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Rinascimento del Popolo Veneto

E’ palese che il Covid-19 ha sconvolto l’intero sistema planetario.

Non è nell’immediato scoprire l’elemento scatenante della pandemia; questo verrà analizzato a suo tempo.

Al Veneto e ai veneti devono interessare due cose:

1) E’ in corso un tentativo di ridurre al disastro economico e alla fame tutto il sistema socioeconomico su cui si regge il Veneto, quindi hanno messo in atto un attacco globale al nostro popolo, alla nostra storia, cultura e tradizioni che si distingue dal resto della penisola. Tutto questo è avvenuto a seguito del risultato del referendum dell’ottobre 2017, dove abbiamo espresso, in maniera inequivocabile, il nostro diritto all’autodeterminazione, per poter decidere il nostro futuro. Era evidente che lo stato di straccioni di Roma avrebbe reagito alla prima occasione. Questa si è presentata con la pandemia.

2) A fronte di questi avvenimenti i patrioti veneti, e noi stessi del Veneto Serenissimo Governo, dobbiamo assumere un atteggiamento conseguente.

I centralcolonialisti italiani non fanno più distinzione, nè politiche, nè economiche: sparano nel mucchio, nell’intento di provocare più danni possibili e in tal modo mettere in ginocchio la nostra patria.

Il compito dei patrioti e di tutti gli strati sociali in qualsiasi posizione si trovino, è quello di sospendere tutte le contraddizioni al nostro interno (e sono parecchie), allearsi ed essere come un sol uomo, per difendere le nostre famiglie, le nostre attività, la nostra storia, cultura e tradizioni.

Le contraddizioni resteranno, verranno risolte a indipendenza proclamata, avendo come strada maestra  due punti.

1) La base di partenza deve essere uguale per tutti,

2) A ciascuno secondo i propri meriti.

Queste sono le condizioni base per salvare la nostra patria.

Nel contempo facciamo appello a chi ha in mano le sorti finanziarie del Veneto di esaminare con attenzione la situazione socio-politica-economica della nostra terra; essi sono di fronte all’alternativa: stare con la struttura statale, quella italiana, palesemente in dissoluzione, o prestare attenzione a nuove realtà, con solide radici storiche e sociali nel passato, che hanno dimostrato di saper affrontare con determinazione e prospettive di successo gli ostacoli che ci possono sbarrare la strada.

In questo contesto complicato, ma con possibilità concrete di ottenere la nostra libertà, invitiamo tutta la nostra gente, e tutto il nord Italia, a diffidare, non tanto di Giuseppi e delle sue innate capacità parolaie, (memore del dottor Pettola e dottor Duplica di manzoniana memoria), bensì dell’orchestratore di turno dell’attacco verso la nostra terra: il ministro Francesco Boccia, comandante delle Volkssturm del sud, (il novello Francesco Maria Barracu, comandante del 3° Battaglione arabo-somalo in Etiopia).

VENETI DIFENDIAMO LA NOSTRA TERRA

Venezia-Longarone 03 maggio 2020

Per il Veneto Serenissimo Governo

Il Ministro dell’economia

Valerio Serraglia




In Risposta a Luca Zaia

Pubblichiamo il pensiero del presidente del Veneto Serenissimo Governo, Luca Peroni, in combinazione allo scritto di Luca Zaia apparso oggi, 25 Aprile 2020, su Facebook.

25 APRILE, LA MIA LETTERA APERTA AI VENETI.

75 anni fa l’Italia viveva il momento del riscatto, della liberazione e iniziava il cammino della rinascita e della ricostruzione. Oggi, a tre quarti di secolo di distanza, c’è una nuova ricostruzione tutta da scrivere, un Paese da reinventare. La domanda che i giovani della Resistenza si facevano allora è “Come vorremmo vivere domani?”. E’ la stessa domanda di oggi, un Paese da ripensare.La lotta di Liberazione fu impegno e sacrificio di popolo, un fatto corale e doloroso. Oggi come ieri avvertiamo tutti il bisogno di un clima di ritrovata fiducia e collaborazione per riuscire ad affrontare insieme questa nuova emergenza, per superare il rischio di una crisi che si preannuncia la peggiore dal dopoguerra. Non vogliamo, e non dobbiamo permettere, che questa emergenza allarghi le distanze e le disuguaglianze tra tutelati e precari, tra chi sta meglio e gli ultimi della fila.Il primo pensiero corre oggi a chi la guerra e la Resistenza l’ha fatta due volte: la prima, allora, contro un nemico visibile, contro un esercito invasore; la seconda, oggi, contro un nemico invisibile e subdolo. Molti delle oltre 1200 vittime venete del virus appartenevano a quella generazione che è stata protagonista degli anni della Ricostruzione. Sono i nostri nonni, protagonisti di una storia di orgoglio, fatica, immigrazione, povertà, ma anche di riscatto, lavoro, intrapresa, lingua e cultura, che ha fatto grande questo Veneto, non solo nel benessere, ma soprattutto nell’aspirazione alla libertà e alla giustizia. Dobbiamo rendere onore anche a chi non è caduto allora, ma purtroppo cade oggi, con un pensiero di Seneca, preso a prestito dal De brevitate vitae : “Nessuno ti renderà gli anni, nessuno ti restituirà te stesso (…) tu sei affaccendato, la vita si affretta: e intanto sarà lì la morte, per la quale, tu voglia o no, devi avere tempo”.A loro va il nostro silenzioso ricordo e omaggio, insieme a quello che tributiamo ai tanti veneti che combatterono ieri fino a dare la vita per libertà e giustizia: medici come Flavio Busonera; sacerdoti come don Giovanni Apolloni; vescovi come mons. Girolamo Bortignon; giovanissime staffette come Tina Anselmi; giuristi come Silvio Trentin; intellettuali come il rettore Concetto Marchesi; insegnanti di scuola come il professor Mario Todesco e tanti altri che vivono nei nomi delle nostre strade e delle nostre scuole e istituti, oltre a tutti quelli che non hanno avuto gli onori dei libri di storia ma che sono stati determinanti per l’affermazione della libertà.“L’applauso più sentito è il solenne silenzio”, scriveva Egidio Meneghetti, il farmacologo della scuola di Medicina dell’Ateneo patavino, che divenne rettore dell’Università di Padova all’indomani della Liberazione, mentre ricordava il sacrificio di tanti studenti e docenti di quello che era l’ateneo della regione. Quella stessa università, medaglia d’oro della Resistenza per il valore militare, alla quale guardiamo oggi come punto di riferimento della ricerca scientifica e delle scienze mediche nella battaglia contro questa pandemia. Una battaglia che ci vede tutti protagonisti di un inedito percorso di resilienza e di ritrovato impegno a liberare le energie migliori per la nuova ricostruzione che ci attende.LUCA ZAIA

La risposta del Presidente Luca Peroni

Luca,le battaglie sono molte,quelle fatte e quelle da fare,quelle vinte e quelle perse, l’importante è avere chiaro l’obiettivo finale e cioè la libertà e la giustizia che il popolo veneto ha dimostrato di avere e di difendere soprattutto nei momenti difficili . Il Faro per noi veneti è senza ombra di dubbio la millenaria esperienza della veneta serenissima Repubblica, un gioiello invidiato in tutto il mondo per la sua equità e la sua giustizia sociale amato e difeso con orgoglio da molte generazioni libere ed orgogliose di esserlo. Si sa’ che le cose belle ,o te le rubano o te le distruggono,e così noi veneti siamo rimasti orfani della nostra madre, la sola per secoli, ma il mondo deve sapere che noi come amanti degli ideali più alti, lo sappiamo il torto che abbiamo subito e difenderemo per sempre la nostra storia e soprattutto nostra madre con l’obiettivo di farla rinascere come e meglio di prima; dopo la chiara volontà espressa dai veneti con il referendum del 2017 non ci sono più alibi per nessuno, il popolo veneto è pronto a riprendere il cammino verso la libertà e l’indipendenza, senza più catene. Il veneto serenissimo governo come nel 1997 e come nel 2017 sarà pronto a fare la sua parte. W San Marco

Il post su Facebook è visibile qui :

https://www.facebook.com/zaiaufficiale/posts/1438249816376929



Contro la truffa tricolore

La gestione dell’emergenza Covid-19 ci pone, ancora una volta, di fronte all’incapacità dello stato occupante italiano, alla miseria umana del suo culturame e dei suoi prezzolati ascari. I crimini italiani sono stati nascosti, se non addirittura giustificati, dietro la glorificazione del tricolore, innumerevoli volte. In queste settimane di forzata reclusione lo stato occupante italiano non ha agito per la salvaguardia della salute e del benessere delle popolazioni che inopportunamente ritiene di rappresentare, ma ha messo le basi per instaurare una serie di misure che con la scusa dell’emergenza tendono a diventare definitive e a limitare la libertà e a controllare a 360° la vita delle persone. Abbiamo imparato che in italia nulla è più definitivo di quello che viene sbandierato come provvisorio. Oggi si limita la libertà di movimento anche dopo la fase acuta dell’emergenza, domani cosa vorranno farci subire? Temiamo che, scenari visti nei più inquietanti film di fantascienza, divengano realtà.

Tornando al tricolore è chiaro che per chi governa l’italia, e per i suoi organi di propaganda, le crisi sono linfa vitale per mistificare la storia e fare del becero nazionalismo straccione. Nonostante quello che tende a propinarci la cosiddetta storia patria della penisola, la realtà e ben altra, i Veneti, durante le guerre risorgimentali non hanno mai voluto l’italia: sia nel 1848 con le Repubblica Veneta di Manin che nel 1866 con la truffa plebiscitaria savoiarda. Dobbiamo ricordare e sottolineare agli smemorati ascari del regime italiano che nel 1866, a Lissa per i Veneti, il tricolore fu bottino di guerra, infatti la marineria Veneta affondò l’ammiraglia italiana al grido di “Viva San Marco”.

Siamo in prossimità del 25 aprile, giorno importantissimo per i Veneti: una festa patria che ricorda l’amore per la propria terra e la volontà di essere nazione indipendente e non più soggiogata da qualsivoglia occupante. Una festa che non deve essere l’occasione per estemporanee manifestazioni anarco-individualiste che mettono a repentaglio la salute del Popolo Veneto. Queste considerazioni non hanno il significato di rigettare la vittoria sul nazifascismo, piuttosto ricollocarla nelle date corrette: Venezia fu liberata tra il 28 e 29 aprile 1945. Ma soprattutto vogliamo ricordare che la vittoria sul nazifascismo fu per noi Veneti, una vittoria parziale perché non ci liberò dall’occupazione italiana, purtroppo a distanza di 75 anni constatiamo che la sovranità veneta è ancora da venire.

Questa del Covid-19 è sì un’epidemia ma anche una guerra portata avanti contro i Veneti da parte dell’occupante italiano, e ciò indipendentemente dall’età, dal genere, dal ceto. L’italia si è resa complice della pandemia cinese, l’italia di Conte e Di Maio ha preso il posto dell’Albania come quinta colonna del potere cinese in europa. Questa che stiamo subendo sulla nostra pelle è una guerra combattuta con armi non convenzionali per far mantenere l’egemonia mondiale alla Cina. Non stiamo dando voce ad un ipotetico complotto, stiamo analizzando i fatti attraverso il materialismo storico e l’analisi scientifica della società.

Noi Veneti abbiamo una via d’uscita, ovvero proclamare l’indipendenza del Veneto e lasciare l’italia con i suoi alleati cinesi nella pattumiera della storia.

Venezia-Longarone, 23 aprile 2020

per il Veneto Serenissimo Governo

il Vicepresidente

Demetrio Shlomo Yisrael Serraglia




Il Veneto non morirà né a causa del Covid-19 né per mano italiana

Lo stato occupante italiano sta tentando, da sempre, di annientare il Veneto. In questa pandemia emerge per l’ennesima volta la perfidia criminale di un regime che considera il Veneto una colonia da sfruttare e il Popolo Veneto dei servi che possono essere lasciati morire sia fisicamente che economicamente.

Il Veneto con Luca Zaia ha gestito autonomamente senza l’aiuto né dell’Italia, né dell’UE, né dell’OMS l’emergenza sanitaria Covid-19. Noi Veneti abbiamo agito da Veneti: ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo riconvertito le industrie ed indirizzato le Università per sostenere lo sforzo del sistema sanitario Veneto, ci siamo mossi come un sol corpo, tutti indirizzati a superare l’emergenza mentre nessuno ci dava una mano, anzi ci sabotava. Mentre in italia si faceva della pessima filosofia sanitaria in Veneto si salvavano vite agendo con buon senso e determinazione. Ora che in Veneto siamo in grado di ripartire il governo dello stato occupante italiano, supportato dalle regioni parassite della penisola, sta ostacolando le proposte Venete con il solo scopo di annientare l’economia Veneta, di annichilire il turismo, e di indurre il popolo Veneto alla morte.

È bene rammentare che i Veneti dal 1866 hanno subito l’illegale occupazione italiana, e a causa dell’italia hanno dovuto subire sul proprio territorio due guerre mondiali, la pellagra, una guerra civile, un’emigrazione di proporzioni bibliche, il furto operato dall’operazione “banche venete”, ed ora il crimine di una gestione scellerata dell’epidemia Covid-19.

L’italia per il Veneto è solo una malattia che va estirpata il prima possibile, nulla è mai venuto di buono da quando siamo sotto occupazione italiana, ci appelliamo a tutto il Popolo Veneto che prenda coscienza della sciagura chiamata italia e che pretenda che la propria volontà di autodeterminazione espressa pacificamente il 22 ottobre 2017 diventi operativa: chiediamo a tutti i Veneti che scrivano a Luca Zaia dir.presidente@regione.veneto.it perché utilizzi il proprio ruolo per proclamare l’indipendenza totale del Veneto. I Veneti non vogliono morire né fisicamente né economicamente, noi siamo altro rispetto all’italia, né meglio né peggio solamente altro e non vogliamo più subire la saccenza e l’ignoranza di chi pretende di insegnarci qualcosa nonostante una palese e reiterata incapacità di gestire anche le cose più semplici.

Venezia-Longarone, 20 aprile 2020

per il Veneto Serenissimo Governo

il Vicepresidente

Demetrio Shlomo Yisrael Serraglia




Una Veneta impiegata di banca

Riceviamo, pubblichiamo e condividiamo

Stando a
quanto riportato da alcuni quotidiani nazionali tra ieri ed oggi, domani dovrei
andare al lavoro indossando, oltre la mascherina e i guanti, anche il giubbotto
antiproiettile. Possiamo pensare si tratti di notizie vere? Pare lo siano,
considerato che gli articoli in questione riportano quanto affermato da
organizzazioni datoriali e sindacati in merito ad un reale timore che si
possano domani registrare comportamenti violenti da parte delle persone nei
confronti degli impiegati della banche.

Ora io, e
chi come me domani deve andare a lavorare proprio nella filiale di una
qualsiasi banca, cosa dovrebbe fare? Come minimo “dormire preoccupato”, come
massimo trovare un modo per non andare a lavorare. Ho l’abitudine di leggere
criticamente le notizie e di guardare a ciò che accade cercando un punto di
vista il più possibile altro rispetto a quello “indicato”, per questo motivo
sono portata a chiedermi che senso abbia dare una notizia del genere in questo
momento, cercando quindi una risposta oltre l’apparenza.

Esiste un
pericolo reale per noi impiegati? In parte sì, esiste perché la situazione di
clausura nella quale ci troviamo ha prodotto in ognuno di noi reazioni di odio
e risentimento, ad andare bene, nei confronti di chiunque, sia esso il vicino
che esce presumibilmente senza motivo, il runner che corre, chi fa la spesa
senza mascherina e ti viene vicino nella corsia del supermercato oppure quello
che va a lavorare e beato lui che può uscire… insomma ognuno di noi, almeno una
volta ha avuto una reazione avversa di questo tipo o contro chi manifesta di
avere una reazione avversa. Siamo tutti in una condizione di vita ancora più
innaturale di quella alla quale già abitualmente ci condanniamo, siamo tutti
molto tesi e spaventati quindi potenzialmente in grado di avere reazioni violente
e/o sconsiderate. Quindi sì, domani potrei correre qualche rischio rispetto
alla situazione descritta dai quotidiani.

Mi chiedo
però per quale motivo vengono fatti considerevoli sforzi pubblicitari per
raccontarci un paese che non esiste, l’italia, in cui tutti sono solidali,
cantano, rispettano, amano, sono felici di sacrificare la propria libertà
individuale per proteggere gli altri dal contagio e poi vengono pubblicate
notizie di questo genere con il benestare delle parti sociali in gioco governo,
organizzazioni datoriali e sindacati?

Se
davvero si volessero proteggere le potenziali vittime, le impiegate e gli
impiegati da una eventuale aggressività diffusa, non sarebbe stato meglio
avvisare le autorità di presidiare i nostri luoghi di lavoro e lasciare che la
notizia restasse interna? Badate bene non parlo di censura, spesso si confonde
la necessità di gestire il pericolo con la necessità di avere le informazioni,
in questo caso la necessità di proteggere la nostra incolumità, doveva essere
l’interesse principale non accendere la miccia di quanti magari non avevano
neanche per le scatole di prendersela con dei poveri impiegati per il disagio
creato da un governo, uno stato ormai del tutto contro il popolo.

Quindi a
chi giova tutto ciò? Spiace dirlo ma io credo sia utile e volutamente
agito proprio dal governo che ha deciso di dare la notizia perché questo gli
permetterà, di esercitare maggiore controllo nei confronti delle persone.
Qualora infatti dovesse davvero scatenarsi una reazione violenta sarà semplice
adottare misure di ancora maggior contenimento delle libertà individuali, sarà
facile allungare il tempo di pagamento dei sussidi promessi, sarà facile
scatenare reazioni violente ed inutili nei confronti di persone che nulla
possono fare così che esploda un conflitto tra pari utile a chi decide e
sceglie. Al crescere della paura e della violenza diventerà ancora più facile
per le forze al governo, che sono nate con una forte vocazione totalitaria,
esercitare maggiori controlli ed abusi, impoverire definitivamente soprattutto
le parti della penisola più colpite, impedendo la riapertura generale ancorché
progressiva, cercando in questo modo di affossare definitamente proprio le
economie più floride, incrementando, attraverso una distribuzione iniqua delle
risorse il conflitto esistente tra nord e sud.

Quindi,
domani mi conviene non andare a lavorare? No, domani andrò a lavorare, prima di
tutto perché non mi sono mai astenuta quando il timore era verso il nemico
invisibile ed apparentemente ingestibile, il virus, figuriamoci se mi asterrò
oggi che l’eventuale nemico avrebbe il viso di una persona come me ma
disperata, che potrò guardare negli occhi.

Non si
tratta di eroismo, come non è stato eroismo quello compiuto da tutti quelli che
hanno lavorato nonostante il pericolo del virus, si tratta di esercitare la più
alta ed importante caratteristica umana: la capacità di scegliere e di
autodeterminarsi, il libero arbitrio. Perché una facoltà, un diritto, una
caratteristica possa essere occorre esercitarla, quindi se voglio restare
libera e combattere contro i veri nemici devo esercitare la mia facoltà di
scelta e chiedere a tutti di fare altrettanto.

L’italia
non esiste, non è mai esistita se non come oppressore di popoli ed artefice di
dittature. Questo tempo, questa emergenza, ha dimostrato che i popoli che
abitano la penisola e che hanno saputo mantenere integra la propria identità
sono riusciti a gestire e reagire positivamente, perché di fronte ad un virus
non ci sono armi, c’è soltanto la solidarietà vera e profonda, il senso di
appartenenza e rispetto, la coercizione non serve se non si ha la certezza che
sia possibile lavorare tutti assieme per aiutarsi e per riprendere a vivere. Il
popolo veneto ha dimostrato, ancora una volta, ed a pochissima distanza di
tempo da un altra immane catastrofe, quella del Vaia, che è stata di poco
successiva al furto compiuto sempre dall’italia, attraverso il fallimento delle
banche, di sapere reagire, rispettare, restare solidale, non perdere la
creatività e la volontà di reinventarsi pur di continuare a vivere in pienezza.

Per
questo domani andrò a lavorare, perché confido nel popolo veneto, perché se
dobbiamo ribellarci dobbiamo, possiamo farlo, verso l’italia prendendoci
l’indipendenza.

Credo
davvero sia giunto il tempo riprendiamoci la nostra libertà e investiamo la
grande energia che mai abbiamo perso per ricostruire la Patria Veneta!

Confido
che i popoli della penisola sapranno riprendersi le proprie terre e sapranno
affrontare con rinnovato spirito e profonda responsabilità la ricostruzione,
saremo popoli liberi di autodeterminarci, ognuno nella terra che sente di voler
abitare e nutrire, sono certa sapremo esserci gli uni per gli altri perché
l’appartenenza, la libertà e l’amore rendono solidali.

Una
Veneta impiegata di banca

Veneto
Serenissimo Governo




INDIPENDENZA: LA MISURA SANITARIA IMPROROGABILE

Il Veneto Serenissimo Governo, quale governo di transizione ed unità patriottica, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, in questo tragico momento della nostra storia e a fronte dei comportamenti irresponsabili del governo dello stato occupante italiano, ritiene improrogabile chiamare alla mobilitazione il Popolo Veneto per diffondere il seguente ordine del giorno.

  1. È Veneto chi ama il Veneto, indipendentemente dal luogo di nascita e dalla discendenza di sangue.
  2. Si prende atto della volontà del Popolo Veneto, a seguito della vittoria referendaria del 22 ottobre 2017, ad autodeterminarsi e ritornare ad essere autonomo e indipendente dall’occupante italiano.
  3. Si ritiene, considerando gli innumerevoli tentativi di dialogo del Presidente della Regione Veneto Luca Zaia con il governo italiano, a fronte della pandemia Covid-19, che l’unica misura sanitaria urgente ed inderogabile sia la proclamazione unilaterale dell’Indipendenza del Veneto.
  4. E’ necessario denunciare immediatamente tutti gli accordi UE sottoscritti dall’italia e che il Veneto esca dall’Unione Europea.
  5. Dobbiamo sottoscrivere accordi bilaterali con gli Stati del consesso internazionale in base ai reciproci interessi nazionali.
  6. Assumere l’impegno, con gli Stati e le Regioni contermini, d’intrattenere rapporti di buon vicinato e collaborazione nello spirito della pace e della fratellanza tra i Popoli.
  7. Il prossimo consiglio regionale deve quindi divenire assemblea costituente della rinata Veneta Serenissima Repubblica.
  8. Le forze dell’ordine presenti sul territorio Veneto devono mantenere il loro incarico nell’impegno della tutela e della difesa del Popolo Veneto.
  9. Dobbiamo ricusare ogni debito sottoscritto da organismi italiani con ricadute sul Popolo Veneto.
  10. Occorre quindi procedere alla nomina di una commissione mista di storici ed economisti per la redazione della richiesta di risarcimento all’italia per i danni causati durante l’illegale occupazione del Veneto dal 1866 ad oggi.

Il Veneto ha bisogno di tutto il Popolo Veneto per sopravvivere, nessuno deve tirarsi indietro, tutti possiamo fare qualcosa indipendentemente dalla nostra condizione sociale, culturale ed economica. Il Popolo Veneto è un grande popolo ed in questi giorni lo sta dimostrando in ogni momento.

Venezia-Longarone, 13 aprile 2020

Veneto Serenissimo Governo

Presidente

Luca Peroni

Vicepresidenti

Valerio Serraglia

Andrea Viviani

Demetrio Shlomo Yisrael Serraglia




Lettera aperta a Luca Zaia

Luca Zaia, ti inviamo questa lettera per due ragioni, essenzialmente; la prima perché sei stato il principale ideatore del referendum dell’ottobre 2017 (che era il normale proseguimento della raccolta di firme per l’indipendenza del Veneto, promossa e materialmente raccolte dal Veneto Serenissimo Governo e dal comitato promotore, a seguito della liberazione di Piazza San Marco,) in cui il Popolo Veneto ha espresso senza alcuna riserva la volontà di riprendere nelle proprie mani il diritto all’autodeterminazione. Non dimentichiamo che proprio tu, Luca Zaia, hai affermato con determinazione  che se non ci fosse stata una maggioranza di oltre il 50% tutto sarebbe finito. La risposta del Popolo Veneto è stata chiara e vincolante: il 60% ha votato e il 90% ha scelto di liberarsi dai neocolonialisti italici.

La seconda perché  da sempre tu, Luca Zaia, hai affermato che il Popolo Veneto viene sempre al primo posto.

A questo punto per difendere il tuo onore e la parola che hai dato solennemente, devi proclamare l’indipendenza del Veneto e la ricostituzione della Veneta Serenissima Repubblica, senza se, senza ma.

Questo è ancora più urgente, dopo quanto è avvenuto con la pandemia, dove si è dimostrata la totale incapacità e negligenza della pseudo classe dirigente d’oltre po e d’oltreoglio ad affrontare le questioni anche marginali che si sono poste.

Il Popolo Veneto di fronte all’alternativa di assumere nelle sue mani il proprio destino, o farsi sottomettere dai vari Conte, Boccia, Di Maio, Emiliano, Toninelli, Zingaretti… ha già scelto!

Luca, sta a te dimostrare il tuo amore per il Veneto e per i Veneti; se sarai all’altezza dei compiti che la storia ci ha imposto, saremo tutti uniti e pronti a difendere le nostre famiglie, la nostra patria, la nostra libertà.

Il Veneto Serenissimo Governo sarà, come sempre, in prima linea.

VIVA IL VENETO LIBERO

Venezia-Longarone, 10 aprile 2020

Il Presidente del Veneto Serenissimo Governo

Luca Peroni




Covid-19 Terza guerra mondiale

Siamo di fronte a una situazione di gravità e cambiamento epocale, determinata dal Covid-19. E’ inutile fare i sofisti: questa è la 3a guerra mondiale, combattuta con armi diverse dalla 1a e dalla 2a; anche perché  nessuna guerra mondiale si combatte con le stesse armi della precedente.

Senza tema di essere smentiti dal futuro possiamo tranquillamente affermare che non sappiamo quando e come finirà questa guerra, ma siamo certi che la stragrande totalità dei gruppi di potere che l’hanno provocata saranno spazzati via e gettati nella pattumiera della storia: faranno la stessa fine delle teste coronate che guidavano l’Europa prima della 1a guerra mondiale.  Il potere politico è passato dai regnanti ai sergenti e ai caporali.

Ciò premesso ci si pone una domanda: che fare? Qualcuno paragona la battaglia contro il Covid-19 a Caporetto, inni nazionali, canti, balconi, bandiere, appelli all’unità nazionale…

Siamo certi che non ci saranno né il Piave né il Monte Grappa, perché dopo il referendum dell’ottobre 2017 questo è territorio veneto, non più italiano.

Il gruppo dirigente italiano si è dimostrato incapace di gestire anche le cose più elementari, dal controllare i passeggeri provenienti da paesi già investiti dal virus ad avvenimenti sportivi come la partita “Atalanta -Valencia” del 19/02/2020 a San Siro, a fare innumerevoli decreti atti a creare solo confusione e altre amenità di questo tipo.

Qualcuno ha pagato? Si è dimesso, è stato cacciato, è stato incarcerato, per questi crimini?

E’ evidente a tutti che personaggi come Conte, Di Maio, Franceschini, Boccia o Zingaretti… non sono all’altezza neanche di gestire un condominio; il più furbo “dea coà” è stato Zingaretti, che raccogliendo l’invito del suo compagno Sala il 27/02 va a Milano, a bere l’aperitivo, invitando quindi tutti i milanesi ad imitarlo; ne ha subito le conseguenze. Solo la carità umana ci impedisce di affermare che la giustizia divina ha fatto il suo corso.

Chi ha dimostrato di non essere in grado di gestire neanche i bagni della Stazione Centrale è l’avvocato degli italiani: Giuseppi Conte, il quale prima era il megafono di Di Maio e Salvini, adesso è il maggiordomo di Casalino (Grande Fratello).

Italiani, se questo è il vostro avvocato avete già perso: lui è l’avvocato delle cause perse, comunque dovrete pagarne il conto, e sarà salato. Questa guerra ha 2 soluzioni: o vincerà la reazione, con conseguente aumento dell’oppressione, o il popolo avrà la capacità di trasformarla in un processo rivoluzionario, e dare un dest-riga a tutti i pescecani e ai loro zerbini. Dobbiamo unirci, lottare con fantasia e creatività per ricostruire la nostra Veneta Serenissima Repubblica, che sia giusta, equilibrata, come lo è stata per secoli e salvaguardi i beni primari per la sopravvivenza dei suoi popoli e dell’umanità.

Non siamo all’ultima spiaggia, ma alla penultima.

Dipende da noi il futuro, cerchiamo di esserne degni, non dico essere migliori di questi cialtroni, perché è fin troppo facile.

MA ESSERE DIVERSI SI.

Indipendenza per la Veneta Serenissima Repubblica SUBITO

Venezia-Longarone, 02 aprile 2020

Il Vice Presidente del Veneto Serenissimo Governo

Valerio Serraglia




Al Presidente della Repubblica di Abcasia dottor Aslan Georgievich Bzhania

Apprendiamo da fonti diplomatiche la sua elezione a Presidente della Repubblica di Abcasia.

A nome del Popolo Veneto, del Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica e miei personali, Le porgiamo i migliori auguri di un buon e proficuo lavoro, nell’interesse del suo  Popolo e della pace, pur nelle difficili condizioni in cui dovrà operare.

In questo difficile momento per tutto il pianeta la nostra amicizia per il Popolo Abcaso è, è stata e rimane ferma, memori dell’indimenticabile ospitalità e dei colloqui avuti con il governo Abcaso dalla delegazione del Veneto Serenissimo Governo ( guidata dal suo Presidente Luca Peroni, e composta dai Ministri Valerio Serraglia e Andrea Viviani) in occasione dell’anniversario della vostra liberazione.

Noi popolo veneto apparteniamo ai popoli che si battono per la propria e l’altrui autodeterminazione; questa è la nostra strada maestra.

Cordiali saluti

Venezia, 26 marzo 2020

Il Presidente del Veneto Serenissimo Governo

Luca Peroni




Al Presidente della Federazione Russa Wladimir Putin,

Al Governo della Federazione Russa,

Al popolo russo,

All’Ambasciatore  Dottor Sergey Razov

In questo momento di grave difficoltà, a seguito della pandemia Covid-19 che ha investito il popolo veneto e tutti i popoli d’Europa, e non solo, a nome del Popolo Veneto e miei personali intendiamo ringraziare il Presidente Wladimir Putin, il Governo della Federazione Russa e tutto il Popolo Russo per il generoso aiuto che ci sta fornendo per sconfiggere questa tremenda emergenza.

Noi, popolo veneto e il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, non dimenticheremo mai chi ci ha aiutato da sinceri amici.

L’altruista popolo russo ha sconfitto il virus napoleonico e la peste nazifascista; siamo certi che tutti insieme sapremo sconfiggere anche il Covid_19 e costruire un mondo dove sia possibile vivere in pace e nella sicurezza.

Fraterni saluti

Venezia-Longarone 23 marzo 2020

Il Presidente del Veneto Serenissimo Governo

Luca Peroni