Comunicati

l'italia nel pallone

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Quando si avvicinano la competizioni sportive viene a galla l’italianità…..il lavaggio di cervello è rapidamente compiuto: fuori i tricolori, si canta l’inno di mameli, senza comprendere cosa dice quel testo sanguinario che incita all’odio e al martirio…ogni cosa che potrebbe costituire intralcio del rito della “religione italica” viene accantonata. Emerge quindi, verso gli avversari, durante le partite di calcio, un’aggressività mai espressa nemmeno verso i criminali più sanguinari, il capitano della nazionale diventa capopopolo a cui tutto si perdona, anche le bestemmie…

Nulla di sportivo avviene sul campo di calcio, si irridono gli avversari, i bulli di quartiere, vestiti da calciatori, degnamente rappresentano l’ipocrisia su cui si fonda l’italia unita: quando sbagliano danno la colpa agli arbitri o all’impalpabile sfortuna (ad evocare l’antico "mancò la fortuna non il valore" che rappresenta la sconfitta di El Alamein patita dall’italia fascista contro le forze inglesi del Generale Montgomery). Questi personaggi osannati per la loro stupidità, non si assumono mai nessun tipo di responsabilità né sportiva né morale, sì dico morale perché, malgrado tutto, divengono simbolo per i più piccoli, per i nostri giovani che dovrebbero fare sport solo per il gusto di stare assieme e di gioire del dono prezioso della vita ed invece imparano la maleducazione ed il disimpegno da questi “maestri”.

Ieri dei cittadini italiani sono stati torturati e sgozzati dai terroristi islamisti, questo attacco terroristico ha tolto per qualche ora la visibilità a quello che doveva essere l’evento del giorno: la partita italia-germania degli europei di calcio. Ma è stato solo un attimo, tutto ha ripreso a concentrarsi sull’evento calcistico. Unico segno della strage avvenuta un nastrino nero al braccio dei giocatori, neanche si è preteso un raccoglimento in silenzio, un applauso invece…a che pro non si sa, forse per non offendere l’islam, forse per non far riflettere sulla tragedia, forse per anestetizzare con il fragore degli applausi, perché è meglio non sapere che il nemico è il terrorismo islamista e non l’avversario della partita di calcio.

Ieri la nazionale di calcio italica ha fatto l’ennesima figura meschina, i ras del quartiere, hanno svolto il loro compito: hanno fornito oppio al popolo. Alla fine di uno spettacolo meschino, i giocatori azzurri hanno versato lacrime, non per l’ennesima strage dei terroristi ma per la tragicomica sconfitta.

Ed è per questo che utilizzo l’immagine di galeazzo musolesi del fumetto sturmtruppen perché è la perfetta descrizione dell’italia di ieri sera, ma anche di questa mattina.

La speranza è che questa immagine faccia incazzare, faccia scrollare di dosso il polverume che nasconde ciò che si evidenzia in tutta la sua comica drammaticità ogni qual volta la nazionale di calcio gioca: una nazionale di calcio che è perfetta rappresentazione di una penisola mai stata realmente unità, mai stata popolo, mai stata consciamente nazione.

Un ”popolo” che si senta tale solo quando corre dietro ad un pallone è un’immagine indecente, se questo è l’unico modo di essere italiani, penso di poter dire senza timore che “l’italia non esiste”.