Spinta sulle onde, sul soffio del destino,
la flotta “austriaca” si avvicinò
silenziosamente, come un felino guardingo
con la preda in mira.
Abile e audace era la ciurma.
Pochi erano gli austriaci fra loro,
giacché la maggior parte
erano figli del Leone Alato,
non dell’aquila predatrice.
Veneta era l’anima che sospinse le navi,
Veneta la loro fierezza.
Si avvicinò la flotta degli eroi.
Nel frattempo, sommersi in noia e torpore,
i lacchè della marina italiana,
senza patrimonio, senza memoria del passato,
giocavano con le carte dell’ozio
sulla coperta della loro corazzata prepotente.
Piccoli uomini di legno… cioè, di paglia…
a bordo di mostri di ferro.
Il comandante, indegno della sua stirpe piemontese,
fece un cinico brindisi a “Italia”
e bevve d’un sorso
un altro bicchiere di vino veneto,
sogghignando nella sicurezza
del suo prossimo trionfo.
Ma la flotta marciana si avvicinò
mentre l’Italia sonnecchiava.
Ricordiamo, esultanti, questa pagina della nostra storia!
Il trionfo era NOSTRO, come nostra è la gloria!
Roma ci opprime, ci imprigiona, ci escoria,
ma non è capace di toglierci la vittoria!
Non per favorire lo sfarzo dell’alleato
abbiamo combattuto a Lissa,
ma nel nome della Veneta Serenissima Repubblica!
Per Ella…santa Patria nostra…abbiamo lottato e vinto.
Quale Carlomagno, quale Bonaparte o Kaiser scaltro
osa…e può annientarci?
Nell’avversità,
LA FIAMMA MARCIANA SI RINNOVA, NON SI SPEGNE.
Il Veneto è stato occupato, ma MAI CONQUISTATO!
Sull’alberatura, le navi imperiali
Battevano bandiera austriaca,
ma nel cuore di ogni marinaio veneto
ondulava il Vessillo della Serenissima;
da ogni petto virile
eruppe il grido “Viva San Marco!”
e l’Italia “invincibile”
(quel guerriero ancora in pannolini)
è andata ignominiosamente
al fondo del mare.
Ricordiamo, esultanti, questa pagina della nostra storia!
Il trionfo era NOSTRO, come nostra è la gloria!
Roma ci opprime, ci imprigiona, ci escoria,
ma non è capace di toglierci la vittoria!
La lotta di quel tempo è la stessa di oggi.
Siamo eredi autentici degli eroi di Lissa:
quegli intrepidi uomini di ferro
sulle vecchie navi di legno.
Saremo degni di loro.
Paladini di San Marco,
marceremo alla battaglia,
non per uccidere o distruggere
ma per ricostruire il Patrimonio Veneto.
La spada della nostra difesa,
luminosa e risoluta,
si chiama GIUSTIZIA: quella giustizia che vince
con pace, con perseveranza, con serenità.
Maria Fasolo
A tutti i cari amici del Veneto Serenissimo Governo, a tutti i Patrioti che, impavidamente, hanno fatto innumerabili sacrifici per un Ideale, io dedico questi versi.
Il mio desiderio più fervente è di ricordare a questa generazione contemporanea che noi abbiamo una Patria gloriosa, meritevole del nostro amore; e che questa Patria non si chiama Italia, ma VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA!
Il mondo deve riconoscere un fatto palese; che la storia della Nostra Repubblica non finisce nel 1797, e neanche nel 1866:
si tratta di un processo storico INTERROTTO illecitamente dalle circostanze, ma NON TERMINATO.