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A Venezia ho visto il film sugli indipendentisti: imbarazzante

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Se la verità è quella che si legge su Facebook, ovvero che il film I have a dream (“Io ho un sogno”) che racconta dell’assalto del campanile da parte dei Serenissimi nel 1997 e nato dall’idea del regista Massimo Emilio Gobbi, è stato immediatamente ostacolato e censurato dalle istituzioni italiane, beh – per una volta – gli indipendentisti dovrebbero seriamente dire grazie a Roma. Imbarazzante è l’unico termine con il quale si può definire la prima presentazione pubblica del trailer di questo docufilm che ancora è in via di produzione e di cui non è stata fissata la data di uscita: l’appuntamento era per le 18 circa nella sala Burano dell’Hotel Excelsior, in piena Mostra del cinema di Venezia. La sala inizia a riempirsi solo un’ora dopo, quando il regista arriva scortato da quattro guardie del corpo e tra gli applausi (più simili a tifo da stadio) di chi si è accreditato per la “prima pubblica” del trailer. Ci sono alcuni dei “nuovi Serenissimi”, c’è Severino Contin – l’unico Serenissimo del 1997 – e molti indipendentisti che hanno abbandonato la manifestazione spontanea organizzata alle porte del celebre Hotel per assistere all’atteso teaser. In prima fila anche alcuni degli attori: chi è vestito in smoking e chi con gli abiti di scena (canotta aderente, pantaloni camo e una serie di portaoggetti militari che ricordano il celebre Rambo interpretato da Sylvester Stallone).

L’assistente del regista prende per primo la parola e introduce il montato (di 30 minuti) come un «corto». «Sbagliato», lo riprende immediatamente Gobbi, che parla al pubblico commosso: «Un regista non fa un film guardando all’incasso – dice – ma perché se lo sente». Parla della sua vita professionale, della sua interpretazione nel film Gomorra e accenna anche alla vicenda giudiziariache lo ha visto protagonista non più tardi di tre mesi fa (sulla questione scriveva il Mattino di Padova: “Il giudice monocratico lo ha condannato a nove mesi e dieci giorni: stando all’accusa avrebbe ideato una vera e propria truffa, aveva raccolto quote di partecipazione alla produzione del film tra i 13 e i 15 mila euro, raggirando chi gli aveva creduto. Si tratta di sei persone residenti tra Padova, Verona e Torino. Oltre a suddividersi i ricavi sui diritti della pellicola, i soci avrebbero anche avuto una parte tra il cast del film”). Poco male: lui rigetta le accuse parlando di pellicole indipendenti che non ricevono alcun contributo pubblico e le persone in sala gli dimostrano la loro vicinanza. Ci si alza in piedi, si battono le mani e a Gobbi scende qualche lacrima.

Poi, finalmente, si abbassano le luci in sala e ha inizio la proiezione. I primi – lunghi – minuti sono un’immagine quasi fissa di San Marco. Quasi, perché anche se l’inquadratura è uguale, si capisce che la ripresa è lunga dal movimento incostante delle acque che fanno oscillare la barca da cui viene registrato il paesaggio. Una voce narrante legge una lettera diplomatica datata 10 giugno 1784 a firma degli ambasciatori americani John Adams, Benjamin Franklin e Thomas Jefferson, che sanciscono il rapporto di stima e amicizia reciproca tra l’America e la Repubblica Serenissima. La colonna sonora è francese: all’inizio è un sottofondo, ma che diventa sempre più presente nel filmato al punto da coprire – in alcuni passaggi – la narrazione. E il resto non sarà meglio: si alternano le immagini storiche della cronaca dei giorni che hanno preceduto la presa del campanile. I telegiornali che davano la notizia delle interferenze “secessioniste” nei palinsesti anche nazionali, e i servizi che riprendevano i carabinieri intenti a smontare l’antenna issata nel bellunese e usata, dal Veneto Serenissimo Governo, per mandare i “messaggi indipendentisti”.

TankoC’è il Tanko del ’97 e quello del 2014. E poi le parti già girate “del film”, che altro non sono che tre riprese in tutto: prima un gruppo di ragazzi in chiesa che ritroviamo a camminare guardinghi nei boschi (chi siano questi, quattro ragazzi e una ragazza – interpretata da Erika Pizzo, tra gli arrestati del 2 aprile 2014- non è dato saperlo) infine due personaggi (uno è Rambo) che complottano qualcosa di non meglio definito seduti sui sedili anteriori della macchina armeggiando un mitra. I due forse interpretavano due Serenissimi, forse qualcun altro: non serve sforzarsi di capire, in ogni caso, perché da metà scena una scritta appare in sovraimpressione spiegando che tutto quello che si sta narrando è fantasia dell’autore, compresi i dialoghi che sono stati inventati. Il trailer procede con spezzoni di interviste raccolte dalla stampa locale e altre immagini di archivio. Infine Giorgio Napolitano, la cui voce viene coperta dai commenti urlati da alcuni del pubblico. Il regista inizia a far avanzare velocemente il filmato (si capirà poi che la sala doveva essere liberata) fino ad arrivare ad una più che imbarazzante sequenza sulloscanadalo Mose, introdotta dall’immagine storica del film “I dieci comandamenti” in cui Mosé divide le acque per creare una via di fuga al popolo (tra le due acque l’immagine delle paratie mobili). Giancarlo Galan, Orsoni e il regista che continua a fare scivolare velocemente i minuti del filmato. Poi si riaccendono le luci e il regista esce.

Supera l’ingresso dell’hotel e va a raccogliere gli applausi dei cinquanta o forse più manifestanti giunti da tutto il Veneto per sostenere il film: gonfaloni in mano, nessun simbolo di partito e indosso le magliette con il titolo del film. Dispiace per loro, perché le prime parole che gli riserva il regista sono di ammonizione: «La manifestazione spontanea è di mia responsabilità» e ringranziandoli chiede loro di «fare i bravi». La digos nel frattempo ha registrato il gruppo, riservandosi di controllare se tutta la manifestazione é proceduta in modo corretto. Qualche foto, qualche stretta di mano e poi via. Arrivederci alla prima.