Comunicati

La sinistra italiana ripete alla nausea le stesse considerazioni

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Ci risiamo. Ogni volta che il magistero cattolico (papa, vescovi,…) si esprime, giunge puntuale il coro di accuse dei benpensanti della sinistra: ingerenza, violazione della laicità dello stato, attacco alla libertà di coscienza.

Anche in occasione della recente presentazione della nota Cei “a riguardo della famiglia fondata sul matrimonio e di iniziative legislative in materia di unioni di fatto” si è levato il solito e stantio cahier de doleance. Per Alfonso Pecoraro Scanio “la Cei dovrebbe evitare di alzare steccati ideologici”, mentre altri parlano di “posizioni razziste” assunte dai vescovi. Insomma, il noto anticlericalismo in salsa ottocentesca. Ci piacerebbe sapere come mai tali lamentele non si odono quando la Chiesa parla di pace o giustizia sociale; non si tratta forse di analoga ingerenza negli affari dello stato?
Ma, in questo caso, conta guadagnarsi il voto dei cattolici alla tornata elettorale successiva, quindi applausi fragorosi ai vescovi.
Verrebbe da pensare, inoltre, che tali ricorrenti levate di scudi mascherino la totale assenza di argomenti dei soloni della sinistra.
Non potendo confrontarsi seriamente, preferiscono denigrare l’avversario. E’ lo stile progressista radical-chic: individuare un nemico su cui scaricare i mali del mondo. In questo caso la Chiesa, in altri frangenti l’Occidente, gli Stati Uniti o Israele.
L’ennesima conferma di un impianto culturale ingessato che non si confronta con la contingenza storica.  

Venezia, 29 marzo ‘07

Il sottosegretario agli affari esteri
Andrea Bonesso