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Il Veneto Serenissimo Governo sostiene l’operazione antiterrorismo del governo d’Israele contro il regime iraniano

Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, appoggia incondizionatamente l’operazione antiterrorismo del Governo di Gerusalemme contro il regime nazi-islamista dell’Iran.Lo Stato d’Israele ha reagito dopo aver subito innumerevoli minacce e diversi attacchi missilistici, e a fronte del sostegno iraniano alle entità terroristiche di Hamas, Hezbollah e Huthi.L’operazione dello Stato Israele è un atto di autodifesa rispetto all’aggressiva politica nucleare dell’Iran.Lo Stato d’Israele ha il diritto a vivere all’interno di confini stabili, sicuri e difendibili con Gerusalemme capitale unica e indivisibile.Gli Stati del consesso internazionale devono scegliere da che parte stare: o con il terrorismo islamico o con lo Stato d’Israele. Il regime iraniano deve essere eliminato, ed è inaccettabile che sia stato permesso a dei terroristi di operare impunemente arricchendo l’uranio per scopi bellici.Il Veneto Serenissimo Governo rinnova la propria amicizia con il Popolo Ebraico e lo Stato d’Israele.Ufficio di Presidenza del Veneto Serenissimo Governo




9 maggio 1945: Ottantesimo anniversario della Vittoria contro la canaglia Nazifascista

Il 1° maggio 1945 sul Reichstag di Berlino è stata issata la bandiera di tutti i combattenti che hanno lottato, e vinto, sui criminali che volevano asservire l’umanità ai loro disegni.Bisogna ricordare che quella è stata una battaglia; la lotta contro quell’idea di schiavizzare gli esseri umani e la natura continua.Le battaglie di Stalingrado, di Leningrado, di Iwo Jima, il sangue versato dai resistenti in Europa e nel resto del mondo per eliminare la belva che ha la responsabilità del massacro di 6 milioni di ebrei, di 27 milioni di russi, e di altri 27 milioni di esseri umani devono continuare, a 80 anni di distanza, perché gli eredi di quella feccia si stanno riarmando e preparando a una nuova guerra; vedi l’aggressione al centro dell’Europa, contro l’Ucraina e la Russia, vedi l’aggressione e il tentativo di sterminare il popolo ebraico da parte degli eredi e seguaci (Hamas) del gran Mufti di Gerusalemme Amin al-Husseini, alleato di Hitler e guida spirituale e materiale delle SS musulmane, agli ordini di Himmler.Non è un caso che nelle terre dove si è sviluppata l’ideologia nazista allora, oggi si vuole riarmare, per una nuova guerra di rivincita: Germania, Estonia, Lituania, Lettonia, Finlandia.Non bisogna mai dimenticare che tutti i banditi che volevano dominare l’Europa (Napoleone e Hitler) hanno tentato di eliminare il loro principale ostacolare a questo disegno, la Russia, pagandone le conseguenze personali e nel contempo distruggendo per 2 volte l’Europa.Oggi i popoli europei, e non solo, devono coalizzarsi contro la guerra e impedire che l’Europa venga distrutta per la terza volta.Niente soldi, niente armi alla feccia nazifascista. Cacciamola nel loro regno: la pattumiera della storia.Tutti noi siamo responsabilità del nostro destino, siamone degni.Venezia-Longarone 08 maggio 2025Per il Veneto Serenissimo Governo.

Il Vicepresidente Valerio Serraglia




Veneto Serenissimo Governo al fianco della Repubblica dell’India

Il Veneto Serenissimo Governo è al fianco dell’India nella sua operazione militare contro il terrorismo pakistano.
Tutti gli Stati liberi si devono unire compatti nella guerra contro il terrorismo islamico.




Appello al Popolo Veneto e ai fratelli della diaspora

Gli occupanti italiani sempre più si dimostrano per quelli che sono sempre stati: oppressori e succhiasangue del nostro popolo, con il referendum truffa del 1866 hanno cercato di distruggere il Veneto per giustificare l’occupazione, creando le premesse per la diffusione della pellagra, costringendoci all’emigrazione in ogni parte del mondo, facendoci combattere una guerra devastante (1° guerra mondiale) con morti e distruzioni inenarrabili, deportando le nostre genti nelle parti peggiori dell’italia: paludi, territori inospitali, monti impervi che neanche i locali volevano coltivare,

Nella 2° guerra mondiale hanno inviato i nostri giovani a morire nei deserti africani e nelle steppe russe senza armi, senza un adeguato vestiario, con scarponi di cartone, hanno venduto alla Germania nazista la provincia di Belluno.

Finita la guerra ci hanno venduto come schiavi al Belgio, alla Francia e alla Germania nelle miniere di carbone, ogni veneto era scambiato con sacchi di carbone. Abbiamo sfamato le nostre famiglie con le rimesse, ricostruito un Veneto degno del nostro passato; dimostrando di essere in grado di gestire la nostra terra.

Il 09 maggio del 1997 con la liberazione di piazza San Marco abbiamo lanciato un forte messaggio a tutto il mondo ricordando l’occupazione illegale del Veneto da parte italiana, la risposta dai nostri fratelli emigrati si è fatta sentire: negli anni abbiamo coltivato varie amicizie con i molti patrioti sparsi nei vari continenti che vogliono informarsi sulla situazione veneta e cercare di collaborare con la madrepatria, sia per tenere vive le loro tradizioni, e nella speranza, per chi lo volesse, di ritornare a casa, ricordiamo che Radio Nazionale Veneta è stata, negli ultimi mesi, tra i 100 “podcast” più seguiti in Brasile.

Adesso i parassiti che governano a Roma, e occupano illegalmente le nostre terre vogliono togliere il diritto dei veneti della diaspora a essere veneti con leggi capestro. Quando vi vengono a chiedere il voto prendeteli a calci, ricordatevi che questi politici sono i successori di tutti quei falsi amici che fin dall’inizio dell’emigrazione veneta vi hanno ingannato promettendovi aiuto e i riconoscimenti che meritavate presso le istituzioni italiane senza però arrivare a nulla di concreto, solo un Veneto indipendente garantirà il vostro ritorno e la giusta riconoscenza.

Ricordiamoci sempre che l’emigrazione di migliaia di Veneti, (ma non solo), non può essere catalogata come migrazione ciclica e spontanea di lavoratori che cercano fortuna in giro per il mondo, è stata causata dal regime italiano che con le sue tasse, vedi tassa sul macinato, e le sue discriminazioni,  non ha fatto altro che impoverire fino alla fame i popoli che aveva appena conquistato, non per niente la fuga dai territori della penisola italiana è iniziata negli anni 60 del diciannovesimo secolo appunto subito dopo l’unificazione di questo stato fallito. 

A tutto questo bisogna ribellarsi, costruiamo comitati per la libertà della nostra patria, non date ascolto ai vari rappresentanti italiani, che da una parte vi danno pacche sulle spalle, organizzano eventi culturali il più delle volte inutili teatrini, vi illudono facendovi credere che sono amici e che stanno lavorando per voi ma alla fine usano le vostre sofferenze e speranze solo per i loro tornaconti elettorali e si dimenticano delle promesse fatte.

Nel 2017 abbiamo democraticamente, attraverso un referendum, dimostrato di volere la nostra libertà vincendolo con il 98,10% dei consensi, ma saranno i Veneti che dovranno scegliere il grado di libertà che meritano, e avremo bisogno di tutti i patrioti, anche dei nostri fratelli della diaspora.

Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, è al vostro fianco e Radio Nazionale Veneta è la vostra voce, ascoltatela usatela e diffondiamola il più possibile in tutto il mondo.

Venezia-Longarone 06 Maggio 2025

Ufficio di Presidenza

Veneto Serenissimo Governo




San Marco Evangelista

Riproponiamo

Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della cultura, della storia e delle tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, augura a tutti i Veneti in patria ed all’estero un buon 25 aprile in onore del loro S. patrono S. Marco Evangelista.In questo momento di grave crisi identitaria della nostra società , tutti i veneti devono unirsi  per la lotta contro l’oscurantismo totalitario del terrorismo internazionale che minaccia i nostri valori di libertà, adottando come simbolo il leone marciano autentico collante dei nostri antenati che lottarono con vero spirito patriottico contro tutte le intolleranze per una società ed una repubblica in grado di soddisfare criteri di uguaglianza e timocrazia senza pari nella storia.

W S. MARCO EVANGELISTA E MARTIRE DI TUTTI GLI UOMINI LIBERI

San Marco Evangelista
25 aprile
 
sec. I
 
Ebreo di origine, nacque probabilmente fuori della Palestina, da famiglia benestante. San Pietro, che lo chiama «figlio mio», lo ebbe certamente con sé nei viaggi missionari in Oriente e a Roma, dove avrebbe scritto il Vangelo. Oltre alla familiarità con san Pietro, Marco può vantare una lunga comunità di vita con l’apostolo Paolo, che incontrò nel 44, quando Paolo e Barnaba portarono a Gerusalemme la colletta della comunità di Antiochia. Al ritorno, Barnaba portò con sé il giovane nipote Marco, che più tardi si troverà al fianco di san Paolo a Roma. Nel 66 san Paolo ci dà l’ultima informazione su Marco, scrivendo dalla prigione romana a Timoteo: «Porta con te Marco. Posso bene aver bisogno dei suoi servizi». L’evangelista probabilmente morì nel 68, di morte naturale, secondo una relazione, o secondo un’altra come martire, ad Alessandria d’Egitto. Gli Atti di Marco (IV secolo) riferiscono che il 24 aprile venne trascinato dai pagani per le vie di Alessandria legato con funi al collo. Gettato in carcere, il giorno dopo subì lo stesso atroce tormento e soccombette. Il suo corpo, dato alle fiamme, venne sottratto alla distruzione dai fedeli. Secondo una leggenda due mercanti veneziani avrebbero portato il corpo nell’828 nella città della Venezia. (Avvenire)
 
Patronato:Segretarie
Etimologia:Marco = nato in marzo, sacro a Marte, dal latino

Emblema:Leone

 
 
La figura dell’evangelista Marco, è conosciuta soltanto da quanto riferiscono gli Atti degli Apostoli e alcune lettere di s. Pietro e s. Paolo; non fu certamente un discepolo del Signore e probabilmente non lo conobbe neppure, anche se qualche studioso lo identifica con il ragazzo, che secondo il Vangelo di Marco, seguì Gesù dopo l’arresto nell’orto del Getsemani, avvolto in un lenzuolo; i soldati cercarono di afferrarlo ed egli sfuggì nudo, lasciando il lenzuolo nelle loro mani.
Quel ragazzo era Marco, figlio della vedova benestante Maria, che metteva a disposizione del Maestro la sua casa in Gerusalemme e l’annesso orto degli ulivi.
Nella grande sala della loro casa, fu consumata l’Ultima Cena e lì si radunavano gli apostoli dopo la Passione e fino alla Pentecoste. Quello che è certo è che fu uno dei primi battezzati da Pietro, che frequentava assiduamente la sua casa e infatti Pietro lo chiamava in senso spirituale “mio figlio”.
 
Discepolo degli Apostoli e martirio
 
Nel 44 quando Paolo e Barnaba, parente del giovane, ritornarono a Gerusalemme da Antiochia, dove erano stati mandati dagli Apostoli, furono ospiti in quella casa; Marco il cui vero nome era Giovanni usato per i suoi connazionali ebrei, mentre il nome Marco lo era per presentarsi nel mondo greco-romano, ascoltava i racconti di Paolo e Barnaba sulla diffusione del Vangelo ad Antiochia e quando questi vollero ritornarci, li accompagnò.
Fu con loro nel primo viaggio apostolico fino a Cipro, ma quando questi decisero di raggiungere Antiochia, attraverso una regione inospitale e paludosa sulle montagne del Tauro, Giovanni Marco rinunciò spaventato dalle difficoltà e se ne tornò a Gerusalemme.
Cinque anni dopo, nel 49, Paolo e Barnaba ritornarono a Gerusalemme per difendere i Gentili convertiti, ai quali i giudei cristiani volevano imporre la legge mosaica, per poter ricevere il battesimo.
Ancora ospitati dalla vedova Maria, rividero Marco, che desideroso di rifarsi della figuraccia, volle seguirli di nuovo ad Antiochia; quando i due prepararono un nuovo viaggio apostolico, Paolo non fidandosi, non lo volle con sé e scelse un altro discepolo, Sila e si recò in Asia Minore, mentre Barnaba si spostò a Cipro con Marco.
In seguito il giovane deve aver conquistato la fiducia degli apostoli, perché nel 60, nella sua prima lettera da Roma, Pietro salutando i cristiani dell’Asia Minore, invia anche i saluti di Marco; egli divenne anche fedele collaboratore di Paolo e non esitò di seguirlo a Roma, dove nel 61 risulta che Paolo era prigioniero in attesa di giudizio, l’apostolo parlò di lui, inviando i suoi saluti e quelli di “Marco, il nipote di Barnaba” ai Colossesi; e a Timoteo chiese nella sua seconda lettera da Roma, di raggiungerlo portando con sé Marco “perché mi sarà utile per il ministero”.
Forse Marco giunse in tempo per assistere al martirio di Paolo, ma certamente rimase nella capitale dei Cesari, al servizio di Pietro, anch’egli presente a Roma. Durante gli anni trascorsi accanto al Principe degli Apostoli, Marco trascrisse, secondo la tradizione, la narrazione evangelica di Pietro, senza elaborarla o adattarla a uno schema personale, cosicché il suo Vangelo ha la scioltezza, la vivacità e anche la rudezza di un racconto popolare.
Affermatosi solidamente la comunità cristiana di Roma, Pietro inviò in un primo momento il suo discepolo e segretario, ad evangelizzare l’Italia settentrionale; ad Aquileia Marco convertì Ermagora, diventato poi primo vescovo della città e dopo averlo lasciato, s’imbarcò e fu sorpreso da una tempesta, approdando sulle isole Rialtine (primo nucleo della futura Venezia), dove si addormentò e sognò un angelo che lo salutò: “Pax tibi Marce evangelista meus” e gli promise che in quelle isole avrebbe dormito in attesa dell’ultimo giorno.
Secondo un’antichissima tradizione, Pietro lo mandò poi ad evangelizzare Alessandria d’Egitto, qui Marco fondò la Chiesa locale diventandone il primo vescovo.
Nella zona di Alessandria subì il martirio, sotto l’imperatore Traiano (53-117); fu torturato, legato con funi e trascinato per le vie del villaggio di Bucoli, luogo pieno di rocce e asperità; lacerato dalle pietre, il suo corpo era tutta una ferita sanguinante.
Dopo una notte in carcere, dove venne confortato da un angelo, Marco fu trascinato di nuovo per le strade, finché morì un 25 aprile verso l’anno 72, secondo gli “Atti di Marco” all’età di 57 anni; ebrei e pagani volevano bruciarne il corpo, ma un violento uragano li fece disperdere, permettendo così ad alcuni cristiani, di recuperare il corpo e seppellirlo a Bucoli in una grotta; da lì nel V secolo fu traslato nella zona del Canopo.
Il Vangelo
 
Il Vangelo scritto da Marco, considerato dalla maggioranza degli studiosi come “lo stenografo” di Pietro, va posto cronologicamente tra quello di s. Matteo (scritto verso il 40) e que
llo di s. Luca (scritto verso il 62); esso fu scritto tra il 50 e il 60, nel periodo in cui Marco si trovava a Roma accanto a Pietro.
È stato così descritto: “Marco come fu collaboratore di Pietro nella predicazione del Vangelo, così ne fu pure l’interprete e il portavoce autorizzato nella stesura del medesimo e ci ha per mezzo di esso, trasmesso la catechesi del Principe degli Apostoli, tale quale egli la predicava ai primi cristiani, specialmente nella Chiesa di Roma”.
Il racconto evangelico di Marco, scritto con vivacità e scioltezza in ognuno dei sedici capitoli che lo compongono, seguono uno schema altrettanto semplice; la predicazione del Battista, il ministero di Gesù in Galilea, il cammino verso Gerusalemme e l’ingresso solenne nella città, la Passione, Morte e Resurrezione.
Tema del suo annunzio è la proclamazione di Gesù come Figlio di Dio, rivelato dal Padre, riconosciuto perfino dai demoni, rifiutato e contraddetto dalle folle, dai capi, dai discepoli. Momento culminante del suo Vangelo, è la professione del centurione romano pagano ai piedi di Gesù crocifisso: “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio”, è la piena definizione della realtà di Gesù e la meta cui deve giungere anche il discepolo.
 
Le vicende delle sue reliquie – Patrono di Venezia
 
La chiesa costruita al Canopo di Alessandria, che custodiva le sue reliquie, fu incendiata nel 644 dagli arabi e ricostruita in seguito dai patriarchi di Alessandria, Agatone (662-680), e Giovanni di Samanhud (680-689).
E in questo luogo nell’828, approdarono i due mercanti veneziani Buono da Malamocco e Rustico da Torcello, che s’impadronirono delle reliquie dell’Evangelista minacciate dagli arabi, trasferendole a Venezia, dove giunsero il 31 gennaio 828, superando il controllo degli arabi, una tempesta e l’arenarsi su una secca.
Le reliquie furono accolte con grande onore dal doge Giustiniano Partecipazio, figlio e successore del primo doge delle Isole di Rialto, Agnello; e riposte provvisoriamente in una piccola cappella, luogo oggi identificato dove si trova il tesoro di San Marco.
Iniziò la costruzione di una basilica, che fu portata a termine nell’832 dal fratello Giovanni suo successore; Dante nel suo memorabile poema scrisse. “Cielo e mare vi posero mano”, ed effettivamente la Basilica di San Marco è un prodigio di marmi e d’oro al confine dell’arte.
Ma la splendida Basilica ebbe pure i suoi guai, essa andò distrutta una prima volta da un incendio nel 976, provocato dal popolo in rivolta contro il doge Candiano IV (959-976) che lì si era rifugiato insieme al figlio; in quell’occasione fu distrutto anche il vicino Palazzo Ducale.
Nel 976-978, il doge Pietro Orseolo I il Santo, ristrutturò a sue spese sia il Palazzo che la Basilica; l’attuale ‘Terza San Marco’ fu iniziata invece nel 1063, per volontà del doge Domenico I Contarini e completata nei mosaici e marmi dal doge suo successore, Domenico Selvo (1071-1084).
La Basilica fu consacrata nel 1094, quando era doge Vitale Falier; ma già nel 1071 s. Marco fu scelto come titolare della Basilica e Patrono principale della Serenissima, al posto di s. Teodoro, che fino all’XI secolo era il patrono e l’unico santo militare venerato dappertutto.
Le due colonne monolitiche poste tra il molo e la piazzetta, portano sulla sommità rispettivamente l’alato Leone di S. Marco e il santo guerriero Teodoro, che uccide un drago simile ad un coccodrillo.
La cerimonia della dedicazione e consacrazione della Basilica, avvenuta il 25 aprile 1094, fu preceduta da un triduo di penitenza, digiuno e preghiere, per ottenere il ritrovamento delle reliquie dell’Evangelista, delle quali non si conosceva più l’ubicazione.
Dopo la Messa celebrata dal vescovo, si spezzò il marmo di rivestimento di un pilastro della navata destra, a lato dell’ambone e comparve la cassetta contenente le reliquie, mentre un profumo dolcissimo si spargeva per la Basilica. Venezia restò indissolubilmente legata al suo Santo patrono, il cui simbolo di evangelista, il leone alato che artiglia un libro con la già citata scritta: “Pax tibi Marce evangelista meus”, divenne lo stemma della Serenissima, che per secoli fu posto in ogni angolo della città ed elevato in ogni luogo dove portò il suo dominio.
San Marco è patrono dei notai, degli scrivani, dei vetrai, dei pittori su vetro, degli ottici; la sua festa è il 25 aprile, data che ha fatto fiorire una quantità di detti e proverbi.  Inno a San Marco
Sia eterna, Venezia mia: o immortali dimore
Della giustizia sublime, dell’onore benedetto!
Terra lucente ed eccelsa, scelta dal signore
Come perenne santuario per il suo prediletto:
Marco, santo intrepido, il nostro difensore.
Lodi a te, San Marco, patrono venerato!
Con noi nella grandezza; con noi nella tribolazione
Di questo gioioso gravoso… tu, un tempo perseguitato,
guidaci sul percorso della liberazione.
Tu che oggi dimori accanto al trono del divino
Il tuo popolo non ha mai dimenticato.
Mostra ai tuoi figli il glorioso cammino
Verso la libertà che i tiranni hanno strappato
Dai legittimi cittadini di questa nazione.
Invano gli oppressori di stirpe vilissima
calpestano i nostri diritti, godono di nostro pianto.
Sono polvere nel vento. Eterna è la Serenissima!
Eterno sei tu, o Marco, nostro amatissimo santo!
Guidaci al trionfo! Rinvigorisci la nostra Patria!
Lodi a te, San Marco, santo sereno e audace:
conciliatore, paladino dell’emancipazione.
Con noi nella giusta battaglia, come in tempo di pace…
Con noi nella rinascita e nella risurrezione.
Maria Fasolo




Il presidente Donald Trump risponde al Veneto Serenissimo Governo

“Il presidente  Donald Trump risponde al Veneto Serenissimo Governo”

Il Presidente degli Stati Uniti d’America Donald J. Trump risponde al Veneto Serenissimo Governo rispetto al ruolo dell’America sulla scena mondiale nella prospettiva di un’apertura di relazioni diplomatiche con la ricostituita Veneta Serenissima Repubblica”.

April 8, 2025
  Dear Dr. Serraglia,
Thank you for taking the time to share your views regarding America’s role on the world stage.

Every day, my Administration is proudly advancing policy that puts our citizens, our values, and our Nation first.  When our country is strong, the world is safe—and Americans are secure, prosperous, and free, providing a new era of peace and prosperity worldwide.

On the first day of my term—to protect our Nation’s strength, safety, and success—I signed an Executive Order directing my Secretary of State to ensure that all policies, programs, personnel, and operations at the Department of State defend America’s interests and champion the needs of the American people.  I also ordered an immediate 90-day pause on foreign aid so my Administration can ensure that every American tax dollar spent on foreign assistance advances our interests, reflects our values, and safeguards our security.

As President, I remain steadfastly committed to modernizing our military, bolstering our alliances, and improving our diplomatic capabilities.  My Administration is working to restore our military readiness, purge the illegal and divisive DEI ideology from the ranks of our Armed Forces, and deploy a next-generation missile defense shield to protect our Nation.

Another critical part of defending America’s standing in the world is putting American workers, farmers, and businesses on a level playing field and eliminating our economic dependence on foreign countries.  To achieve this goal, my Administration is prioritizing domestic production and balancing trade through the use of tariffs and increasing domestic manufacturing.  For far too long, poorly negotiated trade deals have crippled American workers by allowing foreign nations to flood our markets with cheap goods while hollowing out our manufacturing base here at home.  This great betrayal of our Nation is finally over—and American workers and manufacturers will soon be thriving and flourishing like never before.

As President, I will never stop fighting for the needs of our citizens and our homeland.  Over are the days of war, poverty, and weakness—and I look forward to working together to usher in a new dawn of American safety, prosperity, and peace.

Thank you again for writing.  May God bless you, and may He continue to bless the United States of America.Sincerely,

Venezia-Longarone 09  Aprile 2025

Ufficio di Presidenza

Veneto Serenissimo Governo




17 marzo: una buona giornata anche per i Veneti

Ripubblichiamo articolo Veneto Serenissimo Governo

Per molti il 17 marzo è una giornata come le altre, per altri è motivo di festeggiamenti: per i nostri amici Irlandesi è la festa del loro amato Patrono San Patrizio ricordato e venerato in tutta Irlanda e in tutto il mondo dagli emigrati di quel paese che non dimenticano la loro storia e le loro tradizioni.

Negli Stati Uniti il 17 marzo 1776 parte della flotta Britannica lascia Boston verso il Canada lasciando campo libero ai Patrioti Americani e aprendo cosi la strada alla dichiarazione d’indipendenza del 4 luglio.

Altri (peraltro pochi) ricordano la data del 1861 e l’infelice nascita dello stato italiano, ricordiamo: nato con la truffa, l’imbroglio e con azioni che nulla hanno a che fare con il Patriottismo, e che ha segnato la storia della penisola con tutte le tragedie e miserie che tutti ben conosciamo senza mai lasciare un segnale positivo nella storia Europea.

Anche per i veneti la data del 17 marzo è importante e da ricordare: nel 1848 dopo le repressioni messe in atto dal potere Austriaco contro i Patrioti Veneti una grande folla riempi piazza San Marco per richiedere la liberazione di Daniele Manin e Niccolò Tommaseo che una volta liberati si adoperarono per la proclamazione della rinata repubblica di San Marco.

Arrivando ai giorni nostri, il 17 marzo segna il ritorno delle rivendicazioni dei Veneti ad avere la possibilità di decidere del loro futuro, in quel giorno nel 1997 ricominciarono le trasmissioni di Radio Nazionale Veneta con la prima interferenza nelle frequenze del telegiornale di rai uno riscuotendo un enorme successo, da quel momento in Veneto il sentimento mai morto verso la nostra storia le nostre tradizioni e la voglia di libertà del nostro Popolo sono cresciute in maniera esponenziale fino ai giorni nostri.

Il Veneto Serenissimo Governo da trent’anni lavora per ridare pace, libertà e il diritto all’autodeterminazione ai Veneti e continuerà a lavorare fino al raggiungimento dell’obbiettivo portando le rivendicazioni del nostro Popolo in tutto il mondo e facendo conoscere la nostra storia e la nostra causa a chiunque voglia ascoltare: di seguito il link alla trasmissione di Telearena con il Presidente Luca Peroni e il Vice presidente Andrea Viviani:

https://www.serenissimogoverno.eu/2017/03/13/telearena-intervista-il-veneto-serenissimo-governo-a-20-anni-dalla-liberazione-di-piazza-s-marco/

A tutti i Veneti che sono stanchi di questo sistema noi diciamo che dobbiamo continuare ad impegnarsi per ridare dignità, speranza e il libero arbitrio al nostro Popolo, e far tornare agli antichi splendori la nostra amata Veneta Serenissima Repubblica.

Longarone, 17 marzo 2017

Il Vice Presidentedel Veneto Serenissimo GovernoAndrea Viviani




Salviamo il mondo da Zelensky

Il Veneto Serenissimo Governo esprime totale sintonia con il Presidente Donald J. Trump rispetto all’atteggiamento avuto da Zelensky mentre era ospite alla Casa Bianca.

La soluzione al conflitto non è quella dell’arroganza presuntuosa di Zelensky che si fa bello nel consesso internazionale con la vita e la morte del proprio popolo, la soluzione è la via diplomatica come ha ripetutamente sottolineato il vicepresidente americano J. D. Vance.

Il Veneto Serenissimo Governo avverte la comunità internazionale che nessun soldato Veneto è disposto a morire in Ucraina per i sogni imperialistici e neocoloniali dell’unione europea, i veneti non sono disponibili ad un’altra Nikolajewka.

Il Veneto Serenissimo Governo ribadisce la propria unità di vedute rispetto ai progetti di pace del Presidente Donald J. Trump e della sua amministrazione.

Venezia-Longarone 02 Marzo 2025
Per il Veneto Serenissimo GovernoIl Vicepresidente

Demetrio Shlomo Yisrael Serraglia




Vance: “L’Europa non può vincere se perde i suoi valori democratici”

Riceviamo e condividiamo l’intervento del Vicepresidente degli Stati Uniti d’America J.D. Vance

Quella che segue è la traduzione italiana integrale del discorso che JD Vance, Vice-Presidente degli Stati Uniti d’America, ha tenuto alla Munich Security Conference, il 14 febbraio 2025.



Grazie a tutti i delegati, luminari e giornalisti qui riuniti. Grazie in particolare agli organizzatori della Conferenza sulla Sicurezza di Monaco per aver organizzato un evento così straordinario. Siamo, ovviamente, entusiasti e felici di essere qui.

Una delle cose di cui volevo parlare oggi sono, naturalmente, i nostri valori condivisi. È bello essere di nuovo in Germania. Come avete sentito prima, ero qui l’anno scorso in qualità di senatore degli Stati Uniti. Ho visto il Segretario agli Esteri [britannico] David Lammy e ho scherzato sul fatto che entrambi l’anno scorso avevamo lavori diversi da quelli che abbiamo ora.

Ma adesso è il momento per tutti i nostri paesi, per tutti noi che siamo stati abbastanza fortunati da ricevere il potere politico dai nostri rispettivi popoli, di usarlo saggiamente – per migliorare le loro vite.

Voglio dire che sono stato fortunato, durante la mia permanenza qui, di trascorrere nelle scorse 24 ore del tempo al di fuori delle quattro mura di questa conferenza. Sono rimasto così colpito dall’ospitalità dimostrata dalle persone, sebbene stiano ancora soffrendo per l’attacco orribile di ieri [attacco terroristico di matrice islamista avvenuto il 13 febbraio 2025 a Monaco, NdR].

La prima volta che sono stato a Monaco fu con mia moglie – che è qui con me oggi – in occasione di un viaggio privato. Ho sempre amato la città di Monaco e ho sempre amato la sua gente. Voglio solo dire che siamo molto commossi, e i nostri pensieri e le nostre preghiere sono con Monaco e con tutti quelli colpiti dal male inflitto a questa bella comunità. Stiamo pensando a voi, stiamo pregando per voi, e certamente faremo il tifo per voi nei giorni e nelle settimane a venire.

[applausi]

Ora, spero che questo non sarà l’ultimo applauso che riceverò.

[risate]

Ci riuniamo oggi, naturalmente, per discutere di sicurezza, e normalmente intendiamo con ciò minacce alla nostra sicurezza esterna. Vedo molti grandi capi militari riuniti qui oggi. Sebbene l’amministrazione Trump è molto impegnata per la sicurezza europea e crede che possiamo arrivare a un accordo ragionevole tra Russia e Ucraina, riteniamo anche che sia importante, nei prossimi anni, che l’Europa faccia un grande passo avanti per provvedere alla propria difesa.

Tuttavia, la minaccia che mi preoccupa di più per l’Europa non è la Russia. Non è la Cina. Non è nessun altro attore esterno. Quello che mi preoccupa è la minaccia interna – il ritiro dell’Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali, valori che sono condivisi con gli Stati Uniti d’America.

Sono rimasto colpito dal fatto che un ex commissario europeo [Thierry Breton, NdR] sia apparso recentemente in televisione mostrandosi entusiasta del fatto che il governo rumeno avesse appena annullato un’intera elezione. Ha avvertito che, se le cose non dovessero andare secondo i piani, la stessa cosa potrebbe accadere anche in Germania.

Ora, queste affermazioni disinvolte suonano scioccanti alle orecchie di un americano.

Per anni ci è stato detto che tutto ciò che finanziamo e supportiamo è fatto nel nome dei nostri valori democratici condivisi.

Tutto – dalla nostra politica sull’Ucraina alla censura digitale – è presentato come una difesa della democrazia.

Ma quando vediamo tribunali europei che annullano elezioni e funzionari di alto livello che minacciano di annullarne altre, dovremmo chiederci se ci stiamo mantenendo a uno standard sufficientemente alto.

E dico “noi” perché fondamentalmente credo che siamo nella stessa squadra. Dobbiamo fare di più che parlare di valori democratici. Dobbiamo viverli.

Molti di voi in questa stanza ricordano, per averlo vissuto, che la Guerra Fredda vide opporsi in questo continente i difensori della democrazia alle forze tiranniche.

Pensate da che parte stessero quelli che censuravano i dissidenti, chiudevano le chiese e annullavano elezioni. Erano i buoni?

Certamente no. E grazie a Dio hanno perso la Guerra Fredda. Hanno perso perché non hanno valorizzato né rispettato tutti i straordinari doni della libertà – la libertà di sorprendere, di fare errori, di inventare, di costruire.

Come si è scoperto, non si può comandare l’innovazione o la creatività, proprio come non si possono costringere le persone a pensare, sentire o credere qualcosa.

Riteniamo che queste cose siano certamente collegate. Purtroppo, quando guardo all’Europa d’oggi, a volte non è così chiaro cosa sia successo ad alcuni dei vincitori della Guerra Fredda. Guardo a Bruxelles, dove i commissari dell’UE avvertono i cittadini di voler chiudere i social media in occasione di disordini pubblici, nel momento in cui dovessero individuare ciò che a loro giudizio sono “contenuti d’odio”.

O a questo stesso paese, dove la polizia ha effettuato retate contro cittadini sospettati di aver pubblicato online commenti anti-femministi, nell’ambito di “Combattere la misoginia su Internet: un giorno d’azione”.

Guardo alla Svezia, dove due settimane fa il governo ha condannato un attivista cristiano per aver partecipato a roghi del Corano, sebbene questi abbiano portato all’omicidio del suo amico. E come ha osservato sinistramente il giudice del caso, le leggi svedesi che dovrebbero proteggere la libera espressione non concedono, di fatto, la libertà di fare o dire qualcosa senza rischiare di offendere il gruppo che detiene quella fede.

E, forse con ancora più preoccupazione, guardo ai nostri cari amici, il Regno Unito, dove il regresso sulla libertà di coscienza ha messo nel mirino i basilari diritti dei britannici religiosi

Poco più di due anni fa, il governo britannico ha accusato Adam Smith-Connor, un fisioterapista cinquantunenne e veterano dell’esercito, del crimine orrendo di essersi messo per tre minuti a 50 metri da una clinica abortiva a pregare silenziosamente.

Lo ha fatto senza ostacolare nessuno. Non interagendo con nessuno. Ha unicamente pregato, in silenzio, da solo. Dopo che le forze dell’ordine britanniche lo hanno individuato e gli hanno chiesto per cosa stesse pregando, Adam ha risposto, né più né meno: “Era per conto del figlio non nato che io e la mia ex fidanzata abbiamo abortito anni prima.”

Be’, gli agenti non si sono commossi.

Adam è stato giudicato colpevole di aver violato la nuova legge del governo sulle “zone cuscinetto”, che criminalizza pregare silenziosamente o fare altre azioni che potrebbero influenzare la decisione di una persona entro 200 metri da una struttura abortiva.

È stato condannato a pagare migliaia di sterline in costi legali per il processo

Vorrei poter dire che questo è stato un caso isolato – un esempio folle e singolare di una legge mal scritta applicata contro una sola persona.

Ma non è così.

Lo scorso ottobre, solo qualche mese fa, il governo scozzese ha iniziato a distribuire lettere ai cittadini le cui case si trovavano all’interno delle cosiddette Zone di Accesso Sicuro, avvertendoli che persino preghiere private, nelle loro stesse case, potrebbero equivalere a violare la legge.

Naturalmente il governo ha esortato i lettori a segnalare qualsiasi cittadino sospettato di crimine di pensiero.

In Gran Bretagna e in tutta Europa, temo che la libertà di parola stia regredendo.

E nel nome della convivenza, amici miei, ma anche nel nome della verità, ammetto che a volte le voci più forti a favore della censura non vengono da dentro l’Europa, ma dal mio stesso paese, dove l’amministrazione precedente ha minacciato e intimidito le società di social media per censurare la cosiddetta disinformazione.

“Disinformazione” quale, per esempio, l’idea che il coronavirus fosse probabilmente fuoriuscito da un laboratorio in Cina.

Il nostro stesso governo ha incoraggiato aziende private a mettere a tacere le persone che osavano dire ciò che si è poi rivelato essere una evidente verità.

Quindi, sono qui oggi non solo con un’osservazione, ma con un’offerta.

E proprio come l’amministrazione Biden sembrare voler disperatamente mettere a tacere le persone che esprimevano la loro opinione, così l’amministrazione Trump farà esattamente il contrario.

E spero che possiamo lavorare insieme su questo.

A Washington c’è un nuovo sceriffo in città, e sotto la guida di Donald Trump, potremo dissentire con le vostre opinioni, ma difenderemo il vostro diritto di esprimerle pubblicamente, concordare o dissentire.

[applausi]

Ora, siamo arrivati al punto, naturalmente, che la situazione è diventata così grave che, questo dicembre, la Romania ha direttamente annullato i risultati di un’elezione presidenziale basandosi sui fragili sospetti di un’agenzia di intelligence e dietro enormi pressioni dai suoi vicini continentali.

Per quanto ne so, la motivazione era che la disinformazione russa avesse infettato le elezioni rumene.

Ma vorrei chiedere ai miei amici europei di guardare un po’ in prospettiva.

Potete credere che sia sbagliato per la Russia comprare pubblicità sui social media per influenzare le vostre elezioni.

Per noi lo è sicuramente.

Potete anche esprimere la vostra condanna sulla scena mondiale.

Ma se la vostra democrazia può essere distrutta con qualche centinaio di dollari in pubblicità digitale da un paese straniero, allora non era molto forte fin dall’inizio.

La buona notizia è che credo che le vostre democrazie siano molto meno fragili di quanto tante persone temano.

E davvero credo che permettere ai nostri cittadini di esprimere la loro opinione li renderà ancora più forti.

Questo ci riporta, naturalmente, a Monaco, dove gli organizzatori di questa stessa conferenza hanno vietato ai parlamentari di partiti populisti, sia di sinistra che di destra, di prendere parte a questi dibattiti.

Lo ripeto: non dobbiamo concordare in tutto, o per nulla, con ciò che le persone dicono.

Ma quando i capi politici rappresentano una fetta importante di elettorato, è nostro dovere quanto meno dialogare con loro.

A molti di noi, dall’altra parte dell’Atlantico, sembra sempre più che, dietro parole brutte e di sapore sovietico come “disinformazione” e “misinformazione”, si nascondano vecchi interessi consolidati che, semplicemente, non amano l’idea che qualcuno con un punto di vista alternativo possa esprimere un’opinione diversa, o, Dio non voglia, votare in modo diverso – o, peggio ancora, vincere un’elezione.

Questa è una conferenza sulla sicurezza, e sono sicuro che siete tutti venuti qui preparati a parlare di come esattamente intendete aumentare la spesa per la difesa nei prossimi anni, in linea con qualche nuovo obiettivo.

E questo è fantastico.

Perché, come il Presidente Trump ha chiarito abbondantemente, ritiene che i nostri amici europei debbano giocare un ruolo più grande nel futuro di questo continente.

Avete udito questo termine, “condivisione del carico” – ma crediamo che sia una parte importante del condividere un’alleanza che gli europei si facciano avanti mentre l’America si concentra su aree del mondo che sono in grande pericolo.

Ma lasciate che vi chieda anche: come potrete anche solo cominciare a riflettere a fondo sulle varie questioni di bilancio, se non sappiamo innanzi tutto cosa stiamo difendendo?

Ho già sentito molto nelle mie conversazioni, e ho avuto molte, molte grandi conversazioni con parecchie persone riunite qui in questa stanza. Ho sentito molto su ciò di cui avete bisogno per difendervi, e naturalmente è importante.

Ma ciò che sembra un po’ meno chiaro a me, e credo sicuramente a molti cittadini europei, è per cosa esattamente vi stiate difendendo. Qual è la visione positiva che anima questo patto di sicurezza condiviso che tutti crediamo sia così importante?

E credo profondamente che non ci sia sicurezza se si ha paura delle voci, delle opinioni e della coscienza che guidano il proprio popolo.

L’Europa affronta molte sfide, ma la crisi che questo continente sta fronteggiando ora, la crisi che credo affrontiamo tutti insieme, l’abbiamo generata noi.

Se state scappando per paura dei vostri stessi elettori, non c’è nulla che l’America possa fare per voi.

Né, a quel punto, c’è nulla che voi possiate fare per il popolo americano che ha eletto me e il Presidente Trump.

Avete bisogno del mandato democratico per realizzare qualsiasi cosa di valore nei prossimi anni. Non abbiamo imparato nulla, e cioè che mandati deboli producono risultati instabili? Ma ci sono così tante valide cose che possono essere realizzate con il tipo di mandato democratico che, penso, deriverà dall’essere più ricettivi alle voci dei vostri cittadini.

Se volete godere di economie competitive, se volete godere di energia accessibile e catene di approvvigionamento sicure, allora avete bisogno di mandati per governare – perché dovete fare scelte difficili per godere di tutte queste cose. Ovviamente lo sappiamo molto bene in America. Non potete ottenere un mandato democratico censurando i vostri oppositori o mettendoli in prigione. Che si tratti del capo dell’opposizione, di un umile cristiano che prega nella sua casa, o di un giornalista che cerca di riportare le notizie. Nemmeno potete ottenerlo ignorando la base elettorale su questioni tipo: chi entra a far parte della società che condividiamo?

Di tutte le sfide urgenti che le nazioni qui rappresentate devono affrontare, credo che non ci sia nulla di più urgente dell’immigrazione di massa. Oggi, quasi una persona su cinque che vivono in questo paese è arrivata dall’estero. Si tratta di un record storico. È un numero simile, tra l’altro, a quello che si registra negli Stati Uniti – anche lì è un massimo storico. Il numero di immigrati che sono entrati nell’UE da paesi non-UE è raddoppiato in un solo anno, tra 2021 e 2022. E naturalmente è aumentato ancora molto da allora. Sappiamo che questa situazione non nasce dal nulla.

È il risultato di una serie di decisioni consapevolmente prese da politici in tutto il continente, e da altri in tutto il mondo, nel corso di un decennio. Abbiamo sperimentato gli orrori generati da queste decisioni proprio ieri, in questa stessa città.

Non posso parlarne di nuovo senza pensare alle povere vittime – che hanno visto così rovinata una bellissima giornata invernale a Monaco. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con loro, e lo saranno sempre.

Ma perché è successo in primo luogo? È una storia terribile, ma di simili ne abbiamo sentite fin troppe in Europa e ahimè, anche negli Stati Uniti. Un richiedente asilo, spesso un giovane uomo sui vent’anni, già noto alla polizia, si lancia con un’auto contro la folla e fa a pezzi una comunità.

Quante volte dobbiamo soffrire le orribili conseguenze, prima di cambiare rotta e portare la nostra civiltà condivisa verso una nuova direzione?

Nessun elettore in questo continente è andato alle urne per aprire le porte a milioni di immigrati sconosciuti e incontrollati.

Sapete invece per cosa hanno votato? In Inghilterra hanno votato per la Brexit. Che siate d’accordo o meno, hanno votato per quello. E sempre di più, in tutta Europa, stanno votando per capi politici che promettono di porre fine all’immigrazione fuori controllo. Io sono d’accordo con molte di queste preoccupazioni, ma non dovete esserlo anche voi con me. Credo solo che le persone tengano alle loro case. Tengano ai loro sogni. Tengano alla loro sicurezza e alla loro capacità di provvedere a sé stessi e ai loro figli.

E sono intelligenti. Penso che questa sia una delle cose più importanti che ho imparato nel mio breve tempo in politica.

Contrariamente a ciò che si potrebbe sentire un paio di montagne più in là, a Davos, i cittadini delle nostre nazioni non si considerano, generalmente, degli “animali istruiti” o ingranaggi intercambiabili di un’economia globale.

Non è affatto sorprendente che non vogliano essere trascinati o ignorati incessantemente dai loro dirigenti. E spetta alla democrazia sentenziare su queste grandi questioni nelle urne.

Credo che ignorare le persone, ignorare le loro preoccupazioni o, peggio ancora, chiudere i media, annullare le elezioni o escludere le persone dal processo politico, non protegga nulla.

Di fatto, è il modo più sicuro per distruggere la democrazia.

Parlare ed esprimere opinioni non è interferenza elettorale, anche quando le persone esprimono opinioni al di fuori del proprio paese, e anche quando queste persone sono molto influenti.

Fidatevi di me, lo dico con tutto l’umorismo del caso: se la democrazia americana può sopravvivere a 10 anni di rimproveri di Greta Thunberg, ragazzi, voi potete sopravvivere a qualche mese di Elon Musk.

Ma ciò cui la democrazia tedesca – nessuna democrazia, americana, tedesca o europea – può sopravvivere, è dire a milioni di elettori che i loro pensieri e preoccupazioni, le loro aspirazioni, le loro richieste di sollievo sono illegittime e indegne di considerazione.

La democrazia si basa sul sacro principio che la voce del popolo conta. Non c’è spazio per i cordoni sanitari. O sostieni il principio o lo neghi. Gli europei – il popolo – hanno una voce. I capi europei hanno una scelta. La mia ferma convinzione è che non dobbiamo avere paura del futuro.

Potete accogliere ciò che il vostro popolo vi dice, anche quando è sorprendente, anche quando non siete d’accordo. E se lo fate, potete affrontare il futuro con certezza e con fiducia, sapendo che la nazione è dietro ognuno di voi.

Questa, per me, è la grande magia della democrazia. Non sta in questi edifici di pietra o in questi bellissimi hotel. Non sta nemmeno nelle grandi istituzioni che abbiamo costruito insieme, come società condivisa. Credere nella democrazia significa capire che ogni nostro cittadino ha sapere e voce.

Se rifiutiamo di ascoltare quella voce, anche le nostre battaglie più riuscite otterranno ben poco. Come disse una volta Papa Giovanni Paolo II – a mio parere, uno dei più straordinari campioni della democrazia in questo o qualsiasi altro continente – “Non abbiate paura”.

Non dovremmo avere paura del nostro popolo, anche quando esprime opinioni che sono in disaccordo coi suoi dirigenti.

Grazie a tutti e Dio vi benedica.




Il Veneto Serenissimo Governo appoggia la proposta del Presidente Donald J. Trump per Gaza

Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, da sempre schierato al fianco dello Stato d’Israele quale avanguardia del mondo libero nel suo inalienabile diritto a vivere in uno Stato con confini, stabili sicuri e difendibili e con Gerusalemme capitale unica e indivisibile, accoglie con estremo favore il lungimirante piano del Presidente degli Stati Uniti d’America Donald J. Trump per la gestione della popolazione di Gaza e la ricostruzione degli edifici. Deve essere ben chiaro che la responsabilità di ciò che è avvenuto, che avviene e che avverrà a Gaza è esclusivamente della popolazione che non si è ribellata ai terroristi di Hamas ma che ne è stata complice dei crimini.

I governanti degli Stati che blaterano contro la proposta avanzata dal Presidente Trump sono anch’essi parte del problema, e complici del terrorismo. E ciò è dimostrato dagli atteggiamenti anti-Israeliani che molti governi e istituzioni hanno avuto dopo la barbarie di Hamas del 7 ottobre 2023.

Ricordiamo che i cosiddetti palestinesi, con la loro leadership terrorista, hanno sempre rifiutato ogni soluzione di pace perché queste prevedevano l’esistenza dello Stato d’Israele.

Ben venga il decisionismo del Presidente Trump e della propria amministrazione per instaurare la pace tra le Nazioni ed eliminare il terrorismo internazionale. Come Veneto Serenissimo Governo appoggiamo questa politica internazionale certi che porterà vantaggi a tutti i Popoli che amano la libertà.

Siamo certi che il Presidente Trump e la sua amministrazione non dimenticheranno gli antichi legami che uniscono i nostri Popoli fin dai tempi dei nascenti Stati Uniti d’America, e che valuteranno positivamente la volontà dei Veneti a ricostruire la loro Patria: la Veneta Serenissima Repubblica, e vivere in pace e libertà.

Venezia-Longarone 05 Febbraio 2025

per il Veneto Serenissimo Governo
il Ministro degli Esteri
Demetrio Shlomo Yisrael Serraglia