Ufficio per il Rifacimento del Referendum del 1866
“Noi, Popolo Veneto, chiediamo che il referendum del 21 ottobre 1866, avente come oggetto l’unione o meno del Veneto all’Italia, venga rifatto, in quanto il medesimo non si è svolto secondo gli accordi internazionali bensì in violazione anche delle più elementari regole democratiche.
Inoltre, chiediamo che, sotto la supervisione dell’ONU, i Rappresentanti di Francia, Austria, Italia e del Veneto Serenissimo Governo istituiscano un tavolo di trattative per stabilire le modalità e le regole d’indizione del nuovo referendum.”
Inoltre, chiediamo che, sotto la supervisione dell’ONU, i Rappresentanti di Francia, Austria, Italia e del Veneto Serenissimo Governo istituiscano un tavolo di trattative per stabilire le modalità e le regole d’indizione del nuovo referendum.”
1866 – REFERENDUM FARSA
POPOLAZIONE: 2.603009 RISULTATO: 646.789 SI – 69 NO – 567 NULLI
Il 21 ottobre 1866 ebbe luogo sul suolo Veneto un “plebiscito” per l’autodeterminazione fatto violando il diritto internazionale, con tutto il Veneto invaso da forze d’occupazione dell’esercito italiano, in cui vennero proibite dall’Italia perfino le tradizionali processioni religiose in quanto "assembramento pericoloso per l’ordine pubblico". Questa situazione, dove addirittura i parroci e i cooperatori dei villaggi furono avvertiti che se il voto non fosse stato plebiscitario in favore dell’Italia sarebbero state prese misure pubbliche dolorose contro le loro persone, ha fatto sì che lo Stato Italiano occupasse la nostra terra. E per fare in modo che il Popolo Veneto non fosse padrone del proprio destino, e che il voto fosse unanime, le schede furono prestampate con il SI e le urne per i voti separate in base alla preferenza da dare: questa dei brogli più o meno palesi è una triste pratica dello Stato Italiano.
La violazione della legalità internazionale ebbe luogo il 19 ottobre del 1866 in una buia stanza dell’Hotel Europa a Venezia quando il gen. Leboeuf (plenipotenziario francese e garante dello svolgimento della consultazione) consegnò il Veneto ai commissari italiani ben 2 giorni prima del referendum. Quest’atto fu solo una delle tante mosse messe in piedi dall’Italia per non consentire al Popolo Veneto di decidere liberamente del proprio destino. Difatti le genti venete (inquadrate allora nell’esercito asburgico), sia nella guerra austrio-prussiana del 1866 che nella epica battaglia di Lissa (dove i marinai Veneti si sono impadroniti della bandiera di guerra della marina Italiana), diedero un chiaro segnale alle potenze europee di quale fosse il loro intendimento: non ci fu nessun ammutinamento né diserzione, anzi i soldati e marinai veneti si distinsero sul campo d’onore nel nome di San Marco. Quello del referendum-plebiscito è un raggiro che colpì tutto il Popolo Veneto e che ora a distanza di 140 anni ci continua a far restare in una situazione di illegale occupazione da parte dello Stato Italiano.
La violazione della legalità internazionale ebbe luogo il 19 ottobre del 1866 in una buia stanza dell’Hotel Europa a Venezia quando il gen. Leboeuf (plenipotenziario francese e garante dello svolgimento della consultazione) consegnò il Veneto ai commissari italiani ben 2 giorni prima del referendum. Quest’atto fu solo una delle tante mosse messe in piedi dall’Italia per non consentire al Popolo Veneto di decidere liberamente del proprio destino. Difatti le genti venete (inquadrate allora nell’esercito asburgico), sia nella guerra austrio-prussiana del 1866 che nella epica battaglia di Lissa (dove i marinai Veneti si sono impadroniti della bandiera di guerra della marina Italiana), diedero un chiaro segnale alle potenze europee di quale fosse il loro intendimento: non ci fu nessun ammutinamento né diserzione, anzi i soldati e marinai veneti si distinsero sul campo d’onore nel nome di San Marco. Quello del referendum-plebiscito è un raggiro che colpì tutto il Popolo Veneto e che ora a distanza di 140 anni ci continua a far restare in una situazione di illegale occupazione da parte dello Stato Italiano.
Ora è giunto il tempo di riprendere in mano il nostro destino di Nazione Storica d’Europa, tutto il Popolo deve muoversi e far sentire la propria voce alle Nazioni Unite per far sì che il diritto all’autodeterminazione venga sancito anche in Veneto.
Firmare per denunciare al mondo l’illegalità del 1866 è il primo passo per ottenere la libertà che lo Stato Italiano da 140 anni ci nega.
Il Responsabile
del Rifacimento del Referendum del 1866
Demetrio Serraglia
Casella Postale 64-36022 – Cassola (VI) VENETO,
tel. 3491847544 – pepiva@libero.it – www.serenissimogoverno.org
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