1809 rivolta contro le criminali truppe francesi sull’altopiano di Asiago
2025 operazione contro il regime degli Ayatollah
L’Europa continua a voler ricadere in antichi problemi esistenziali: nella prima metà del XX secolo, d opo la conclusione degli “Accordi di Monaco” del 1938 in cui il progetto criminale inerente il cosiddetto “spazio vitale” della Germania di Hitler furono immancabilmente soddisfatte a discapito di interi popoli che furono consegnati nelle mani del nazismo, il Primo Ministro inglese Chamberlain, il francese Daladier e il ducetto italiano Mussolini furono applauditi dalle opinioni pubbliche dei rispettivi Paesi, ed acclamati come “salvatori della Pace”. Oggi tutti si muovono per la “pace”, ma cos’è la pace? Permettere ai regimi e alle organizzazioni terroristiche di fare ciò che vogliono senza alzare un dito? È bene ricordare che Hitler fu sconfitto militarmente, e solo così si ottenne la pace. Le cosiddette democrazie intervennero tardi perché ascoltarono l’opinione pubblica guidata dalle minoranze rumorose. O forse non intervennero perché il primo obbiettivo del regime nazista era eliminare gli ebrei e questo all’occidente “democratico” non dispiaceva?
Ragioniamo su quanto disse Churchill, all’indomani degli accordi di Monaco, sui folli criminali che trattarono con Hitler a Monaco: “Potevano scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore ed avranno la guerra”.
Oggi gli eredi di quei pacifisti protestano contro l’azione militare antiterroristica intrapresa contro il regime degli Ayatollah ma poi il giorno successivo fanno dichiarazioni contro i femminicidi… Ricordiamo che l’Iran degli Ayatollah è uno dei regimi più criminali nei confronti delle donne. Questo è il corto circuito del pacifismo, sono ideologici, ma soprattutto gli interessa non sporcarsi le mani, ma difendere il loro orticello.
È fondamentale per ottenere la pace eliminare in modo preventivo le minacce terroristiche, non si possono aspettare le stragi o nuove Shoah per agire, e nemmeno dare retta a fonti di informazioni che utilizzano i bollettini delle organizzazioni terroristiche o i dispacci dei regimi criminali.
Il Veneto, come Repubblica indipendente, è caduto quando ha deciso di essere neutrale, quando ha barattato la propria libertà per una presunta democrazia giacobina, quando si è adagiato sugli allori di una millenaria Repubblica. La libertà è un esercizio di continua vigilanza, è una battaglia continua contro le forze del male, contro le sirene che promettono delle scorciatoie per la nostra tranquillità. Non ricadiamo negli errori del passato questa è une guerra esistenziale per difendere le nostre famiglie: ieri per la nostra libertà contro il terrorismo giacobino si è combattuto nelle nostre città, nelle nostre campagne e nelle nostre montagne, oggi per la libertà dei nostri popoli contro il terrorismo si combatte sotto le mura di Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato d’Israele.