Zaia ha vinto le elezioni della Regione Veneto con un motto che a suo avviso era tutto un programma: “prima il Veneto”. Ora è atteso alla prova dei fatti: potrà passare alla storia come il presidente della Regione che ha indetto il referendum per l’autodeterminazione del Popolo Veneto, o come uno dei tanti Quisling che sono stati i cani da guardia del regime central-colonialista romano rispetto alle spinte Patriottiche del Popolo Veneto.

Come primo punto all’ordine del giorno del futuro consiglio regionale del Veneto e della sua giunta dovrà esserci il Rifacimento del Referendum del 1866, il quale unì illegalmente ed al di fuori del diritto internazionale il Veneto all’Italia. Se non verrà fatto questo atto, che non ha solo un valore simbolico, ma anche politico-programmatico, capiremo che il consiglio regionale continuerà ad essere solo un organo periferico dell’occupante italiano.
I Veneti che hanno votato assieme a quelli che si sono astenuti dalle urne hanno dato un chiaro messaggio: vogliono riappropriarsi del proprio libero arbitrio, e non vogliono passare dalla padella romana alla brace padana.
Chi si occupa della cosa pubblica deve sempre e comunque tener presente che il Popolo e la Storia sono giudici che non ammettono appelli, compito di chi fa politica è preservare il territorio con tutta la natura e tutti gli esseri viventi che la abitano. Noi come Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, indichiamo nella via marciana dei Patti di dedizione modellati sui principi dell’autogestione il modello organizzativo del futuro Veneto indipendente; un nuovo rapporto tra gli esseri umani in una natura armonica può essere un futuro realizzabile e degno di essere vissuto, dobbiamo superare la logica del regime central-colonialista romano che ha portato alla devastazione del territorio e della morale. La riscossa del Veneto non verrà dai partiti italiani né dai partiti localisti (brutta copia di quelli italiani), la riscossa verrà del Popolo che trova nuove forme di aggregazione riscoprendo la propria storia e cultura proiettandosi nel futuro. Coscientemente dobbiamo riscoprire lo spirito Patriottico, il quale è dentro ciascuno di noi, e basta sapergli dare voce per scoprire di avere tutte le potenzialità per raggiungerlo e quindi per costruire un futuro migliore per noi stessi e per la gente che ci circonda. Diventare Patriota è una cosa alla portata di tutti: non è un miraggio, ma una reale opportunità che ognuno di noi non deve lasciarsi sfuggire.
Hai capito caro Luca Zaia quale dovrebbe essere la tua rotta da seguire per diventare un Patriota Veneto e non un Patriota italiano?
Longarone, 10 aprile 2010
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Responsabile
del Rifacimento del Referendum del 1866
Demetrio Serraglia