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Napolitano: il Veneto non è Budapest!

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…non dobbiamo stupirci che il Presidente Italiano Napolitano faccia certe dichiarazioni dato che è lo stesso Napolitano che nel 1956 appoggiò l’intervento sovietico in Ungheria e la repressione del Popolo Magiaro, oggi dopo 50 anni ha chiesto scusa agli Ungheresi… tra 50 anni in qualche diario postumo troveremo che chiederà scusa ai Veneti e a tutti i Popoli della Penisola? ..

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"Oggi deve sempre considerarsi bene prezioso e imperativo supremo l’unità nazionale, che va preservata, anche in una possibile articolazione federale, dall’insidia di contrapposizioni fuorvianti e da antistorici conati di secessione": queste sono le parole dette dal Presidente della Repubblica Italiana Napolitano in occasione della ricorrenza del 4 novembre. Cosa si può pensare di questa affermazione, se non che sia frutto di una paura dilagante nel sistema istituzionale italiano? Una paura che cresce in modo esponenziale e che è arrivata all’apice con l’ultimo intervento del Veneto Serenissimo Governo "1866-2006: 140 anni di occupazione Italiana del Veneto" (diffuso a tutti i media e istituzioni internazionali, pubblicato da "La Padania" e presente nel sito www.serenissimogoverno.org).

Il Popolo Veneto deve pensare che sia questa la risposta delle istituzioni italiane, che il caso Veneto sia equiparabile ad un conato di vomito?

Un appunto è d’obbligo al Presidente Napolitano: il Veneto non vuole secedere dall’Italia perché non ne è mai entrato legalmente a farne parte, non ci si stancherà mai di dire che l’Italia occupò il Veneto nel 1866 violando tutti gli accordi internazionali che essa stessa sottoscrisse.

Però non dobbiamo stupirci che il Presidente Italiano Napolitano faccia certe dichiarazioni dato che è lo stesso Napolitano che nel 1956 appoggiò l’intervento sovietico in Ungheria e la repressione del Popolo Magiaro, oggi dopo 50 anni ha chiesto scusa agli Ungheresi… tra 50 anni in qualche diario postumo troveremo che chiederà scusa ai Veneti e a tutti i Popoli della Penisola? Le scuse lasciano il tempo che trovano, e i posteri sapranno giudicare la buona o cattiva fede delle azioni degli uomini di Stato.

Ricordiamo a tutti che il Presidente Napolitano fu colui che, come Ministro degli Interni, e da buon emulo del Patto di Varsavia, diramò gli ordini di repressione, tra cui la rimozione da ogni luogo delle bandiere venete, attraverso i Prefetti nei confronti dell’insorgenza Veneta del 1997 (l’ormai famosa liberazione di Piazza San Marco e la mobilitazione della Popolazione Veneta in favore dei "Serenissimi").

I Popoli della Penisola hanno tutti i diritti storici, morali e materiali per rivendicare il proprio libero arbitrio, il proprio diritto all’autodeterminazione e all’avere Nazioni dai confini stabili e sicuri. Nessuno vuole secedere dall’Italia, perché essa si è fondata su un susseguirsi incessante di guerre coloniali di aggressione imperialista. In un’epoca dove tutti i colonialismi sono finiti ed i Popoli stanno con forza riprendendo in mano il proprio destino l’unica entità antistorica è lo Stato Italiano: uno Stato fondato sulle truffe referendarie, sui brogli elettorali, sul negazionismo storico e sulla repressione dei Popoli. Per non parlare del fatto che non sono nemmeno paragonabili i gloriosi 1100 anni della Veneta Serenissima Repubblica con il secolo e mezzo di miserevole storia d’Italia, una "nazione" quella italiana fondata sulle guerre d’aggressione, sulle sconfitte militari, sui tradimenti, e sulle vittorie ai mondiali di calcio.

Stando a quanto continuano a fare ed ad affermare i rappresentanti italiani, in ogni ambito della vita politica, diviene sempre più impellente ed all’ordine del giorno che il "Caso Italia" sia affrontato dalle Nazioni Unite e dal consesso internazionale, l’illegalità perpetuata dal cosiddetto "risorgimento" ai giorni nostri deve essere sanata, e la decolonizzazione deve aver luogo anche nella Penisola italiana.

Un nuovo 8 settembre è dietro l’angolo, i Popoli della penisola lasceranno che lo Stato italiano si soffochi nei propri conati e riprenderanno con forza nelle proprie mani i loro destini di Popoli liberi.

È bene che il Presidente Napolitano ed il Governo italiano si ricordino che il diritto all’Autodeterminazione dei Popoli non è un principio astratto ma un diritto inalienabile che nessuno può cancellare a proprio piacimento, è un diritto che il Popolo Veneto e altri Popoli della Penisola rivendicano con forza e non saranno certo le dichiarazioni estemporanee di chicchessia a fermare un processo storico ormai avviato verso la strada della libertà.

Venezia, 4 novembre ’06

Per il Veneto Serenissimo Governo

Il Vicepresidente Vicario Plenipotenziario

Luca Peroni