Comunicati Spirito Veneto

SUGGERIMENTI PER LA RINASCITA ECONOMICA DEL VENETO

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Brevi stralci del documento di proposta economica allegato alla Costituzione Veneta.

Il Veneto Serenissimo Governo con questo lavoro vuole dare le linee generali future per lo sviluppo socioeconomico della nostra Veneta Patria.
Il presente saggio va a conclusione di tutto questo lavoro iniziato molti anni or sono, nella speranza che l’impegno profuso dal Veneto Serenissimo Governo possa essere d’aiuto e sprono al nostro Popolo in questa difficile fase storica.
Non dobbiamo esaminare la storia in maniera astratta avendo come guida l’idealismo e la metafisica, ma estrarre in maniera il più possibile scientifica le ricette che noi ricercheremo per il Veneto, esse non possono non tenere conto della collocazione geografica, della storia, dell’economia e delle vocazioni commerciali.
Con la caduta della nostra amatissima Veneta Serenissima Repubblica, il 12 maggio 1797 ad opera di forze straniere, finiva un ciclo straordinario di armonioso sviluppo socioeconomico che raggiunse livelli oggi impensabili durato oltre 1200 anni.  La Serenissima puntò sempre all’apertura di nuovi mercati; all’accorta e inflessibile salvaguardia ambientale; e altre centinaia potrebbero essere gli esempi della politica economica e finanziaria fortemente innovativa attuata nei vari secoli di politica marciana.
Il XIX secolo per il popolo veneto comincia male, la presenza giacobino-napoleonica aveva depredato senza alcun ritegno tutte le ricchezze della nostra terra (per non parlare delle uccisioni e violenze perpetuate a danno della nostra gente).
Nel 1866 con l’occupazione italiano sabauda della nostra Veneta Patria, perpetuata attraverso un referendum farsa, fraudolento e al di fuori della legalità internazionale, la situazione civile-economica veneta precipita a livelli mai visti di povertà e degrado. Si arriva al punto che centinaia di migliaia di nostri fratelli spinti dai morsi della fame, dalla disperazione e dalla pellagra sono costretti ad emigrare in ogni angolo del mondo, e i numeri di questa diaspora sono di livello biblico.
Il novecento per il Popolo Veneto comincia ancor peggio: le avventure coloniali dello straccio-imperialismo italiano, la prima guerra mondiale che devasterà in maniera terribile tutte le Venezie, la dittatura fascista (con la cessione al Reich tedesco da parte della RSI della provincia Veneta di Belluno), e dulcis in fundo la satanica fornace della II guerra mondiale.
Il dopoguerra è durissimo, sotto tutti gli aspetti: il nostro popolo, nonostante lo si cerchi in tutte le maniere di dividerlo con ideologie partitiche che nulla hanno a che vedere con la nostra storia e tradizione, reagisce con lo spirito tipico dei veneti lavorando a testa bassa senza sosta e risparmio. Tutto questo avviene benché il Veneto manchi di qualsiasi direttiva e guida strategica da parte della casta politica, burocratica, imprenditoriale e culturale al potere. Nonostante il servilismo dei Quisling che ritengono di rappresentare il Veneto i risultati di Veneto si vedono, e sul finire degli anni ’50 per la nostra Veneta Patria comincia una grande rinascita economica fatta di tante piccole aziende operanti in ogni settore produttivo che prenderà particolare vigore negli anni 60-70 a cui viene dato il nome di modello Veneto in contrapposizione al cosiddetto triangolo industriale Torino-Genova-Milano, dove impera la grande industria.
Gli anni ’80 e la prima metà dei ’90 sono caratterizzati da un secondo quanto effimero “boom economico” che prenderà il nome di “miracolo del Nord-Est” dovuto sia alla ben nota voglia di lavorare ed impegnarsi, ma soprattutto ad una serie di fattori quali: favorevole congiuntura internazionale, le continue super svalutazioni monetarie, i paesi emergenti non ancora stabilizzati sul piano economico (che adesso ci danno filo da torcere), il fregarsene di marchi e brevetti altrui con evidenti plagi. La ricetta per continuare questo sgangherato sviluppo economico era molto semplice: bastava cementificare quel poco di verde rimasto, spartirsi appalti e prebende, invocare la costruzione di nuove strade (nessuno ha ancora spiegato dove farle passare, visto il disastro urbanistico), chiamare sempre più schiavi da ogni angolo del globo adducendo che non si trova più personale, aspettare qualche altra svalutazione monetarie, e il gioco è fatto.  I reiterati richiami, inviti, appelli, fatti per anni dal Veneto Serenissimo Governo affinché si cambiasse strada, prendendo spunto ed esempio dagli insegnamenti della nostra Veneta Serenissima Repubblica, sono caduti nel vuoto.  Questo gravissimo fatto mostra il terribile scollamento tra chi lotta, come il Veneto Serenissimo Governo, per dare un futuro dignitoso a questa nostra terra, e chi invece cerca ormai, completamente fuori dalla realtà storica, di sopravvivere puntando non sulla serietà del lavoro ed impegno, ma sulla protezione dello stato italiano, dimenticando che questa entità
artificiale è arrivata da tempo al capolinea e che vive alla giornata con miserie di ogni tipo. Il Veneto come il resto della società europea è giunto ad una svolta, questa si è determinata dal magma incandescente esploso dopo la caduta della Cortina di Ferro e dal conseguente annullamento degli accordi di Yalta, i quali stabilirono lo status quo in Europa. Un equilibrio sempre e comunque rispettato dalle due super potenze.
La caduta dei vecchi colonialismi, in particolare della Gran Bretagna e della Francia, ha liberato un’ulteriore serie di contraddizioni le quali, intrecciate alla caduta del mondo bipolare e all’affacciarsi di nuove potenziali superpotenze (Cina, India e Brasile), hanno scatenato ovviamente sconvolgimenti epocali.
L’Europa e le sue Nazioni hanno avuto un ruolo decisivo nel XIX secolo, in quanto possessori dei mezzi di produzione, degli approvvigionamenti e delle relative forze lavoro per gestirli. L’attuale classe dirigente economica e politica è vecchia e superata dalla storia, agisce con due secoli di ritardo, non può essere concorrenziale né sul piano produttivo né sul piano dei costi visto che è riuscita a svendere la sua tecnologia a diretti concorrenti.
Oggi 2005, come abbiamo già più volte scritto, il nostro Veneto si trova accerchiato da paesi emergenti sempre più battaglieri e capaci di cogliere ogni opportunità che il mercato gli offre.
Prima di passare al nucleo della nostra analisi è bene sottolineare alcuni punti chiave del processo economico del Veneto che verrà:
1- Ogni Paese deve produrre quello che gli è più consono.  Quello che le grandi potenze economiche non potranno mai riprodurre è il Veneto stesso con tutte le sue immense risorse: Venezia, Verona, Padova, Vicenza, Cortina, l’Altopiano di Asiago, il Lago di Garda, le Terme, le Spiagge, le Dolomiti, ecc.
2- Arrivare attraverso un piano complessivo e con svolte graduali a chiudere le esportazioni del nostro artigianato agricolo industriale. Le vendite dei prodotti della Veneta Serenissima Repubblica si fanno solo sul territorio della Repubblica con certificazione del marchio Veneto a prescindere dal valore. Questi e altri rapporti economici con i Paesi esteri non possono essere in funzione della richiesta ma in funzione delle necessità economiche e sociali della Veneta Serenissima Repubblica.
3- Riconversione totale dell’economia e bonifica del territorio.
4- Costruire un’economia legata al movimento turistico e a un sistema sanitario proiettato alla cura e riabilitazione degli “ammalati” di tutto il mondo.
5- Realizzare un sistema di produzione integrato ad un sistema agro-alimentare sanitario, avendo nel “made in Veneto” gli unici prodotti commerciali garantiti di qualità, quali arma vincente nel sistema agro-alimentare sanitario.
6- Sviluppo avanzato
della ricerca scientifica legata al territorio, alle sue dinamiche economiche e al servizio del nostro Popolo e della sua economia. È evidente che il sistema economico monetario UE – Euro non è in grado di soddisfare le necessità di ogni singolo Stato; in quanto qualsiasi persona, anche “ignorante dell’economia”, si rende conto che ad uno sviluppo ineguale corrisponde un sistema economico e monetario flessibile. La lira è entrata nell’euro abbondantemente sovrastimata.  Nessuna Nazione per quanto grande o per quanto piccola può sopravvivere al distorto concetto di globalizzazione e a un suo essere presente nei flussi economici del terzo millennio.
Il Veneto è intenzionato e deve, alla luce di quanto sopra elencato, fondere il suo sistema monetario agli USA, e favorire tutti i legami che sul piano economico possano favorire questa scelta. Non è il caso di entrare nei dettagli di possibili integrazioni e non agganci tra il dollaro e una eventuale moneta Veneta, comunque questo ha come presupposto che il dollaro abbia libera circolazione nella nostra Nazione. Questa scelta in politica monetaria dovrà avere dei risvolti anche sul piano della Difesa, in un rapporto specifico tra la VSR e gli USA con un sistema di difesa integrato (ordine interno, difesa globale del confine territoriale e marittimo, partecipazione a missioni di contenimento e ricerca del terrorismo internazionale), il tutto da qualificare e quantificare in specifici colloqui e trattative.

Venezia, 21 ottobre 2005

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Scrivendo direttamente al Veneto Serenissimo Govermo.