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L'islamofobia non c'entra niente con l'antisemitismo

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Mi trovo a constatare il fatto che, troppo spesso, per analizzare la realtà che viviamo ci si affida all’ideologia e si tende all’auto-censura attraverso un’ostentazione di perbenismo; per questa eccessiva preoccupazione di risultare offensivi per la sensibilità aMi trovo a constatare il fatto che, troppo spesso, per analizzare la realtà che viviamo ci si affida all’ideologia e si tende all’auto-censura attraverso un’ostentazione di perbenismo; per questa eccessiva preoccupazione di risultare offensivi per la sensibilità altrui, si arriva al punto di mascherare i fatti, si smussano gli angoli, fin quasi ad accusare sé stessi dei crimini subiti.

Molti commentatori, evidentemente, utilizzano una lente deformata da una propaganda strisciante per analizzare gli attacchi terroristici, una lente che viene deformata da millenni di antisemitismo (antigiudaismo, antisionismo), o addirittura una lente rotta dalla propaganda terzomondista in cui si usano stereotipi razzisti per giustificare coloro che compiono gli attentati.

Una certa ideologia, che io vedo all’interno di quella che, secondo me è una pseudo sinistra, con un volo pindarico arriva al punto di accostare l’islamofobia all’odio antiebraico. Anche qui è necessario evitare la mistificazione della realtà, poiché omologa tutto, azzerando le differenze, arrivando a legittimare l’invenzione di fatti e fonti che non sono mai esistiti pur di far stare in piedi affermazioni assurde come quella appunto che individua una similitudine, per non dire una identità, tra odio antiebraico ed islamofobia.ltrui, si arriva al punto di mascherare i fatti, si smussano gli angoli, fin quasi ad accusare sé stessi dei crimini subiti.

Molti commentatori, evidentemente, utilizzano una lente deformata da una propaganda strisciante per analizzare gli attacchi terroristici, una lente che viene deformata da millenni di antisemitismo (antigiudaismo, antisionismo), o addirittura una lente rotta dalla propaganda terzomondista in cui si usano stereotipi razzisti per giustificare coloro che compiono gli attentati.

Una certa ideologia, che io vedo all’interno di quella che, secondo me è una pseudo sinistra, con un volo pindarico arriva al punto di accostare l’islamofobia all’odio antiebraico. Anche qui è necessario evitare la mistificazione della realtà, poiché omologa tutto, azzerando le differenze, arrivando a legittimare l’invenzione di fatti e fonti che non sono mai esistiti pur di far stare in piedi affermazioni assurde come quella appunto che individua una similitudine, per non dire una identità, tra odio antiebraico ed islamofobia.

È bene ricordare che la paura per l’islam risiede nel fatto che la matrice dei numerosi attentati terroristici che sono avvenuti in questi primi anni del XXI secolo (e non solo) sono di matrice islamica (gli attentatori si sono esplicitamente rifatti alla loro religione per giustificare i massacri e le violenze). A che religione si rifacevano gli attentatori dell’11 settembre 2001, quelli di Bali, Madrid, Beslan, Mosca, Londra, Parigi, Gerusalemme, Tel Aviv, ecc.?Ma mi sembra altresì opportuno ricordare che le violenze in siria, iraq, iran, afghanistan, libia, nigeria, “isis”, ecc. sono perpetrate in nome dell’islam.Mi sembra interessante sottolineare che il terrorismo dei “palestinesi” nei confronti di Israele viene legittimato anche attraverso una pretesa islamica su Gerusalemme. Questa si fonda sul fatto che sarebbe la terza città sacra per l’islam poiché nel corso di un presunto viaggio “interstellare” di maometto, il cavallo di questi avrebbe posato uno zoccolo a Gerusalemme (anche se il corano non cita mai il nome di Gerusalemme). Questo tipo di mitologia, quando viene considerato storia, non solo da quanti l’hanno inventata ma anche dal resto del mondo, può arrivare a deformare talmente la realtà da portare a ignorare qualunque elemento archeologico, storico, documentale descriva e narri il legame tra Gerusalemme ed il popolo ebraico.È ormai palese che le violenze di Colonia sono state fatte da islamici nei confronti di donne occidentali, in maniera collettiva ed in un certo senso strutturata; con l’avvallo culturale offerto dal fatto che l’islam considera le donne come proprietà degli uomini, e che ritiene parte della conquista di terre, popoli e nazioni lo stupro collettivo delle donne delle popolazioni che l’islam vuole assoggettare. Questo fatto, come anche gli attentati sopra citati e quelli che purtroppo continuano ad essere compiuti quotidianamente, sono basati su fonti chiare, chi decide di ignorarli lo fa sapendo che sta narrando una favola, che sta mentendo a sé stesso ed al resto del mondo. Certo, si può sempre credere al mito de