siamo disponibili a credere alle promesse europee di presunti aiuti, l’UE è solo una sanguisuga che vuole renderci schiavi di regole e meccanismi assurdi, e i soldi promessi non esistono e valgono meno dei soldi del monopoli (i quali almeno durante il gioco si possono vedere e toccare).

Noi veneti abbiamo già ribadito il nostro diritto all’autodeterminazione, ora è necessario che il Consiglio Regionale ratifichi quanto già votato dal Popolo ed agisca come Assemblea Costituente. Chi alle ultime elezioni ha avuto l’incarico dai Veneti di traghettarci verso l’autonomia deve essere conscio che l’italia vuole addirittura togliere anche le poche materie (tra cui la sanità) che ora sono gestite dalle regioni, e che l’unica via per salvare il salvabile, e quindi dare un futuro degno di essere vissuto a tutti i veneti, è quello di proclamare l’indipendenza totale della Veneta Patria.

Se chi amministra ora il Veneto non avrà la determinazione di compiere ciò che va fatto per salvare la nostra terra ed il nostro popolo dal disastro italiano, noi come Veneto Serenissimo Governo, quali eredi e continuatori della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, con l’aiuto ed il supporto del Popolo Veneto siamo pronti a fare quanto è previsto dal diritto internazionale per porre le basi affinché il Veneto torni alla piena sovranità, per non essere così più schiavi a casa nostra, e non essere più trattati come macchiette dai comici prezzolati dello stato occupante italiano. Siamo disposti a guidare i Veneti con la stessa creatività di chi ha deciso di non sottostare alle regole dando il via al gioco del rugby…… Veneti, se ci state, noi ci siamo! 

Venezia-Longarone 06 dicembre 2020

Per il Veneto Serenissimo Governo

Il Presidente Luca Peroni

Veneto Serenissimo Governo