Comunicati Ufficio Affari Esteri

Le olimpiadi e il loro significato "politico"

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Chi partecipò all’edizione del ’36 appoggiò la delirante politica nazista, parimenti nel 1968 si finì con giustificare la cruenta repressione con cui la polizia messicana pose fine, il 12 ottobre di quell’anno a pochi giorni dall’inizio dei giochi, alle manifestazioni studentesche, causando centinaia di morti nella celebre Piazza delle tre culture nella capitale. Senza dimenticare il boicottaggio statunitense del 1980, dopo l’invasione sovietica dell’Afganistan e la successiva risposta del blocco comunista quattro anni dopo.

Un esile filo nero collega i giochi olimpici di Berlino, Città del Messico, Mosca e Los Angeles, rispettivamente nel 1936, 1968, 1980 e 1984, a quelli in programma in Cina nel prossimo mese di agosto; si tratta del loro esplicito significato politico.
Chi partecipò all’edizione del ’36 appoggiò la delirante politica nazista, parimenti nel 1968 si finì con giustificare la cruenta repressione con cui la polizia messicana pose fine, il 12 ottobre di quell’anno a pochi giorni dall’inizio dei giochi, alle manifestazioni studentesche, causando centinaia di morti nella celebre Piazza delle tre culture nella capitale. Senza dimenticare il boicottaggio statunitense del 1980, dopo l’invasione sovietica dell’Afganistan e la successiva risposta del blocco comunista quattro anni dopo.
Vi sono momenti nella storia in cui non prendere le distanze significa appoggiare esplicitamente le scelte sia che si tratti di singoli o di gruppi e anche a livello di stati.
Ora, chiunque abbia assistito alla violenta repressione cinese nei confronti delle legittime istanze della popolazione tibetana, sottoposta da decenni a soprusi e vere e proprie persecuzioni, non può ignorare le responsabilità del regime di Pechino nell’aver versato sangue innocente.
Quello stesso regime liberticida soffoca sistematicamente il diritto all’autodeterminazione dei popoli, in Tibet come nella regione occidentale dello Xinjiang, si macchia ogni giorno di gravissime violazioni dei diritti umani fondamentali, quali libertà di pensiero, espressione e religione e sottopone i lavoratori ad un costante sfruttamento senza regole.
Senza dimenticare i famigerati “laogai”, i campi per la “rieducazione” del dissidenti, autentici lager, in cui si muore di fame, stenti o per le percosse subite.
Ricordiamo ai vari opinion makers e ai numerosi atleti, giustamente indignati per la dura repressione birmana dello scorso anno e clamorosamente silenti oggi, che il colosso cinese dai piedi d’argilla si comporta nello stesso modo.
Rammentiamo agli opportunisti di ogni risma, interessati solamente ai contratti con gli sponsor, che la partecipazione o il sostegno alla prossima edizione dei giochi olimpici li colloca nel solco di quanti hanno ha appoggiato il terzo Reich e i massacri di Città del Messico o di chi si congeda dall’arma dei carabinieri qualche giorno prima dell’inizio delle gare per poter prendervi parte (atleta italiano nel 1980).
Pertanto, per le ragioni esposte, il Veneto Serenissimo Governo, in quanto erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, ingiunge ai veneti atleti di boicottare le olimpiadi 2008.
E’ appena il caso di evidenziare che la rappresentativa italiana a Mosca 1980, senza bandiera e inno, era composta soltanto da alcuni atleti, poiché a quelli appartenenti ai vari corpi militari fu impedita la partecipazione.
Venezia, 25 marzo ’08
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il responsabile Dip. Gioventù e Sport
Andrea Bonesso