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Il sangue dei cristiani grida e svela i misfatti degli islamisti

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…I martiri cristiani sono coloro che, davanti alla possibilità di una morte violenta o ingiusta, non rinnegano la loro fede, seguendo così fino in fondo il loro Signore Gesù.
I cristiani, infatti, adorano il Dio della vita, non sono idolatri della vita stessa…

E´ trascorso quasi un mese dal barbaro assassinio, avvenuto in Iraq nella città di Mossul, di padre Raghed Ganni e di tre diaconi. Un commando di terroristi islamisti costringe i quattro a dichiararsi musulmani, essi si rifiutano in modo categorico e vengono freddati sul posto con scariche di pallottole. Questo appena descritto è soltanto l’ultimo di una serie di episodi che ha coinvolto cristiani residenti in tutta l’area del vicino Oriente. Si tratta di martiri, nell’accezione cristiana più autentica di "testimone della fede".
I martiri cristiani sono coloro che, davanti alla possibilità di una morte violenta o ingiusta, non rinnegano la loro fede, seguendo così fino in fondo il loro Signore Gesù.
I cristiani, infatti, adorano il Dio della vita, non sono idolatri della vita stessa.
E´ appena il caso di ricordare ai distratti di turno che il martirio è la rinuncia alla vita in nome di valori ritenuti assoluti e fondanti quali fede, verità, amore, libertà e giustizia. Per questa ragione, nella tradizione cristiana, il giorno della morte di un martire è sempre stato considerato come il dies natalis, il giorno della vera nascita.
Il senso cristiano del martirio è agli antipodi di quello proposto dagli islamisti, superficiali interpreti del Corano e dei detti di Maometto. I terroristi identificano il martire con l’attentatore suicida che, facendosi esplodere, causa il maggior numero possibile di vittime innocenti al grido, che è bestemmia, di "Allah è grande".
Davanti alla montante marea islamista è doveroso far memoria di tutti i credenti in Cristo che, in ogni angolo del globo ma soprattutto nella regione del Corno d’Africa, hanno opposto resistenza pacifica non violenta alla furia omicida islamista; fino al sacrificio della propria vita per difendere fede, valori e libertà di religione, primo ed intoccabile diritto di ogni essere umano.
Questi fulgidi esempi di coerenza siano modello per le troppe tiepide comunità cristiane, ricordando il monito di Tertulliano, scrittore del III sec. d.C., per il quale "sanguis martyrum semen Christianorum", il sangue dei martiri è seme di altri cristiani.
Per questo motivo il Veneto Serenissimo Governo, in quanto erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica porge l’invito a sua Santità, Benedetto XVI, a considerare la possibilità di riconoscere ufficialmente tutti i martiri cristiani che, a prezzo della loro esistenza, hanno testimoniato fino in fondo la fedeltà al Vangelo.
Padre Ganni si domandava, qualche giorno prima di essere assassinato, quale futuro ci fosse per la Chiesa in Iraq. Ebbene, dopo la sua esecuzione, il consiglio degli ulema sunniti ("eruditi", guide delle comunità) in un comunicato ufficiale non ha trovato di meglio da fare che accusare del delitto le "forze di occupazione ed il governo", senza alcuna forma di autocritica o riflessione sulla non-violenza.
Pertanto, in considerazione dell’evolversi dello scenario internazionale, il Veneto Serenissimo Governo ribadisce la necessità di un riconoscimento pubblico di tutti i martiri cristiani, veri modelli di fedeltà evangelica e testimoni di valori universali, sulla scia di

Marcantonio Bragadin e degli altri Veneti Eroi di ogni tempo.    

 Venezia, 26 giugno `07

 Per il Veneto Serenissimo Governo
Il sottosegretario agli affari esteri
Responsabile per il corno d’Africa ed il vicino Oriente
Andrea Bonesso