1

Quale perplessità su Zaia e sulle sue coerenze?

Abbiamo pubblicato sul sito del Veneto Serenissimo Governo una delle tante lettere ricevute (” Lettera di un veneto perplesso”) sulle incoerenze del Presidente della regione Veneto; ci sembra giusto puntualizzare, anche se si potrebbe approfondire con più rigore quanto fatto e detto da Luca Zaia, prima e dopo il referendum sull’autonomia del 2017.

Il popolo veneto ha conferito un mandato chiaro e inequivocabile a Luca Zaia e alla sua lista, prendendo per oro colato quando affermava che se il referendum non raggiungeva il 50% degli aventi diritto al voto e non si fosse raggiunto una qualificata volontà di volere l’autonomia non ci sarebbero più state le condizioni per continuare questa lotta.

La risposta è stata: il 60 % degli aventi diritto è andata a votare, e di questi il 98% ha votato SI.

Quale è stata la road map di Luca Zaia alla luce di tali risultati? Nessuna. Anzi ha fatto di tutto per svicolare dagli impegni presi.

Il Veneto Serenissimo Governo aveva chiesto un incontro per elaborare un piano politico, con garanzie internazionali, per raggiungere l’obiettivo scaturito dall’esito del referendum, (avendo come base di partenza gli accordi De Gasperi – Gruber).

Forse ci siamo illusi che Luca Zaia potesse essere all’altezza e avere il coraggio del Presidente sloveno Milan Kucan, ma non possiamo neanche pensare che sia un seguace di Andrej Andreevic Vlasov.

La lotta per l’autodeterminazione della nostra Patria non può essere e non sarà fermata dall’utilizzo strumentale del Covid 19, anche se il virus ci crea e ci creerà disagi e ostacoli, che tutti insieme dobbiamo superare, perché abbiamo un obiettivo primario: la nostra indipendenza, e questo non è solo del Veneto Serenissimo Governo, ma appartiene a quel 98% che ha votato SI al referendum.

Il Veneto Serenissimo Governo da oltre 35 anni lotta per raggiungere questo obiettivo, contro il governo di Roma e tutti i pseudovenetisti. Abbiamo raccolto firme, pubblicato giornali, documenti;

abbiamo una radio web che trasmetteva durante la liberazione di piazza San Marco del 08 maggio 1997 (https://www.radionazionaleveneta.org) con interviste autorevoli di politologi internazionali e diplomatici; abbiamo un sito web (https://www.serenissimogoverno.eu) preposto a divulgare tutti i contributi per portarci all’indipendenza.

Il Veneto Serenissimo Governo nel contempo continua ad avere incontri diplomatici qualificati, dove esponiamo i diritti del nostro popolo, ricevendo comprensione e stimoli. Tutto ciò è sfociato nella vittoria del referendum del 2017, cui noi abbiamo lavorato per oltre 30 anni, dando la possibilità al popolo veneto di esprimersi e vincere, mettendo una pietra tombale sul truffaldino referendum del 1866.

Il Veneto Serenissimo Governo non tradirà mai questo risultato: abbiamo pagato con decine di anni di carcere per ottenerlo, e questo ci ha resi immuni da tradimenti di vario genere.

Il Veneto e il Veneto Serenissimo Governo condurranno questa lotta fino all’indipendenza totale della nostra Patria; nessun virus potrà fermare il nostro diritto.

Auguriamo a tutto il popolo Veneto un nuovo anno all’insegna della libertà Marciana

Venezia-Longarone 31 dicembre 2021 

Per il Veneto Serenissimo Governo

Il Presidente

Luca Peroni




Natale nel nome di San Marco

In questo tempo cupo della storia umana, ci apprestiamo a festeggiare il Santo Natale. Oggi, come più di 2000 anni fa, l’oppressione dell’occupazione si fa sentire sui Popoli che rivendicano la propria libertà. Ma la libertà fine a sé stessa che senso può avere?

Una libertà è tale se posa su solide basi, e queste basi per un Patriota Veneto, non possono che radicarsi nell’insegnamento etico-morale del messaggio di Salvezza contenuto in ogni pagina delle Sacre Scritture.

Noi Veneti siamo il Popolo Marciano, siamo il Popolo che ha raccolto l’eredità del Vangelo di Marco, siamo il Popolo cui la profezia, racchiusa nel Libro impugnato dal nostro leone, ha promesso una terra di Pace. Lo Shalom è ciò a cui dobbiamo tendere: Pace che non è solo assenza di conflitto, ma anche una ragione d’essere di un Popolo che vuole vivere tra le genti senza mai dimenticare di essere figlio di Dio.

Chi propugna il Grande Reset per un Nuovo Ordine Mondiale, vuole annichilire le nostre coscienze, vuole distruggere le nostre famiglie e le nostre relazioni. Questi adoratori del male utilizzano il Natale per attuare i loro piani di morte: bestemmiano il nome di Dio per opprimerci, nel giorno in cui viene ricordata la sua venuta tra di noi per donarci la libertà, una libertà vera, una libertà che trova compimento nell’applicazione reale della Legge che ci è stata donata sul Sinai.

Vivere il Natale in famiglia è alla base della nostra storia, cultura e tradizione, l’occupante italiano, attraverso i suoi secondini, vuole impedirci di vivere questo importante momento di relazione delle nostre famiglie riunite nella celebrazione della venuta di Gesù, Dio, per noi, per la nostra salvezza.

Per questo crediamo sia tempo di dire basta. Non è più tollerabile assistere a questi adoratori di satana che tramano per ridurci alla fame e agli arresti domiciliari perenni. Basta! È ora di finirla con il ricatto “pandemico”. La vita va vissuta per come ci è stata donata, con la consapevolezza che dobbiamo assumerci le responsabilità di ciò che facciamo, non riducendoci a dire: “la legge lo prevede”, “ce l’hanno ordinato”, ecc. Qualsiasi ordine sbagliato va disatteso, e per capire se un ordine è sbagliato basta aprire e leggere le Sacre Scritture, basta ripercorrere la vita terrena di nostro Signore Gesù Cristo.

Con la consapevolezza che Dio ci ha insegnato la via della libertà all’interno della Sua giustizia possiamo vivere questo Natale, possiamo progettare un futuro migliore, agli antipodi di ciò che abbiamo vissuto fino ad ora.

Alziamo la testa e proclamiamo la vittoria quotidiana su chi ci vuole soggiogare. La legge di Dio è il nostro timone, e se vorranno perseguitarci perché ci ostineremo ad essere fedeli alla nostra Bandiera Marciana e a ciò che rappresenta, allora dovremmo lottare ancora con più forza e determinazione, consapevoli di essere nel giusto e sicuri che il Signore veglierà su di noi.

Auguriamo a tutto il Popolo Marciano un Natale di libertà e speranza.




Lettera di un Veneto perplesso

Riceviamo e pubblichiamo

È giunto il tempo di parlare di colui che dovrebbe portare il Veneto all’autonomia, ma che nei fatti utilizza il suo tempo per fare conferenze stampa, presenziare alle varie sagre e fiere, scrivere un libro e rilasciare interviste che leggendole sono quanto meno inquietanti: Luca Zaia.

Il Presidente della Regione con il Referendum per l’autonomia del 2017 ha ricevuto un mandato chiaro, lo stesso mandato che chi si è recato alle urne gli ha confermato nel 2020 votando in massa la sua lista e non il partito per cui milita.

“Ragioniamoci sopra. Dalla pandemia all’autonomia” è questo l’ultimo lavoro che ha partorito la mente di Zaia, il problema non è il libro ma il fatto che a furia di ragionarci si è dimenticato per quale motivo è stato eletto alla guida del Veneto: ottenere l’autonomia e trattenere in Veneto i 9/10 delle tasse versate dai veneti https://www.repubblica.it/politica/2017/10/22/news/referendum_autonomia_lombardia_veneto_maroni_zaia_quorum_50_veneto_30_lombardia_caos_tablet-179040594/

Purtroppo non c’è un rapporto contrattualistico tra eletto ed elettore, altro che amministratore delegato come ama definirsi: un amministratore delegato quando non porta a casa risultati se ha dignità si dimette.

Il Covid ha fatto gettare la maschera delle vere intenzioni di Zaia, dopo la rielezione il freni inibitori sono venuti meno, la dissimulazione ha lasciato spazio alle dichiarazioni del reale “Zaia pensiero”.

Il 14 aprile 2021 in un’intervista https://www.corriere.it/politica/21_aprile_14/zaia-si-rischia-meno-locali-dehors-vaccini-si-studi-mercato-parallelo-c286bf30-9d5a-11eb-85f1-679fe940a2d0.shtml al Corriere dichiara: “Dobbiamo esserne consapevoli. Sapere che le vaccinazioni stabiliranno un nuovo ordine mondiale. Piaccia o non piaccia, questa è la realtà: meglio cercare di attrezzarci”. Cosa intende per nuovo ordine mondiale? Perchè le vaccinazioni dovrebbero essere il mezzo per raggiungerlo?

Sempre al Corriere della Sera il 9 dicembre 2021 afferma “…il Veneto nella storia dell’epidemia è una sorta di laboratorio” https://www.corriere.it/politica/21_dicembre_09/veneto-zona-gialla-zaia-20713862-5856-11ec-9e79-8a5fe07f3801.shtml?refresh_ce Cosa intende Zaia con questa agghiacciante dichiarazione? Non penserà che i Veneti siano cavie per esperimenti medico sociali?

Sempre con un’intervista sul quotidiano Libero https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/29774659/luca-zaia-covid-idee-ad-minchiam-vaccino-talebani-convincere-persone.html raggiungiamo l’apice dello svelamento dell’italianità di chi è stato eletto per essere Veneto. Questa tra le varie è l’affermazione che più colpisce ad un attento osservatore che rivendica l’autodeterminazione del Veneto: “I No Green Pass di oggi sono i No Mask di ieri: è tutto un No-Italia che si tiene insieme”. Quindi chi è contro norme totalmente liberticide e sostanzialmente insensate (visto come si sta muovendo il virus) sarebbe No-Italia? Allora colui che ama il Veneto non può che vedere con simpatia questo variopinto movimento che da mesi sta manifestando per la libertà. Certamente Zaia non potrà più andare in giro con il suo slogan “Prima il Veneto”, dato che si è dichiarato oggettivamente Si-Italia. L’unica cosa che può fare è dare le dimissioni per dimostrata incapacità nell’essere Veneto. Sempre in questa intervista Zaia afferma di credere nella scienza, ma la scienza non è una religione né una divinità, forse sarebbe più corretto affermare che si crede nel metodo scientifico, non pensa caro “Governatore”? Ma questo smonterebbe ogni teoria sul metodo con cui vengono utilizzati questi “vaccini”. Si cita anche il modo con cui fu guarito Trump dal Covid, ovviamente omettendo che alla base della cura c’è stato il “Protocolo Zelenko”. Zelenko è un medico fortemente critico rispetto all’utilizzo di questi vaccini (riportiamo qui una sua intervista, per opportuna conoscenza, in cui il Dott. Zelenko attacca aspramente un certo atteggiamento di alcuni leader mondiali rispetto alla gestione dell’emergenza) https://www.setteraggi.com/post/la-straordinaria-testimonianza-del-dott-zelenko , ma forse strumentalmente si nascondono alcune informazioni e si citano personaggi famosi solo per fare sensazionalismo, come quando cita De Gaulle e Churchill (loro si veri patrioti per i loro Popoli).

Questo è quanto, per ora, sperando sempre di essere smentito, perché il bene del Popolo Veneto deve esulare da ogni particolarismo e frazionismo, ma ormai è il tempo di prendere delle posizioni nette, anche se possono essere impopolari perché chi si rifà al Veneto quando agisce per il Bene sa che lo fa nel nome del messaggio racchiuso nella Profezia consegnata all’Evangelista Marco “Pax Tibi Marce Evangelista Meus”. Nulla potrà avvenire in Veneto, per il Veneti, senza questa consapevolezza, senza questa coscienza, senza la conoscenza e l’interiorizzazione della nostra etica e morale racchiusa nelle Scritture.




La guerra è vicina

La situazione politica internazionale sta progressivamente precipitando, sia sul piano economico, che su quello sanitario e militare.

È evidente a tutti che esistono tentativi continui di provocazioni nei confronti della Federazione Russa con l’obbiettivo di creare il pretesto per nuove sanzioni, preposte a mettere in ginocchio l’economia russa e per far sollevare atti di ribellione all’interno di quest’area. Il tutto per imporre l’egemonia della NATO, guidata dal Partito Democratico USA e da un nuovo Maccartismo anti-russo per una riedizione della guerra fredda. Tutto questo avviene principalmente utilizzando la Polonia, i Paesi Baltici e l’Ucraina.

In realtà il problema dell’Europa e dell’occidente tutto è la non autonomia energetica, quindi la necessità di impossessarsi di queste fonti. I paesi che detengono i più grandi giacimenti sono: la Federazione Russa e l’Arabia Saudita, ma di questi due Paesi l’unico che ha gli strumenti per difendere le proprie materie energetiche è la Federazione Russa.

Quindi la NATO e una parte degli Stati che la compongono stanno alimentando con forniture militari offensive tutta una serie di paesi dell’ex Patto di Varsavia, nell’accerchiamento della Federazione Russa e dei suoi alleati. La Federazione Russa non può permettere che attraverso la politica del carciofo la NATO arrivi alle porte di San Pietroburgo, Mosca, Volgograd.

Deve essere chiaro ai vari “dottor Stranamore” della NATO, che la linea invalicabile è Kaliningrad-Transnistria-Sebastopoli. Qualsiasi superamento di tale linea da parte della NATO avrà una risposta ferma, decisa e inequivocabile.

La riedizione dei vari “patti di Monaco”, giostrati dalla NATO contro la Federazione Russa saranno inefficaci, e avranno una risposta senza mezzi termini, quindi è nell’interesse della NATO assumere atteggiamenti meno bellicosi e provocatori, e trovare soluzioni diplomatiche, per evitare pericolosi scontri, che si può sapere come iniziano ma non come finiscono (l’esperienza di Napoleone e di Hitler sono lì ad insegnarlo). In questo contesto è necessario che tutti i popoli amanti della pace creino uno sbarramento contro i guerrafondai, per difendere la pace e conquistare la propria autodeterminazione. Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica è e sarà in prima linea per la difesa della pace, della libertà, dell’autodeterminazione, insieme a tutti i suoi amici ed estimatori.

Venezia-Longarone, 14 Dicembre 2021 

Il Vicepresidente del Veneto Serenissimo Governo

Valerio Serraglia




Appello contro la guerra e per l’amicizia Veneto-Russa

Nel cosiddetto occidente democratico c’è un crescente parlare delle tensioni al confine ucraino-russo,infondendo ipotesi apparentemente credibili su una possibile aggressione da parte della federazione.  Ben sappiamo che il mainstreaming intossica l’informazione, crea notizie ad arte, e i fatti reali li derubrica a fake news: il vero diventa falso e il falso diventa vero. Chi ha fatto divenire nel XX secolo la disinformazione un’arte politica è stato innegabilmente il nazifascismo. Goebbels, ministro della propaganda tedesco, affermava con un certo orgoglio: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà verità”. Per comprendere a fondo quanto avviene in Ucraina non dobbiamo mai dimenticare che è presente nella parte orientale del Paese un’importante comunità russa, la quale, nel momento in cui ha visto non venire più rispettate le proprie libertà, a seguito della “rivoluzione” arancione del 2014, ha deciso di esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione. Più che di rivoluzione si è trattato di un’instaurazione di un regime, appoggiato e finanziato da personaggi molto dubbi con pesanti implicazioni nelle medesime sortite ai danni delle popolazioni ossete ed abkhase nel 2008,affiancati dalle frange neonaziste mai sopite in Ucraina dopo il secondo conflitto mondiale.

Nei libri di scuola ci insegnano qual è stata la scintilla che ha scatenato la seconda guerra mondiale in europa, con l’invasione della Polonia: una messinscena tedesca al confine polacco. C’è differenza con quanto sta avvenendo oggi al confine ucraino-russo? Forse l’unica differenza è che non c’è solo l’Ucraina che vuole provocare la guerra, ma anche la Germania supportata dall’Unione Europea e dalla Nato. Ci domandiamo ,a che pro questa aggressività tedesco-europea? Sicuramente a nessuno di questi interventisti interessa qualcosa dell’Ucraina. Più facilmente la Federazione Russa, dato che è il principale argine al Great Reset e a quanto stabilito dal forum dal Word Economic Forum di Davos, va messa all’angolo e resa inoffensiva ad ogni costo. Ai criminali che sostengono l’Ucraina, solo al fine di instaurare un nuovo ordine mondiale, non interessa quanti morti dovranno esserci per realizzare i loro scopi egemonici e di profitto, sono disponibili ad un conflitto globale, anche atomico. E per avere il sostegno della persone cosa fanno? Paventano black out energetici per settimane, addossando la colpa alla Federazione Russa, nonostante il Presidente Putin abbia più volte rassicurato in merito agli approvvigionamenti e alle forniture. I guerrafondai vogliono solo creare il casus belli per avere il sostegno delle gente e fare un carneficina, aprendo inoltre nuovi mercati economici.

Come Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, e rappresentanti della volontà popolare espressa nel Referendum per l’Autonomia del Veneto nel 2017, non possiamo che sostenere il diritto all’autodeterminazione di tutti i Popoli che intendano esercitarlo, perché la libertà dei Popoli non cade mai in prescrizione. Denunciamo altresì ogni provocazione orchestrata ad hoc per creare un’aggressione militare ed economica alla Federazione Russa, con il pretesto della presunta difesa dell’integrità territoriale Ucraina.

Confidiamo nella lungimiranza diplomatica della Federazione Russa, per la difesa della pace e della prosperità dei Popoli che rappresenta, affinché rigetti al mittente ogni tipo di provocazione.

Come Veneto Serenissimo Governo nulla abbiamo a che vedere con i guerrafondai europei, e siamo pronti ad ampliare le comprovate relazioni diplomatiche con la Federazione Russa e di amicizia tra i nostri due Popoli.

Venezia-Longarone 11 dicembre 2021

Ufficio di Presidenza

Veneto Serenissimo Governo




Appello per un’alleanza antiglobalista

A Sua Eccellenza l’Arcivescovo

Carlo Maria Viganò

Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della

millenaria Veneta Serenissima Repubblica, vede e accoglie positivamente “l’appello per un’alleanza

antiglobalista” lanciato da Sua Eccellenza l’arcivescovo Carlo Maria Viganò.

Il Veneto Serenissimo Governo fin dalla sua ricostituzione nel 1987 ha voluto farsi portavoce degli

ideali marciani che la Repubblica Serenissima ha sempre incarnato nei suoi 1100 anni di storia.

Quanto racchiuso nelle Scritture rappresenta il continuo anelito alla libertà di donne e uomini, e

questa ricerca trova la sua realizzazione nella Legge che Moshé ricevette sul Sinai da nostro

Signore e compiutezza nell’incontro con Dio che si fa uomo. Per i Veneti marciani il Leone di San

Marco non è solamente una bandiera, ma il gonfalone di un Popolo che ha unito i suoi destini alle

Scritture e alla Profezia racchiusa nel libro che il Leone stringe a sé.

L’attuale situazione geopolitica globale evidenzia quanto il potere delle tenebre tende a soverchiare

la Luce e la Salvezza di Dio, il tentativo di colpo di Stato globale potrà essere fermato solo se i veri

credenti si alleano rivendicando i propri diritti e soprattutto la propria etica e morale. Dobbiamo

trarre forza dal discorso delle beatitudini, il quale deve essere un inno di vittoria e consapevolezza,

non di sconfitta. Il compito delle donne e degli uomini di buona volontà è portare al Bene di Dio

quante più persone possibili.

Il Veneto Serenissimo Governo, il quale si è assunto l’onere e l’onore di promuovere e divenire

portavoce delle istanze di autodeterminazione del Popolo Veneto emerse dal vittorioso referendum

per l’autonomia del 2017, è pronto a fare la propria parte, negli interessi delle genti venete

all’interno della costituente alleanza antiglobalista. Siamo pronti, nel forum da Sua Eccellenza

proposto, a condividere quanto abbiamo elaborato in questi anni “scompaginando gli schemi e

mettendo da parte ostilità volute dai nemici dell’umanità in nome del divide et impera. Non

accettiamo le regole dell’avversario, perché sono fatte proprio per impedirci di reagire e di

organizzare un’opposizione efficace e incisiva”.

Certi che accoglierà con la giusta attenzione queste nostre parole, rimaniamo disponibili ad un

incontro conoscitivo per approfondire ed elaborare una giusta linea al fine di poter sconfiggere

questo tentativo di golpe globale.

Venezia-Longarone, 24 novembre 2021




Solidarietà e amicizia verso l’amico Popolo Bielorusso

Al Presidente della Repubblica di Bielorussia
Dottor Alexander Lukashenko

Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, in questo momento di gravi tensioni e provocazioni, attuate dalla NATO contro il popolo bielorusso e il suo Presidente Alexander Lukashenko , esprime tutta la sua solidarietà e amicizia verso l’amico Popolo Bielorusso, che da sempre ha lottato per la propria sovranità e indipendenza.

Il popolo veneto si ricorda e onora tutti i partigiani e soldati bielorussi, che assieme agli antifascisti hanno lottato e hanno dato la vita per sconfiggere la canaglia nazifascista, per la difesa e il diritto all’autodeterminazione e alla libertà dei popoli.

Le provocazioni contro il popolo bielorusso sono innumerevoli: lusinghe economiche, tentativi di colpo di stato, finanziamenti ad organizzazioni neo-naziste, e per ultimo utilizzo di teppisti prezzolati come tale Roman Dmitrievic Protasevic.

Chi sono i responsabili dell’attuale crisi al confine polacco-bielorusso? Risposta facile. I paesi della NATO, i quali hanno aggredito le nazioni del Medio Oriente, per impossessarsi delle loro materie energetiche e non solo, provocando l’odierna crisi dell’emigrazione.

Quindi adesso se ne devono assumere le responsabilità morali e materiali.

Il Veneto Serenissimo Governo è al fianco del popolo bielorusso, certo che esso respingerà le attuali e future provocazioni da parte della NATO.

Nel contempo ringrazia il Presidente Alexander Lukashenko per quanto ha fatto e farà per il Popolo Veneto.

Distinti saluti

Venezia-Longarone, 20 Novembre 2021

Per il Veneto Serenissimo Governo

Il Presidente

Luca Peroni




Il contributo della Grande Eurasia per favorire la transizione verso un nuovo ordine geopolitico, economico e sociale

Sintesi del discorso introduttivo del prof. Antonio Fallico, Presidente di Conoscere Eurasia e di Banca Intesa Russia, nel corso della XIV edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona 

Verona, 28 ottobre 2021 

Al centro della XIV edizione del Forum Economico Eurasiatico vi è il contributo che la Grande Eurasia, che va dall’Atlantico al Pacifico, può dare per favorire la transizione verso un nuovo ordine geopolitico, economico e sociale

Oggi, la diplomazia tradizionale non è più sufficiente, è necessario mobilitare la diplomazia del business a livello internazionale, che è capace di abbattere muri ideologici e sovrastrutturali e barriere geopolitiche, a favore di uno sviluppo economico internazionale umanistico e inclusivo. 

Dopo due anni di pandemia, le prospettive di crescita sembrano positive, ma prossimamente dovremo affrontare sfide storiche a causa della crisi economica strutturale, aggravata da quella climatica. La pandemia è figlia del neoliberismo, basato su una fiducia assoluta nel mito del mercato globale deregolamentato e sul profitto privato illimitato. Il principale nemico dello sviluppo economico a servizio dell’umanità è proprio il modello neoliberistico: la pandemia si è abbattuta in un modo afflitto da enormi disuguaglianze sociali, acuendole. Abbiamo bisogno di un sistema di regole e servizi pubblici forti, ripensando completamente il modo in cui produciamo e consumiamo, perché questa pandemia non sarà l’ultima. Dovremo ripensare radicalmente i criteri di sviluppo e benessere, superando la metrica del Pil con l’Indice di Sviluppo Umano (ISU) e l’Indice di Benessere Sostenibile (IBS). 

Oggi assistiamo a un processo di deglobalizzazione in cui si sono formati alcuni centri di governance regionali e macroregionali che tendono a chiudersi verso la concorrenza esterna per sviluppare al loro interno un mercato unico con regole e standard comuni. Una delle conseguenze è la ricollocazione delle catene produttive e logistiche vicino ai luoghi di consumo. Da questa crisi sistemica possiamo uscire soltanto con un’alleanza multipolare, riconoscendo gli interessi e il ruolo economico e geopolitico di ogni Paese. 

Per superare l’attuale modello economico e al tempo stesso assicurare al nostro pianeta sicurezza e prosperità, è assolutamente necessario coinvolgere attivamente la Grande Eurasia dall’Atlantico al Pacifico. L’Amministrazione Biden appare debole e contraddittoria: da una parte cerca di rilanciare l’egemonia americano tramite la Nato, dall’altra è protagonista della caotica fuga dall’Afghanistan. Allo stesso tempo gli USA hanno costituito due nuove alleanze militari contro la Cina e la Russia: la Quad con Australia, India e Giappone e l’Auk con Australia e Gran Bretagna. Sarebbe auspicabile che gli Stati Uniti agissero con realismo, ricercando un consensus con Cina, India, Russia, Europa e la Grande Eurasia sui problemi più importanti, come crisi economica e climatica, rinunciando a provocazioni militari. L’alleanza strategica e militare fra la Cina e la Russia, infatti, costituisce una potenza economica e nucleare per lo meno pari a quella americana. 

L’Unione Europea ha buone prospettive di sviluppo economico, ma vive un periodo di difficoltà dovuto all’aumento del prezzo delle materie prime e dell’energia, alle spinte centrifughe di alcuni Paesi membri (Polonia) e di un sistema decisionale bizantino che talvolta sembra ignorare gli interessi economici verso Cina, Federazione Russa ed Unione Economica Eurasiatica, con cui le aziende europee vogliono sviluppare rapporti autonomi rispetto agli Usa: pensiamo al Comprehensive Agreement on Investment siglato con Pechino a dicembre 2020, anno in cui la Cina è diventato il primo partner commerciale dell’Ue (€ 586 miliardi vs € 555 con gli Usa). Ora è importante che Bruxelles valuti le decisioni che avranno una ricaduta strategica nei prossimi anni, con ricadute geopolitiche ed economiche, come il Nord Stream 2

Nell’Unione Economica Eurasiatica si rafforzano le tendenze integrazionistiche. Sebbene l’instabilità politica in Armenia, Bielorussia e Kirghisia crei inquietudini, si ha la speranza che questi Paesi sapranno superare le attuali difficoltà uscendone rafforzati, con delle istituzioni più efficienti e con la consapevolezza della necessità di un’integrazione regionale più organica. 

La Russia, motore dell’Unione Economica Eurasiatica, rappresenta un legame naturale tra l’Unione Europea e l’Asia Orientale, punto di riferimento per uno sviluppo inclusivo dell’economia tra l’Atlantico e il Pacifico. Il valore strategico della Federazione Russa è accentuato dalla sua funzione propulsiva nella Shanghai Cooperation Organization (SCO): un’alleanza politica, economica e per la sicurezza eurasiatica a cui aderiscono anche Cina, India e Pakistan. Particolare importanza rivestono poi i corridoi di trasporto, che assicurano logistica e fornitura di merci, come testimoniato dal recente blocco del Canale di Suez: i transiti navali, via i mari Artici lungo le coste russe, sono considerevolmente aumentati, passando da 697 nel 2019 a 1281 nel 2020. Si stima che l’itinerario da Shangai a Rotterdam tramite il Grande Nord faccia risparmiare circa il 20% dei costi e una settimana di viaggio rispetto all’utilizzo del Canale di Suez. Da parte sua l’Italia, legata alla Russia da storiche relazioni di amicizia e di cooperazione scientifica, industriale ed economica, può divenire un partner privilegiato della Russia e della Grande Eurasia nel rapporto con Usa e Nordamerica. 

Per superare la crisi strutturale e gli effetti disastrosi del neoliberismo e della pandemia è urgente superare tempestivamente le barriere geopolitiche, gli schieramenti militari e i pregiudizi ideologici. E, nel quadro di una governance multipolare con un ruolo attivo della Russia, della Cina e della Grande Eurasia, promuovere una rivoluzione culturale, etica ed economica che ci permetta di delineare un nuovo modello di sviluppo sociale ed economico globale, che metta al centro la dignità e i valori autentici dell’uomo. Soltanto con una solidarietà globale possiamo gestire con saggezza l’emergenza sanitaria, le molteplici crisi o le guerre che affliggono numerose regioni del mondo, combattere con successo il terrorismo fondamentalista, il narcotraffico e i flussi migratori. 

Occorre riformare profondamente le principali istituzioni internazionali, come Onu, Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale, affidando l’agenda economica e sociale al G20. Occorre abbattere i muri del protezionismo, andando verso una governance commerciale multilaterale, riformando il WTO. 

Non è più ammissibile che la crescita economica e i beni comuni universali, come la salute, siano ostaggi delle sovrastrutture geopolitiche, vietando persino vaccini anti-Covid di comprovata efficacia, come lo Sputnik V, anche nei casi di estremo bisogno della popolazione. Soltanto insieme, nel quadro di una governance multipolare, possiamo costruire un’economia umanistica. 

Oggi in Europa e nel mondo si intende perseguire con determinazione la transizione climatica e la transizione digitale, per le quali sono stati previsti investimenti estremamente importanti. Ma per raggiungere questi obiettivi occorre raggiungere una strategia comune a livello multilaterale. Credere di stabilire l’armonia con l’ambiente, sostituendo il fotovoltaico al petrolio, l’eolico al carbone, il biogas al gas naturale, la plastica biodegradabile a quella fatta di petrolio, è un errore che lascia le cose come stanno, continuando a navigare verso la catastrofe solo a velocità più ridotta. Dal dibattito sull’energia bisogna eliminare troppi equivoci, illusioni diffuse e pregiudizi ideologici. Al contrario occorre avere un approccio laico, realistico e non prevenuto. L’Italia, ad esempio, ha rinunciato al nucleare da fissione, senza aver deciso, peraltro, dove stoccare le scorie, ma partecipa al progetto Iter (International thermomuclear experimental reactor) per i reattori da fusione. L’Eni recentemente ha annunciato i progressi di una sua controllata nella ricerca della “fusione a confinamento magnetico”. Pur di togliere l’imbarazzante aggettivo “nucleare” si preferisce chiamarla energia stellare. Sarebbe miope, oltre che stupido, se si respingesse a priori una conquista della scienza senza valutarne convenienza e rischi. Se poi fossimo coerenti con le nostre scelte, non dovremmo acquistare energia elettrica dai francesi. Il 4% di quella che consumiamo in Italia è prodotta dal nucleare di cui non vorremmo più sentire parlare. Ma facciamo finta di niente. In Italia regna una sorta di populismo ambientalista: si dice no alla carbon capture storage, tecnologia nella quale possiamo essere all’avanguardia nel mondo, si dice no al nucleare senza distinguere tra fissione e fusione, si dice no ai biocarburanti avanzati, ad esempio quelli prodotti dai rifiuti. Al tempo stesso la quota di fonti fossili nella copertura dei nostri fabbisogni energetici è ancora all’80% e al 65% nella generazione elettrica. Il contributo delle rinnovabili è aumentato, arrivando a circa il 10% del totale, a discapito non delle fossili, ma cannibalizzando il nucleare, unica altra fonte carbon zero, espunta per ragioni sostanzialmente ideologiche dalle politiche energetiche in Occidente, ma non in Oriente. In Russia, ad esempio, il nucleare contribuisce al portafoglio energetico per il 21%, mentre l’idroelettrico per il 26% e il gas metano per il 40%. 

È, inoltre, diffusa la sensazione che la transizione ecologica equivalga a cambiare un’auto diesel con un’ibrida o elettrica, beneficiando di sussidi e incentivi a carico della comunità. Ma si passa all’elettrico senza porsi il problema di come questa energia sia stata prodotta: la Germania, capofila della sostenibilità a livello europeo, ad esempio, ha impiegato nel primo semestre di quest’anno il 40% di carbone in più per produrre energia elettrica. Nonostante il raddoppio da inizio 2021 del prezzo degli Ets, i certificati per le emissioni inquinanti, il carbone resta più conveniente. L’Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ritiene più efficiente decarbonizzare la produzione elettrica esistente, che per il 60% in Italia non viene generata da rinnovabili, prima di pensare ad altri usi, come per esempio l’idrogeno verde che pure ha un ruolo non secondario nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. 

In sintesi, si nascondono o si considerano poco i costi della transizione, dei quali è politicamente sconveniente parlare. E si preferisce alzare l’asticella delle aspettative della sostenibilità, disegnando scenari tanto attraenti quanto difficilmente raggiungibili, senza sottolineare così l’impegno e i sacrifici necessari. Il “Green New Deal” è un cammino molto lungo, graduale e complesso che deve essere affidato a una governance multipolare vasta e coesa e a scienziati autentici e indipendenti, rifuggendo da istanze populistiche e demagogiche. 

L’Unione Europea pesa il 7% sulle emissioni globali e anche se riducesse le proprie emissioni entro il 2030 del 55% (rispetto al 1990), le emissioni mondiali si ridurrebbero di un marginale 1%. Da qui l’esigenza, per una realistica ed efficace transizione ecologica, di coinvolgere nella ricerca scientifica, nelle decisioni politiche e nei processi applicativi concreti relativi i grandi player internazionali, gli Usa, la Cina, che ormai domina il mercato delle rinnovabili e delle batterie elettriche, l’India, la Russia e la Grande Eurasia. Cina e India, le due superpotenze demografiche, sono responsabili delle emissioni di gas serra mondiali, rispettivamente del 24,7%, (prima nel mondo) e del 7%, (terza al pari dell’Europa) dopo gli Usa con il 12,3%. Mentre alla Russia spetta il 4%. Occorre trovare un consenso universale che contemperi in modo realistico gli interessi delle economie, e delle strutture industriali e dei portafogli energetici dei vari Paesi. A tal fine, la Conference of parties denominata COP26, la Conferenza annuale delle Nazioni Unite, che si svolgerà a Glasgow dovrebbe essere un’occasione da non perdere e riconoscere il gas naturale è indispensabile per una transizione energetica realistica e graduale. Ma per la transizione ecologica, condizione prioritaria e indispensabile saràcambiare la prospettiva antropologica ed effettuare una rivoluzione economica copernicana che metta al centro il lavoro e la persona: un’economia umanistica

Abbiamo quasi raggiunto i limiti fisici e cognitivi dell’espansione umana, saturando progressivamente gli ecosistemi terrestri e marini con i rifiuti delle nostre attività economiche e sociali. Perciò siamo obbligati a rinunciare al consumismo e all’illusione che sia possibile mantenere un livello di consumi crescente nel tempo, per noi e per le future generazioni. La sostenibilità va intesa nella sua accezione più ampia e, nell’ambito di tale innovazione va inserita la transazione digitale. A tal proposito è molto importante il rapporto pubblicato dalla Commissione Europa (“Industria 5.0. Verso un’industria europea sostenibile, umano-centrica e resiliente”) che riconosce il potere dell’industria di raggiungere obiettivi sociali per creare una solida prosperità, operando in modo tale che la produzione rispetti i limiti del nostro pianeta e ponendo il benessere dei lavoratori al centro del processo produttivo

Siamo certi che in una prospettiva geopolitica multipolare che va dall’oceano Atlantico al Pacifico, i vari Paesi condivideranno obiettivi e azioni per la transizione ecologica e digitale e ne guideranno e garantiranno la loro applicazione, coalizzando la creatività delle persone, delle comunità e delle imprese. Riusciremo, insieme, a vincere questa scommessa epocale per un’economia umanistica e per raggiungere un accordo razionale e creativo fra umano e natura. Un contributo importante può e deve darlo la diplomazia del business. Con la sua struttura industriale, commerciale, finanziaria ed economica a livello internazionale, ha il potere e il dovere di condividere con la sovrastruttura politica e geopolitica globale l’urgenza di un’alleanza multipolare per assicurare la salvezza del nostro pianeta, la sicurezza e la prosperità dell’umanità. 

Includere, condividere e agire deve essere la nostra stella polare verso una prosperità condivisa da tutti, indipendentemente dalla nazionalità, dal genere e dal livello sociale.  




I VENETI NON VOGLIONO IL GREEN PASS, I VENETI HANNO SAN MARCO

Ci troviamo evidentemente di fronte ad uno dei più grandi ed epocali scontri nella storia tra bene e male. Il Mondialismo giacobino ha utilizzato l’emergenza pandemica per realizzare i propri scopi satanici: rinchiudere il Popolo, costringerlo a trattamenti sanitari obbligatori pena l’esclusione dal mondo delle relazioni, fargli indossare un bavaglio incutendo paure ancestrali di morte, condizionare elezioni, pilotare l’economia a proprio uso e consumo, dichiarare con anticipo le nuove pandemia a cui dovremmo sottostare con nuove restrizioni e obblighi.

Trieste è la città simbolo delle rivolta dei Popoli della penisola contro la dittatura italiana rappresentata dal “marchio verde”. Abbiamo visto che non c’è democrazia in italia, che il Popolo non si rifà più alla rappresentanza partitica, infatti non vota più alle elezioni italiane. Decine e decine di piazze delle città della penisola si stanno riempiendo di Patrioti, il fantoccio chiamato italia si sta sgretolando.

I patrioti veneti che lottano contro il regime italiano sono protetti da San Marco!

PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEUS, queste sono le parole della profezia racchiuse nel libro del leone nel nostro gonfalone, della nostra bandiera. La profezia preannunciava la nascita della Veneta Serenissima Repubblica: una repubblica libera ed indipendente.

Il nostro amato Veneto ha perso la propria indipendenza e la propria forza a causa della finta luce dell’illuminismo: l’esaltazione della ragione che ha sostituito il nostro legame con Dio. L’illuminismo è l’idolatria della ragione che ha dato origine all’attuale scientismo.

L’europa, figlia di questo pensiero, ha fatto della ragione il proprio idolo, il proprio vitello d’oro, dimenticando Dio che ci ha fatto dono della ragione e della libertà di scegliere tra bene e male. L’europa ha scelto, nell’ondata giacobina di divenire la nuova babilonia, incolpando Dio del propria degenerazione morale e spirituale. Ricordiamoci che abbiamo il libero arbitrio!

In questi pochi secoli, fingendo di difendere l’essere umano dall’influenza delle “credenze popolari” la cultura illuministica si è sostituita a Dio, ha distrutto la nostra identità, generando un clima di cinismo e paura che ci ha reso più soli e deboli.

Quello che stiamo vivendo in questi anni è la realizzazione del grande progetto illuministico-massonico, non c’è nessun complotto ma una cospirazione delle élite di potere per togliere ai popoli qualsiasi legame con la propria storia, cultura e tradizioni, attraverso l’esecuzione precisa e puntuale dell’Agenda 30 delle Nazioni UniteIl braccio operativo di questa politica contro i Patrioti sono stati i BLM, gli Antifa, i Cancel Cultur, e per finire il virus cinese (meglio conosciuto come Corona Virus).

Il male, attraverso l’opera dei tirapiedi locali, si ripresenta ciclicamente nella storia del nostro popolo, ma noi, sapendo cosa rappresenta il nostro gonfalone, non lo temiamo. Sappiamo che “la verità ci farà liberi”, che quanto stiamo subendo dall’occupante italiano dall’illegale annessione del 19 ottobre 1866 gli si ritorcerà contro.

Dobbiamo oggi con forza e determinazione ripudiare le finte libertà italiane.

L’italia sta usando le proprie norme per metterci gli uni contro gli altri, per soggiogarci, per privarci definitivamente dell’esercizio del nostro libero arbitrio.

La vera libertà la troviamo in una vita che vale la pena di essere vissuta. Ci dicono che per fare cose che prima potevamo fare normalmente ora dobbiamo esibire un pass, che genere di libertà sarebbe questa?

Parlano di libertà di morire, propongono l’eutanasia, ma non siamo liberi di curarci come riteniamo eticamente giusto, possiamo affidare ad uno Stato canaglia (l’italia) la nostra salute?

Vogliono imporci disegni di legge che propongono ed inneggiano ad una sessualità che non è ciò che la biologia umana, oltre che il messaggio biblico, racchiude, a quale scopo realmente stanno inserendo messaggi sessuali nella scuola infantile, possiamo lasciare all’italia l’educazione dei nostri bambini?

Ci propongono la liberalizzazione delle droghe come svago, ma ci vietano il libero movimento, non è che semplicemente stanno cercando di trovare un modo per finanziare il terrorismo con i nostri soldi?

Ci propongono come esempio di modello sostenibile la Green Economy di Greta, spingendo su risorse energetiche che per essere utilizzate prevedono lo sfruttamento della manodopera infantile in Congo e il finanziamento degli Stati terroristici.

Le lobby giacobine, cui l’italia e l’unione europea sono le propaggini istituzionali, sono la rappresentazione terrena del male, sono quello che noi patrioti Veneti non vogliamo essere.

Chi ama il Veneto è Veneto, poco importa dove sia nato e da chi sia nato; noi per il Veneto dobbiamo essere come il sale indispensabile ma da utilizzare nella dose corretta poiché ci ricordano le Scritture: “il sale è buono; ma se il sale diventa insipido, con che gli darete sapore? Abbiate del sale in voi stessi e state in pace gli uni con gli altri”.

Non lasciamoci sedurre dalle invitanti sirene del male, fare il male spesso sembra più semplice che fare il bene, solitamente offre una soluzione più rapida e apparentemente più comoda per il raggiungimento di un obiettivo, ma noi non vogliamo che il Veneto sia un’italia in piccolo, non vogliamo un Veneto giacobino, vogliamo un Veneto di San Marco, in cui la libertà sia la base della nostra società e delle nostra convivenza, in cui l’elemento di crescita sia basato sullo spirito di amore, pace e rispetto reciproco che da sempre il Leone Marciano rappresenta.

Siamo ancora in tempo per non fare del nostro amatissimo Veneto un covo di ladri, è giunto il tempo di cacciare i mercanti e gli adoratori del vitello d’oro dal tempio, perché il Veneto è la nostra casa, indicata dalla profezia al nostro evangelista Marco.

Noi come Veneti dobbiamo diffondere il messaggio marciano quanto più possibile perché siamo una Nazione, un Popolo, una famiglia: nessuno deve rimanere indietro.

Viva San Marco!

per il Veneto Serenissimo Governo

il Vicepresidente

Demetrio Shlomo Yisrael Serraglia




Libertà per il popolo Veneto