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La scuola italiana alla deriva

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…É dai tempi della riforma Gentile che non viene attuata una modifica completa di tutto il sistema scolastico ( a quanto pare lo scopo della scuola è rimasto lo stesso dal fascismo) con la conseguenza che i vari cambiamenti continuano ad accumularsi riducendo la scuola ad una ridicola imitazione di un luogo in cui dovrebbero esser formate le generazioni future…


Siamo alle solite; il ministro di turno spinto da esigenze economiche riforma una componente della scuola e la casta degli insegnanti, sostenuta dall’opposizione, insorge. Come sempre ci vanno di mezzo quelli che dovrebbero essere difesi da entrambi: gli studenti.
Nello specifico, il ministro Gelmini tentando di arginare i danni causati dai tagli degli ultimi anni e in nome della modernizzazione, ha riformato la scuola superiore eliminando alcune materie e riducendo drasticamente il numero di indirizzi.
Senza entrare nello specifico della riforma (che può anche avere alcuni punti positivi), quello che è sbagliato è il metodo; ed è sbagliato almeno sotto due punti di vista.
Il primo è che la scuola non è affare suo; ma deve essere gestita dalle varie comunità (anche secondo la costituzione italiana, essendo di competenza regionale) e inoltre, l’istruzione è un aspetto della società talmente importante che non può essere ridotto alle decisioni di “gabinetto” di un ministro; ma deve essere frutto di un dibattito dialettico tra tutte le parti in gioco: studenti, insegnanti e rappresentanti del popolo (che paga la scuola).
Il secondo errore è tipico del sistema scolastico italiano, che probabilmente non è pensato per funzionare, e cioè non è una riforma; ma una riforma della riforma. É dai tempi della riforma Gentile che non viene attuata una modifica completa di tutto il sistema scolastico ( a quanto pare lo scopo della scuola è rimasto lo stesso dal fascismo) con la conseguenza che i vari cambiamenti continuano ad accumularsi riducendo la scuola ad una ridicola imitazione di un luogo in cui dovrebbero esser formate le generazioni future.
Una parte della responsabilità ricade anche sulla casta professori. Essi oltre ad essere complici dell’etnocidio culturale nei confronti dei popoli dello stato italiano; sono colpevoli opporsi ad ogni riforma per difendere tutti i privilegi acquisiti dimenticando la loro vera funzione: insegnare. Si va dai baroni universitari ai libri di testo venduti a cifre spropositate quando potrebbero essere distribuiti gratuitamente in formato digitale aiutando numerose famiglie.
Sono un esempio anche i presidi che sprecano soldi in tornelli, badge e SMS (intaccando la fiducia esistente tra genitori e figli) vantando una modernità che invece andrebbe valutata sulla base di computer, laboratori e metodi di insegnamento.
Questa è la scuola italiana.
Questa è la scuola che non vogliamo, dalla quale dobbiamo partire con un dibattito a tutti i livelli per costruire assieme la futura scuola Veneta.
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, invita tutte le componenti dell’universo scolastico a riunirsi per discutere un nuovo modello di istruzione Veneta per garantire alle prossime generazioni un futuro di libertà ed autodeterminazione.
Longarone, 11 febbraio 2010

Ministro Consigliere Dipartimento Scolastico
Mario Bonamigo