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Appello importante per la liberazione dei tre soldati israeliani rapiti a Gaza ed in Libano

Chiediamo l’immediato e incondizionato rilascio dei soldati israeliani Ehud (Udi) Goldwasser e Eldad Regev, sequestrati da Hezbollah il 12 Luglio 2006 e Gilad Schalit, sequestrato da Hamas il 25 Giugno 2006.

Appello importante per la liberazione dei tre soldati israeliani rapiti a Gaza ed in Libano

Cari amici,
qua sotto trovate l’appello per la liberazione dei nostri cari, i soldati israeliani rapiti in Libano e a Gaza la scorsa estate. Stiamo raccogliendo le firme per consegnarle ai politici nel viaggio che faremo a Roma questa settimana.
Vi chiediamo di mandarne il più possibile, partendo dalle vostre famiglie, dai vostri amici, dalle vostre mailing list. le firme possono essere mandate a disegnishilat@gmail.com .
L’appello è già apparso sul Corriere della Sera e su L’Indipendente in questi giorni, speriamo venga pubblicato su altre importanti testate.
Vi ringraziamo già da ora per la preziosa collaborazione e la vostra amicizia.

Karnit Goldwasser
Shlomo Goldwasser
Malcha Golwasser
Benny Regev
Noam Shalit

APPELLO PER LA LIBERAZIONE DEI TRE SOLDATI ISRAELIANI RAPITI A GAZA ED IN LIBANO

Chiediamo l’immediato e incondizionato rilascio dei soldati israeliani Ehud (Udi) Goldwasser e Eldad Regev, sequestrati da Hezbollah il 12 Luglio 2006 e Gilad Schalit, sequestrato da Hamas il 25 Giugno 2006. Tutti e tre sono stati rapiti all’interno dei confini d’Israele durante missioni di difesa e a tutt’oggi il loro destino rimane sconosciuto.
Tenerli in prigionia e negargli assistenza medica e umanitaria è una violazione della legge internazionale e delle Convenzioni di Ginevra.
Ci impegnamo a fare del nostro meglio per accelerare il rilascio di Udi, Eldad e Gilad e chiediamo a chiunque lo voglia di unirsi a noi in questo sforzo.

David Grossman: scrittore Israeliano
Javier Solana: alto rappresentante dell’Unione Europea per la politica estera e per la sicurezza
Marck Otte: rappresentante speciale dell’Unione Europea
Christian Poncelet: Presidente del Senato francese
Philippe Douste-Blazy: Ministro degli Esteri francese
Tony Blair: Primo Ministro della Gran Bretagna
Alan M. Dershowitz: avvocato e professore di legge
Hilary Clinton: senatrice da New York
Peter G. Mackay : Ministro degli Esteri Canadese
Michael Bloomberg: Sindaco di New York
Christopher Dodd : Senatore dal Connecticut
Benita Ferero-Waldner: membro del Parlamento Europeo per le relazioni Esterne e la politica del vicinato 

Per aderire con la propria firma disegnishilat@gmail.com




APPELLO a tutti i sinceri democratici!

Ciò che è stato svelato con tanto di registrazione audio e video dai coraggiosi giornalisti, una somala e un iracheno, in quel delle moschee di v.le Jenner a Milano e a Varese, teatro di presidi e manifestazioni di SOS Italia difesa dell’occidente nei mesi scorsi, è l’ultimo atto di una campagna di sensibilizzazione che è iniziata l’indomani dell’11 settembre 2001…

Ciò che è stato svelato con tanto di registrazione audio e video dai coraggiosi giornalisti, una somala e un iracheno, in quel delle moschee di v.le Jenner a Milano e a Varese, teatro di presidi e manifestazioni di SOS Italia difesa dell’occidente nei mesi scorsi, è l’ultimo atto di una campagna di sensibilizzazione che è iniziata l’indomani dell’11 settembre 2001. Dalla Oriana Fallaci, da Magdi Allam e ancora da Adriana Bolchini, e via via Ida Magli, il regista Renzo Martinelli con ben due film sul pericolo dell’islam radicale, da persone come Giuliano Ferrara, padre Baget Bozzo, padre Livio  di radiomaria. Questa Campagna cercava di creare un consenso a fronte di uno scenario ipotizzato, con esempi sia di lettura di quel fiorire di ass.ni islamiche dall’Inghilterra alla Spagna passando per il nostro paese,che fatti tragici come gli attacchi a Madrid e Londra, di un preciso e lucido, cinico, progetto di conquista, culturale, religiosa e militare dell’Europa da parte dell’islam integralista. Si è anche scritto, fino alla noia, che la perdita di valori assoluti, sia liberali, di uguaglianza, di parità di diritti, di sesso, sia religiosi che attraverso i secoli passati hanno dato un impronta cristiana indelebile, era colpa do noi tutti. Credevamo, fino a ieri, e facevano della grande e vecchia Europa, soprattutto dopo l’Olocausto e la caduta del Comunismo con i suoi olocausti griffati da dittatori in mezzo pianeta, da Pol Pot alla Cina che tiene soggiogato il Tibet e criminalizza qualsiasi culto e deporta o cristiani, un baluardo di quei valori elencati. Insieme agli Stati Uniti d’America, che rispondevano in prima persona alla Guerra Santa, Jahad dichiarata all’intero Occidente, Europa compresa, dai pasdaran islamici che siedono con gli Ayatollah in Iran, e incassano i petrodollari sauditi, si sarebbe eretto un muro culturale impenetrabile. Tutti, diciamo tutti, esecravano l’attacco alle Twin Towers, ma grazie alla dissimulazione, in breve tempo, menti malate hanno iniziato a spargere veleni su veleni, per offuscare la compattezza del fronte antiterrorismo. E’ stata la Cia scrivevano. L’aereo che colpi il Pentagono forse era un missile. Il quarto aereo, quello della rivolta dei passeggeri guidati da due ex marines a colpi di coltelli svizzeri, non si capisce dove sia caduto e dove doveva esplodere. Le Torri gemelle sono cadute così e non cosà. E via via fino al formarsi, in salsa di pomodoro italiano, alleanze tra nostri esponenti politici, Diliberto e il suo soviet, con gli Hezbollah, che stanno insanguinando il Libano e lo stato di Israele,con l’Islam radicale, e constatiamo il riemergere di quel sentimento antiamericano che, se per quanto riguarda la guerra del Viet Nam aveva accomunato tutti i democratici, ora assume i contorni del vero e proprio sabotaggio. Via gli Usa dall’Italia, "10,100 Nassirya", libero ingresso a tutti nel nostro paese… Avendo perso il contatto con il referente storico, la classe operaia,alleandosi con il peggio del peggio della vecchia DC, Prodi ne è degno rappresentante, i comunisti italiani, e parte dei nostri politici  stanno cercando nelle masse di diseredati di oltre mare il serbatoio elettorale per quando i cittadini NON li voteranno più, Gianfranco Fini compreso! Da Ministro degli Esteri corse a chiedere scusa alla Moschea di Roma invece di alzare i Tornado dell’Aeronautica Militare e sorvolare a volo radente Bengasi dove migliaia di libici hanno messo a ferro e fuoco la nostro ambasciata cercando i uccidere il Console. Auspica addirittura l’insegnamento del Corano nelle scuole. E allora? E’ finito il tempo dei Grilli parlanti. Continuiamo a scrivere e loro aprono un altra moschea. Continuiamo a cercare con il lanternino gli islamici moderati e grazie a Dio ne conosciamo tanti e loro stipulano accordi con i sindacati, siedono al Ministero degli Interni nella Consulta e la magistratura lascia impolverasi le denuncie per associazione sovversiva contro la Ucoii. I cittadini devono mobilitarsi per costringere le Istituzioni, la Magistratura a mettere mano al Codice Penale e far rispettare le Leggi. Chiunque istighi all’odio religioso, chiunque predichi di limitare le libertà individuali, chiunque predichi la nostra sottomissione all’islam,chiunque usa violenza alle donne, deve essere arrestato, i suoi beni confiscati, e processato per Attentato all’Ordine Costituzionale, per Insurrezione armata contro lo Stato. Fiancheggiatori compresi.
Per quanto riguarda l’invasione biblica del territorio italiano e l’annuale ingresso in Europa di paesi a rischio, quest’anno Bulgaria e Romania, nel 2008 Albania, Macedonia, e Bosnia Erzegovina, lo Stato e le Amministrazioni locali devono tutelare con qualsiasi mezzo la SICUREZZA NAZIONALE. Per questo invitiamo tutti i democratici a preparare un Convegno nazionale su questi temi da tenersi al più presto. Prima che sia troppo tardi.
Amiamo l’Italia, amiamo la nostra famiglia, mobilitiamoci in memoria dei nostri padri, per il futuro dei nostri figli.

SOS Italia

Riceviamo questo appello a cui aderiamo, ovviamente anche noi invitiamo tutti ad amare la propria patria, che per noi non è quella italiana.




Il partito "Venetista" di Riondato P.

Pubblichiamo lo statuto di Patrik Riondato per la costituzione del partito venetista. Invitiamo tutti a leggerlo e a meditare… così che ognuno possa trarre le sue conclusioni.

A cura M.A.D.G.R.I.

Il ragionamento seguente parte dalla necessità di un crescente numero di militanti veneti, di diversa estrazione e con differenti percorsi politici alle spalle, di creare un movimento indipendentista che sia un nuovo contenitore politico ideologicamente trasversale e che punti all’unità dì tutti gli indipendentisti veneti.

 

Oggi in Veneto esistono tre partiti di riferimento politico nell’area autonomista.

Lega Nord, Progetto Nord Est e Liga Fronte Veneto.

A nostro avviso nessuno di questi tre contenitori è il contenitore giusto, credibile e/o riformabile politicamente, che ci possa portare politicamente alla piena sovranità del Popolo Veneto (fatto salvo il fatto che i Veneti potranno autodeterminarsi solo nel momento in cui diventeranno consapevoli di poterlo fare).

Chi dirige questi partiti, strutturati al proprio interno piramidalmente, è impegnato più nella ricerca di voti, spesso "uno a discapito dell’altro, piuttosto che nel costruire un’alternativa politica ai partiti italiani.

Una volta raggiunti posti di potere all’interno delle istituzioni locali e statuali, questi non sono finalizzati alla lotta politica indipendentista ma divengono strumenti per la realizzazione di interessi personali e/o di feudi di potere all’interno dei partiti.

Se dalle rispettive basi e dai rispettivi elettorali sempre più spesso giungono richieste per aprire un dialogo tra i vari partiti veneti, i vertici rispondono di fatto alimentando contrapposizioni volte a mantenere la divisione dei veneti.

Uno dei bisogni che più sono stati percepiti tra l’elettorato della area politica veneta è quello del desiderio di Unità dei vari partiti veneti.

Questa necessità agli occhi dell’elettore medio è vista quasi come un sogno, un punto di arrivo dopo anni di aspre e sofferte divisioni.

 

Per arrivare all’unità politica dei veneti in un unico movimento che porti alla liberazione della nazione veneta è necessario bypassare la volontà dei vertici, creando un coordinamento di base che arrivi ad un nuovo contenitore politico che abbia le seguenti caratteristiche:

 

-sia un movimento indipendentista, che lavora per raggiungere la piena e totale sovranità del Popolo veneto, diritto inalienabile anche in riferimento alla nostra storia;

– non sia movimento ideologico, ma divenga la casa degli indipendentisti, capace di attrarre e far vivere al proprio interno le diverse sfumature di pensiero di tutti noi.

 

-Ora come ora molta gente che ha fatto politica in passato nella nostra area si tiene fuori ritenendo che nessuno dei tre partiti dia le giuste garanzie di coerenza per meritare un impegno politico.

Sono una risorsa che deve essere recuperata.

Tutte queste persone che già una esperienza politica di area, ma soprattutto tutti quelli, soprattutto giovani, che non sono mai entrati in un partito, hanno la necessità e anche il diritto che ci sia un contenitore politico adeguato alle loro aspettative.

Per poter raggiungere tutte queste persone occorre il rilancio di un progetto politico indipendentista che ridia fiducia, che crei entusiasmo all’interno e all’esterno del partito e che soprattutto si muova in un’ottica che sia di ampio respiro e di lungo termine, non semplicemente anno per anno in considerazione della prossima scadenza politica.

Un partito indipendentista deve avere come prima opzione quella di presentarsi indipendentemente dai due poli ideologici.

Questo sia per coerenza con il proprio progetto politico, che è la piena indipendenza del Veneto, sia per questioni di opportunità.

Un partito indipendentista non deve essere ne di destra ne di sinistra, non deve essere schierato ideologicamente ma deve lasciare libertà di coscienza ai propri militanti su tematiche che non sono direttamente legate all’indipendenza del Popolo veneto.

Ogni veneto, al di là delle sue idee ideologiche, si deve poter riconoscere nel partito, che deve diventare in prospettiva il contenitore politico primario di tutti i veneti.

Affinché questo sia possibile, il partito deve rinunciare ad etichette ideologiche.

Dal punto di vista elettorale si devono creare le condizioni affinchè sia possibile che ogni veneto prenda in esame la possibilità di darei il voto, a prescindere dalla sua storia politica personale passata.

 

I veneti possono che recepire in prima istanza un messaggio identitario ed indipendentista sono naturalmente gli elettori che già in passato hanno accordato la loro fiducia a progetti simili (ma non uguali) a quello da noi proposto.

Questi voti bisogna portarli assolutamente a casa, perchè è all’interno di questa nicchia di elettorato, che già ha capito di essere veneto e non italiano, che possiamo da subito cercare nuovi militanti per far crescere il movimento.

Questi sono non solo possibili elettori, ma possono costituire in futuro una nuova base di militanza ed una nuova classe politica veramente veneta.

Per questo è necessario rivolgersi a loro con maturità difendendo le tematiche identitarie con coerenza e soprattuto con competenza, ascoltando quello che le associazioni identitarie e culturali propongono e facendosi coerentemente paladini di queste realtà.

Coerentemente con i proprio obiettivi, usare come lingua di propaganda in parte anche la lingua veneta accanto a quella italiana.

 

I temi relativi a determinate questioni internazionali (palestina-israele, iraq–USA, etc) o relative a questioni di coscienza personale (aborto, pacs, etc) vanno tenute fuori dalla nostra campagna elettorale.

Sono temi che dividono le coscienze e non portano nulla di utile per la causa veneta ma sono ulteriori divisioni. Lasciamole fuori dalla porta.

Anche questioni italiane che nulla hanno a che fare con il Veneto non devono essere prese in considèrazione, evitare di farsi schiacciare su tematiche nazionali, bisogna guidare il dibattito politico su temi veneti.

 

Affiancare al marketing generalista sul Veneto anche specifiche tematiche locali che siano in linea con i principi guida della strategia del partito, cercando di affinare gli strumenti di propaganda in base al target che deve recepire il messaggio (selezione su base territoriale, anagrafica, sociale, etc).

Per esempio, una provincia non è detto che sia sempre un territorio omogeneo con i medesimi bisogni e sensibilità.

Mentre l’alto vicentino può essere sensibile per esempio a un marketing che punti sulla denuncia della situazione di disparità con il Trentina, questo può essere meno vero in altre zone della provincia. .

Bisogna muoversi al meglio in ogni zona cercando la tematica più utile per poter raggiungere l’elettore e utile a far passare i nostri messaggi identitari.

Se in linea con i principi del partito usare a livello di collegio anche temi locali (es. autostrada Valdastico, Cave, inceneritore, etc) in modo da dare risposta anche a bisogni immediati e sentiti della popolazione.

 

Rifiutare il razzismo ed evitare a
ssolutamente di passare da partito di destra xenofoba.

Deve però essere messo in chiaro un progetto condiviso per risolvere la questione dell’immigrazione di massa.

A subire il vero razzismo oggi sono i veneti. Questo deve essere un perno dei nostri messaggi, dati alla mano.

 

Una proposta politica per differenziarsi dalle altre, per avere una propria identità e visibilità, deve lavorare su temi forti.

Evitare di urlare i messaggi e di passare per leghisti estremisti.

Il contenitore che stiamo costruendo è fatto però per i Veneti e non per gli italiani, questo deve essere chiarito.

Evitare posizioni ambigue su questo, sia per motivi di coerenza sia per evitare di imbarcare persone che non condividono in pieno determinate tematiche.

 

Organizzazione

 

Tre livelli di soci.

Soci sostenitori nessun diritto un solo dovere pagare la tessera da 10 euro

 

Soci militanti ordinari eleggono il Consiglio Nazionale dovere di pagare tessera (50 euro) e di lavorare per il movimento.

Per diventare militanti devono fare richiesta al Consiglio di Garanzia presentando domanda motivata e curriculum che può accettare o respingere la domanda senza obbligo di motivare la risposta.

Hanno il dovere di lavorare per la realizzazione degli obiettivi del partito.

 

Soci militanti storici Sono tutti i soci fondatori del movimento più tutti i soci che abbiamo raggiunto 5 anni di anzianità di militanza.

Hanno gli stessi diritti-doveri dei soci militanti, più il diritto di voto del CdG e la possibilità di candidarsi all’elezione del medesimo.

 

Consiglio nazionale eletto con sistema proporzionale dal Congresso nazionale ogni 3 anni in via ordinaria.

 

che viene eletto per un membro per ogni dieci o frazione di dieci aventi diritto di voto.

Ha un numero di membri minimo di 5 e massimo di tredici, sempre in numero dispari. Si aprono le candidature prima dell’elezione, possono candidarsi tutti i militanti con almeno 6 mesi di anzianità.

Ogni militante ha disposizione da una a tre preferenze.

Quello che ottiene più preferenze è in automatico anche il presidente del partito, carica di rappresentanza (rappresenta legalmente il movimento, convoca e presiede il consiglio nazionale).

Il sistema proporzionale garantisce rappresentanza alla minoranza interna.

Qualsiasi decisone è presa solo a maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto.

L’appartenenza al CN è incompatibile con quella al CdG e a qualsiasi carica pubblica, sia elettiva che di nomina.

Il CN propone al Cd le sospensioni o le espulsioni.

I CN nomina tra i suoi membri o tra altri militanti del partito le seguenti figure:

 

portavoce tesoriere responsabile organizzativo.

responsabile ufficio stampa responsabile propaganda responsabile tesseramento responsabile campagna elettorale (ad hoc)

 

 

Le cariche di cui sopra possono essere cumulative.

 

1/ CN può decidere su richiesta della maggioranza assoluta dei membri di diritto, la partecipazione al/e proprie riunioni con diritto di parola ma senza diritto di voto di altri membri del partito o di altre persone non iscritte fino ad un massimo di 5 persone.

 

N.B. rende più restrittive le condizioni per avere diritto di elezione al CN, tipo essere soci militanti fondatori? Oppure rendere il sistema di voto diversificato rispetto all’anzianità, tipo dare una preferenza a chi è solo socio militante, e tre a chi è militante storico?

 

Congresso nazionale elegge il Consiglio Nazionale fanno parte del Congresso Nazionale tutti soci militanti storici e , tutti i soci militanti con almeno 6 mesi di anzianità. convocato in via ordinaria dal CdG ogni 3 anni o via straordinaria su decisione del CdG o su richiesta scritta di almeno il 40% dei soci militanti e il 33% dei militanti storici. (percentuali da definire)

 

Presidente del partito Eletto con sistema proporzionale dal congresso dei militanti. Carica puramente di rappresentanza (rappresenta legalmente il movimento convoca e presiede il consiglio nazionale di cui fa’ parte).

 

Consiglio di Garanzia Eletto dai soci militanti storici ogni 5 anni, è organo di garanzia e di memoria storica del Movimento.

E’ eletto dai soci militanti storici è composto da 3 a 7 membri, sempre in numero dispari, con un membro ogni 10 o frazione di dieci aventi diritto di voto. Prima delle elezioni si aprono le candidature, possono candidarsi tutti i soci militanti storici.

I votanti hanno a disposizione fino a 2 voti a favore e in opzione anche un voto contrario non obbligatorio. L’appartenenza al Cdg è incompatibile con quella al CN o a qualsiasi carica pubblica sia elettiva che di nomina.

Convoca il Congresso in via ordinaria ogni 3 anni o in via straordinaria con il voto della maggioranza assoluta degli aventi diritto di voto e scioglie il CN su richiesta del CN stesso o su propria iniziativa.

Qualsiasi decisione è presa solo a maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto.

Decide sull’ammissione di nuovi soci militanti, tiene e aggiorna i registri dei soci (sostenitori, militanti, militanti storici).

Solamente se su proposta diretta del CN, prende in esame provvedimento di espulsione o di sospensione dei militanti, sentite entrambe le parti, motivando sempre la decisione.

 

Divisione in distretti (che non detto che siano esattamente le provincie) con vita autonoma.

Seguire la stessa struttura nazionale anche per i distretti (a parte il CdG che rimane unico)??

 




La festa è finita: i "Venetisti" se ne tornano a casa

Questa armata Brancaleone ha detto che alle prossime elezioni raggiungerà il 27-30%, e porterà all’indipendenza del Veneto. In realtà a questi "grandi strateghi" l’unica cosa che interessa è arrivare ad occupare qualche "carega", fosse anche quella di un consiglio di quartiere o alla peggio di condominio.

 

 

La festa è finita: i "Venetisti" se ne tornano a casa. Tutto come previsto, si sapeva già da giovedì quanti sarebbero stati i frequentatori.

Questa armata Brancaleone ha detto che alle prossime elezioni raggiungerà il 27-30%, e porterà all’indipendenza del Veneto. In realtà a questi "grandi strateghi" l’unica cosa che interessa è arrivare ad occupare qualche "carega", fosse anche quella di un consiglio di quartiere o alla peggio di condominio. Questa politica del cosiddetto "careghismo" è funzionale allo Stato central-colonialista italiano. Vi ricordate che il Governo Berlusconi ha finanziato con 3 miliardi di lire la manifestazione no-global a Genova? Così adesso le varie istituzioni hanno finanziato la sagra di Cittadella.

L’obbiettivo di Roma è di indirizzare la protesta veneta verso l’ennesimo partito elettorale. Siccome l’unica bandiera pulita che restava era la liberazione di Piazza San Marco del maggio 1997 e chi l’ha condotta, il Veneto Serenissimo Governo, ecco il continuo uso strumentale del tanko e del defunto Segato. Lo Stato italiano, con l’aiuto dei prezzolati tirapiedi locali, sta tentando di usare anche questo glorioso emblema. È evidente che anche questo ennesimo tentativo fallirà; un pugno di mascalzoni non può cambiare il corso della Storia.

Questa novella armata di Vaslov farà la stessa fine di quella precedente, senza alcun sconto e non sarà un redivivo Togliatti a salvarli.

4 settembre ’06

Germano Battilana




Immigrazione selvaggia: problema cercato e voluto

Solo con il ritorno alla luce della libertà Marciana sapremo affrontare e risolvere anche questo problema, in caso contrario l’abisso del degrado finale è a un passo dai nostri piedi, dal nostro lavoro dalle nostre famiglie. Veneti, seguiamo con fiducia il nostro V.S.G. che tanto ha fatto per tutti noi prima che sia troppo tardi

 

Ancora una volta le cronache Venete e non, si sono occupate con grande rilievo di via anelli (PD), zona diventata di fatto indipendente completamente in mano a bande criminali extracomunitarie che tra l’altro tengono in ostaggio famiglie disagiate indigene (venete) che non si possono permettere di cambiare quartiere per vivere una vita degna di questo nome. Questa ed altre situazioni di degrado non sono altro che la punta di un iceberg che sta per schiantare l’intera comunità Veneta le cui ferali conseguenze sono incalcolabili per il futuro sociale civile ed economico della nostra amata Veneta Patria. Perché si è arrivato a tutto questo? Sono bastati poco più di tre lustri della più becera e banditesca demagogia buonista che ha visto vasti settori della chiesa allearsi di fatto con i centri sociali, politicanti privi di scrupoli imbevuti di odio antioccidentale, sedicenti intellettuali il cui rancore per la propria storia cultura e tradizione è davanti a tutti noi ma che esaltavano le future delizie della società multiconfessionale e multietnica. Il ciarpame imprenditoriale Veneto che non ha mai smesso di chiamare altri immigrati l’importante che non fossero i Veneti della diaspora sparsi a milioni in tutto il mondo. A questo si aggiunge una folta schiera di miserabili individui che sulla pelle di questi disperati ha fatto con lo sfruttamento montagne di soldi. Come se non bastasse già tutto questo, a creare altra confusione e disperazione nella nostra gente sempre più impaurita che ha trasformato le proprie case in prigioni, ci hanno pensato i nostri politici, dopo aver per anni lucrato politicamente sulla vicenda immigrati, con le solite parole d’ordine elettorali dove promettevano, una volta al potere, di risolvere o comunque circoscrivere questo drammatico problema. Raggiunto lo scopo, NULLA, il nostro popolo è rimasto con la patata bollente in mano, non mi dilungo su tutte le scuse accampate per giustificare la loro vergognosa inattività. Tutti i Veneti però possono vedere con quale solerzia (unico caso al mondo) il cosiddetto "governo del popolo Veneto" è pronto a scodinzolare ad ogni accenno d’ordine proveniente da Roma. Eppure questo disastro poteva essere ampiamente evitato, bastava usare il cervello, avere rispetto della propria terra, e un minimo di onestà politica nel dare ascolto a quanto diceva e scriveva il nostro V.S.G. che da anni ammoniva tutti noi per farci vedere ciò cha stava per piombarci addosso e dava precise indicazioni perché tutto questo non accadesse, Purtroppo debbo constatare ancora una volta che anche gli insegnamenti della nostra plurimillenaria storia sono stati derisi e calpestati da queste bande di furfanti di tutti i colori, senza la più pallida idea di che cosa vuol dire dignità Marciana, il cui unico scopo è "la carega" e "far schei". Se tra i tantissimi problemi che questa selvaggia invasione del nostro territorio ha prodotto, uno è particolarmente gradito a tutti i lacche veneti filo romani: l’immigrazione sta servendo come arma finale che darà il colpo mortale alla nostra identità di nazione storica d’Europa e di Popolo e forse è proprio questa la chiave per capire quanto sta succedendo e non certo le richieste di badanti, muratori, operai ecc… che potevano tranquillamente essere attinti dallo sterminato serbatoio dei Veneti della diaspora con immensi benefici di conoscenze per tutta la nostra collettività, basti solo pensare che ci saremo ritrovati una società poliglotta con la stessa nostra cultura.

Il tempo stringe coma ha ricordato più volte il V.S.G. sta a tutti noi veri Patrioti Veneti unirci e collaborare lasciando da parte piccole rivalità o miserie ed ergerci a fianco del Veneto Serenissimo governo in difesa dei nostri immortali valori lasciatici in eredità dalla gloriosa Veneta Serenissima Repubblica. Solo con il ritorno alla luce della libertà Marciana sapremo affrontare e risolvere anche questo problema, in caso contrario l’abisso del degrado finale è a un passo dai nostri piedi, dal nostro lavoro dalle nostre famiglie. Veneti, seguiamo con fiducia il nostro V.S.G. che tanto ha fatto per tutti noi prima che sia troppo tardi

 

Pilade Schiavon




Il Pseudo folclore Venetista

Questi personaggi predicano male e razzolano peggio: anche quest’anno si farà la carellata folcloristica denominata "Festa dei Veneti". Certo che questa carnevalata stile Rio de Janeiro con persone vestite con cuoio in stile sadomaso e altre amenità simili si commenta da sola.

 

 

Quando mi incontro con i miei amici simpatizzanti della Causa Veneta li trovo qualche volta irritati con alcuni frequentatori dei vari forum venetisti, a causa degli attacchi condotti alla politica del Veneto Serenissimo Governo per raggiungere l’indipendenza della Veneta Patria.

Io li rassicuro e li invito alla calma citando il saggio orientale, il quale invita a sedersi sulla sponda del fiume e aspettare che lo sciocco passi annaspando.

Penso che qualcuno si ricordi delle accuse "infantili" rivolte al Veneto Serenissimo Governo perché nel quadro di una tattica si sia istituito come associazione culturale, inviate da alcuni cosiddetti venetisti che hanno con furore scritto su forum e stampa.

Naturalmente, tutti gli sciocchi con relativa intelligenza prima alzano una pietra e poi se la fanno cadere sui piedi. Chi si è distinto in questi sproloqui , tale Patrik Riondato, ora, stando a nostri ben informati amici, sarebbe il leader maximo dell’ennesimo "partitino venetista". Questi personaggi predicano male e razzolano peggio: anche quest’anno si farà la carellata folcloristica denominata "Festa dei Veneti". Volete sapere da chi è patrocinata? Dagli enti locali dello Stato Italiano che tanto questi "indipendentisti" della domenica odiano: Giunta Regionale Veneta, comune e pro loco di Cittadella, comune di Vò, e dalle 7 provincie Venete. Certo che questa carnevalata stile Rio de Janeiro con persone vestite con cuoio in stile sadomaso e altre amenità simili si commenta da sola.

 

Venezia, 29 agosto ’06

Germano Battilana




1571 – 2006: La Storia si ripete

La lotta di Israele è la nostra lotta. È vero che dopo le Termopili c’è stata Salamina. È vero che dopo Famagosta c’è stata Lepanto. Siamo sicuri che dopo Tiro ci saranno altre possibilità?

 

 

Giugno – Luglio – Agosto 1571

A Famagosta 7.000 combattenti della Veneta Serenissima Armata (composta non solo da Veneti, ma anche da Greci, Albanesi e altri valorosi della Penisola italiana) erano agli ordini del Capitano Generale Marcantonio Bragadin. Hanno affrontato 200.000 turchi agli ordini di Mustafà Pascià. Dopo mesi di eroica lotta questi valorosi invitti eroi hanno firmato un trattato con Mustafà Pascià, il quale non l’ha rispettato, e se n’è servito proditoriamente per imprigionare e massacrare gli eroici difensori.

Visto che la Veneta Serenissima Armata stava combattendo per difendere l’occidente e la cristianità, gli altri eserciti europei dov’erano? Stavano facendo i loro conti per vedere se dall’annientamento della Veneta Serenissima Repubblica avrebbero tratto vantaggio? Soltanto dopo i massacri di Nicosia e Famagosta, questi ottusi speculatori e mercanti si sono dovuti arrendere all’evidenza e affrontare i pericoli dell’annientamento, combattendo la Battaglia di Lepanto e vincendola.

 

Giugno – Luglio – Agosto 2006

Israel Defense Forces (composta da ebrei, circassi, cristiani, arabi, drusi) agli ordini del Governo Israeliano sta combattendo una battaglia per arrestare l’espansionismo terrorista islamico, mettendo a rischio non solo la propria gioventù combattente, ma la sua stessa esistenza come Stato Nazionale.

Questa battaglia ha le stesse caratteristiche delle battaglie di Nicosia e Famagosta: l’obbiettivo è lo stesso, l’ideologia anche, per non parlare della crudeltà. Il quadro politico istituzionale dell’Europa è anch’esso analogo. L’Europa e l’Italia in particolare sono nelle mani di una banda d’invertebrati senz’anima. In verità qualcuno riesce ad uscire da questo pollaio; non si deve avere paura di fare dei nomi: vedi Berlusconi , Fini e Bossi. A questi si deve chiedere di essere conseguenti: sono essi disposti a scendere nelle piazze e portare il loro aiuto a Gerusalemme? Sono o no disposti a costituire una Brigata combattente da impiegare sulla alture del Golan, nella lotta contro il terrorismo?

La lotta di Israele è la nostra lotta. È vero che dopo le Termopili c’è stata Salamina. È vero che dopo Famagosta c’è stata Lepanto. Siamo sicuri che dopo Tiro ci saranno altre possibilità?

La codardia, il tradimento non hanno mai pagato. A nessuno si chiede di essere come Marcantonio Bragadin, ma a tutti si deve chiedere di avere un minimo di dignità, e di potersi guardare allo specchio senza provare vergogna.

Venezia, 8 agosto ’06

Germano Battilana




Mezzi spregevoli per uno scopo malvagio

Qualche amico ha chiesto come mai il Veneto Serenissimo Governo non è più presente con le sue analisi, proposte politiche, comunicati, ecc. sul forum di Raixe Venete. Ciò non avviene perché ci si sottrae alla dinamica dialettica con i frequentatori del forum medesimo, ma per una precisa scelta dei responsabili di Raixe Venete.

 

Qualche amico ha chiesto come mai il Veneto Serenissimo Governo non è più presente con le sue analisi, proposte politiche, comunicati, ecc. sul forum di Raixe Venete. Ciò non avviene perché ci si sottrae alla dinamica dialettica con i frequentatori del forum medesimo, ma per una precisa scelta dei responsabili di Raixe Venete.
Le contestazioni che venivano fatte erano le più varie:
1-     Si partiva dal perché non si usava la lingua Veneta nei nostri scritti: la risposta fu che abbiamo il dovere di farci leggere e capire da tutti, la nostra lingua va codificata nel quadro delle radici storiche e della uniformità territoriale.
2-     Dovevamo parlare solo del Veneto e non avere una politica, ciò si commenta da solo. Tutti i Governi, compreso San Marino hanno una politica estera, quello che non capiscono i venetisti è che il Veneto Serenissimo Governo è un governo con tutte le conseguenze e responsabilità. Il Veneto Serenissimo Governo non è un’organizzazione folcloristica o di combattenti e reduci.
3-     C’è anche chi accusa il Veneto Serenissimo Governo di essere su posizioni vetero-comuniste, si può sfidare qualsiasi a dimostrare se la linea del Veneto Serenissimo Governo ha un impianto strategico simile o analogo al marxismo-leninismo; questo non toglie che il Veneto Serenissimo Governo esamini, per trarre esperienze positive, la storia delle varie strategie e tattiche dei vari partiti, movimenti e governi comunisti. Ciò rientra nella dinamica del materialismo storico.
4-     Altra accusa mossa al Veneto Serenissimo Governo è quella di essere manovrato dai servizi segreti. Se anche fosse vero la cosa non sarebbe decisiva, il problema è un altro: se la linea espressa rientra nel quadro dell’interesse, degli obbiettivi e del momento storico. Quindi il giudizio è sempre e comunque politico e si deve basare sull’oggettività e non sul soggettivismo.
5-     Poi ci sono una serie di insulti più o meno gratuiti, ma questi fanno parte delle difficoltà celebrali di alcuni.
6-     Altro punto che suscita avversione e perplessità è il fatto che il Veneto Serenissimo Governo si proclami erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica: su questo argomento si è già risposto in maniera articolata. Si tratta di ribadire che il Veneto Serenissimo Governo dal terzo congresso del 1999 ad il 2006 si è dato tutti gli strumenti: costituzione, piano economico di salvezza patriottica, tesi per la liberazione della Veneta Patria e storicizzato la strategia. Questo è più che sufficiente per essere oggettivamente alla guida del processo per l’autodeterminazione della Veneta Serenissima Repubblica, nessuno negli ultimi 140 ha prodotto un simile lavoro teorico.
Ciò detto, dando per scontato che i dirigenti del forum siano in buona fede, essi si sono fatti un autogol in quanto si sono sottratti alla discussione e hanno impedito ai frequentatori del forum di avere una tensione ed una dinamica dialettica che avrebbe permesso un sostanziale approfondimento del necessario dibattito in corso.
I responsabili del forum Raixe Venete si sono assunti una responsabilità pesante, anche perché al di fuori del Veneto Serenissimo Governo c’è il vuoto: nessuno ha prodotto niente di alternativo da contrapporre alla nostra letteratura, nessuno ha perorato la causa della nostra Patria nel mondo, nessuno ha saputo imporre all’attenzione dei veneti la necessità di avere una nostra entità nazionale. È dai tempi di Valmarana che non esiste un tentativo organico come quello intrapreso dal Veneto Serenissimo Governo per ridare dignità alla nostra terra.

Venezia, 23 luglio ’06

Germano Battilana




La dottrina Donovan


Il Veneto Serenissimo Governo ha riassunto questa dottrina in virtù del  fatto che esiste una vicinanza tra l’attuale Governo Veneto (Veneto Serenissimo Governo) e l’amministrazione Bush.


È stato richiesto al Veneto Serenissimo Governo, attraverso internet e non solo, di chiarire cosa significasse la dottrina Donovan. Il Veneto Serenissimo Governo ha riassunto questa dottrina in virtù del  fatto che esiste una vicinanza tra l’attuale Governo Veneto (Veneto Serenissimo Governo) e l’amministrazione Bush. Questa dottrina si poteva esemplificare usando anche altri esempi: “teoria dei tre mondi” di Deng Xiao Ping; il vagone piombato” di Uljanov; “politica di Regan” nella guerra Iran-Irak; ecc., ecc. Questa dottrina corrisponde a quei principi che il Veneto Serenissimo Governo applica in questa fase  della lotta per l’autodeterminazione delle Veneta Serenissima Repubblica , essa si identifica con un metodo chiaro: l’uso del materialismo storico e del materialismo dialettico.
Questa dottrina è spiegata in maniera comprensibile ed elementare nei “principi del leninismo” di Josef Vissarionovic. Questo metodo per elaborare la tattica e la strategia deve spogliarsi  di tutte le incrostazioni ideologiche che esistono all’interno dei vari “ismi”. Ciò permette la costruzione di un quadro dirigente in grado di destreggiarsi usando questa dottrina come strumento guida, e conseguentemente essendo autosufficiente sotto il profilo della direzione a prescindere dalla capacità di guida del massimo organismo, o dirigente, o della pressione dell’avversario.
La corretta interpretazione del sistema scientifico di analisi permette un costante dibattito e controllo di tutti i singoli dirigenti e della linea politica nel suo complesso. Il materialismo storico e dialettico permette di individuare gli errori commessi e di fare delle serie autocritiche correggendo le linea senza andare incontro a sconfitte irreparabili.
Ciò premesso, la difficoltà di procedere del movimento autonomista Veneto non è certamente determinata dal destino cinico e baro, non è determinato dalla Liga Veneta di Rocchetta, dalla Lega Nord di Bossi, da Galan  o da quant’altro, o da Roma centralista. Le difficoltà sono nelle incapacità del quadro dirigente che si è posto alla testa di questo comune desiderio e necessità di autonomia. Sostanzialmente l’utilizzo dell’idealismo appoggiato sul folclore non poteva che dare i frutti  che ha dato senza risultati concreti nonostante la fortissima spinta del nostro Popolo concretizzatasi negli anni ’90 quando le sommatorie dei risultati elettorali andavano oltre il 40% per chi si richiamava all’autonomismo.
La superiorità del Veneto Serenissimo Governo e il suo diritto ad essere erede e continuatore della Veneta Serenissima Repubblica gli è dato non dal suo autoproclamarsi tale, ma da avere strumenti di analisi ed elaborazione che gli hanno permesso di predisporre una Costituzione, un Piano Economico di Salvezza Patriottica e le Tesi per raggiungere l’indipendenza (Appello del Vicepresidente Vicario Plenipotenziario Luca Peroni). Nel contempo il Veneto Serenissimo Governo è riuscito a dare un’inquadratura logica della storia della Veneta Serenissima Repubblica, avendo inoltre elaborato una strategia diplomatica ed internazionale individuando amici, sostenitori, neutrali, avversari e nemici. Avendo, inoltre, avviato un dibattito tra le forze politiche indipendentiste ed autonomiste della penisola cercando di aprire nuovi fronti all’interno dello stato italiano. Tutto questo e altro dovrebbe ampiamente dimostrare a tutti i Patrioti in buona fede che il loro prossimo passo dovrà essere il riconoscimento di tale superiorità politica, e di aderire con entusiasmo al processo storico in atto.
Io contro chi tuttora, nonostante l’evidenza, si ostina ad ostacolare il lavoro del Veneto Serenissimo Governo non uso terminologie roboanti come traditori, ascari, kapò, ecc, dico solo che sono degli sciocchi individualisti corrosi intellettualmente dalla degenerazione piccolo borghese.
Per concludere, è bene ricordare a tutti che se l’attuale Veneto Serenissimo Governo, come esso stesso ha scritto, non riuscirà a raggiungere l’indipendenza antro il 2010 il quadro dirigente che lo compone lascerà il testimone ad altri.
È del tutto evidente che qualsiasi intendesse soggettivamente assumere responsabilità verso la nostra patria dovrà, volente o nolente, partire dal lavoro fin qui fatto dal Veneto Serenissimo Governo. Lo stesso Mosè ha girovagato per il deserto senza raggiungere la terra promessa, ma ha indicato al suo Popolo la Strada per raggiungere la Patria oltre il Giordano.

Venezia, 9 luglio ’06

Germano Battilana




"Lenin – Gramsci – D’Alema"

il governo di centrosinistra di Prodi


Le elezioni si sono svolte, il risultato è più o meno quello che ha permesso la formazione del Governo Prodi.
Cosa ci si può aspettare nei prossimi anni? (Chiariamo subito che questa maggioranza, salvo eventi esterni, rimarrà alla guida dell’Italia per i prossimi 5 anni: la sua coesione è la debolezza numerica). Per comprendere e contrastare la strategia dell’occupazione del potere da parte dei DS (ex PCI), bisogna capire ed analizzare le radici storiche di questo partito: l’errore di Silvio Berlusconi è quello di accusare i DS di comunismo in maniera generica e truculenta, senza specificare quale sia la linea di marcia di costoro; la strada indicata da Marx ed Engels, non è quella di Kautsky, Plekanov, Lenin, Trotsky, Stalin, Gramsci, Ho Chi Min, Castro, Pol Pot, ecc. La stessa affermazione “marxismo-leninismo” è impropria, senza addentrarci nell’analisi di tutte le varianti del comunismo, mi concentrerò sulle diversità più eclatanti tra il leninismo ed il “gramscismo”.
Il principio del leninismo consisteva nella presa del potere attraverso una spallata rivoluzionaria e violenta; una volta raggiunto l’obbiettivo instaurare la dittatura del “proletariato” e attraverso il terrore rosso imporre le direttive del partito bolscevico sulla società. I risultati di questa strategia sono davanti agli occhi di tutti (caduta della cortina di ferro, polverizzazione del Patto di Varsavia e del Comecon). La strategia gramsciana è sostanzialmente diversa: essa si trova esplicitata nei suoi scritti e in  particolare nei “Quaderni dal carcere”; Gramsci vi indicava la necessità di conquistare le casematte del nemico o avversario, e da queste imporre l’egemonia del partito attraverso la penetrazione culturale e l’impossessarsi di tutte le leve per il controllo delle masse, anche attraverso pressioni e ricatti.
Tutto questo deve avvenire non attraverso una forzatura rivoluzionaria e violenta (anzi questo sarebbe negativo), ma bensì attraverso un percorso proiettato nel tempo, secondo la teoria togliattiana della “democrazia progressiva”: tale teoria è stata sintetizzata nella svolta di Salerno del 1944, quando il PCI ha formalmente abbandonato la dittatura del proletariato; non seguendo l’esempio dei comunisti greci del comandante Marcos. Potrei dilungarmi in un fiume d’inchiostro per descrivere questa strategia; citerò solo alcuni esempi: nel 1945-48 l’acquisizione da parte del PCI di 2 posti chiave: Ministro di Grazia e Giustizia da parte di Palmiro Togliatti (la giustizia è uno strumento chiave per la strategia gramsciana, in quanto può controllare parti importanti e decisive della società), e della Presidenza dell’Assemblea Costituente da parte di Umberto Terracini.
Cito 3 episodi emblematici:
1-      Palmiro Togliatti promulga l’amnistia per i reati commessi durante il regime fascista predisponendo il passaggio al PCI di quei personaggi legati alla cultura provenienti dall’idealismo fascista e non solo;
2-      Utilizzo di “mani pulite” per eliminare i loro avversari e addomesticare potenziali alleati;
3-      L’attuale scandalo del calcio; questo passaggio è importante, in quanto permetterà ai DS di entrare in funzione di comando in un settore che non è mai stato loro. Il CONI è dai tempi di Onesti terreno di competenza democristiana. Ora bisogna chiedersi: se tutto era chiaro da mesi, come mai si è inteso rendere noto il marcio dopo le elezioni politiche del 2006, e non nel 2005? Semplice: se questo avveniva nel 2005 il commissario della FGCI sarebbe stato nominato dall’allora governo di centro-destra, e non dall’attuale governo di centro-sinistra. E abbiamo visto che dopo la risibile proposta di Letta, hanno nominato a commissario Guido Rossi, da sempre uomo contiguo al PCI-DS. Il prossimo a saltare sarà il Presidente del CONI Petrucci, se non saprà adeguarsi ai nuovi equilibri.
L’altro posto chiave, sopraccitato, fu la presidenza dell’Assemblea Costituente, che è servita per emanare la carta costituente: vaga, fumosa ed inconcludente. L’unica cosa chiare è stata la “blindatura” riguardante le forze che avevano diritto di cittadinanza politica: il CLN. Non possiamo dimenticare che la carta costituzionale non è stata sottoposta ad un voto popolare: questo è un fatto positivo per le forze indipendentiste, in quanto esse possono, con legittimità, rivendicare i loro diritti nazionali.
Si può affermare con sufficiente certezza che la strategia di Lenin sta alla strategia di Gramsci così come l’assalto al palazzo d’inverno, la dittatura del proletariato e il terrore rosso stanno alle casematte, all’egemonismo e alla democrazia progressiva di Gramsci.
Mi rendo conto che a chi non conosce gli scritti di Gramsci, la storia del PCI, e non ha frequentato le scuole di partito (Frattocchie,…), e non ha conosciuto le direttive confidenziali e interne del PCI, verso la fine degli anni 60-70, che chiedevano di entrare in magistratura e nella Pubblica Sicurezza, queste considerazioni sembrano fantapolitica, ma ad una loro analisi più attenta esse trovano un loro riscontro.
Quali conclusioni? Necessita costruire un fronte ampio, con tutte le forze politiche, sociali, economiche, culturali, sportive per opporsi su tutti i terreni a questo egemonismo che risulterebbe soffocante se riuscisse ad imporsi. Qualsiasi visione snobistica, parolaia, idealistica, sarà pagata a caro prezzo. Speriamo che il Veneto Serenissimo Governo sia in grado di essere il volano, anche se minoritario, di questo progetto per la costruzione di un fronte ampio per la difesa della libertà e del libero arbitrio dei nostri Popoli.

Venezia, 24 maggio ’06

 

Germano Battilana