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Il cigno nero

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Ad affermare che esiste una crisi economica non sono solo i “catastrofisti ” del Veneto Serenissimo Governo, i quali da oltre un decennio sostengono che la crisi economica-politica-sociale che ha investito il mondo occidentale non è né ciclica né endemica ma strutturale e priva di alternative, ma anche l’Associazione bancaria italiana con il suo presidente Antonio Patuelli e la Banca d’Italia con il governatore Ignazio Visco lo hanno ribadito all’assemblea annuale dell’associazione.

Non sono le alchimie della UE e del presidente della BCE Mario Draghi a fermare la crisi, ma l’hanno solo diluita, ritardando l’implosione dell’Europa, immettendo “carta igienica” invece di carta moneta con copertura economica; nel contempo rastrellando i risparmi dei lavoratori, principalmente del sud Europa. Questo ha portato al disastro attuale, chi ne ha subito i colpi maggiori sono soprattutto piccole e medie industrie, artigianato, mondo agricolo, risparmiatori del nord “Italia” produttivo, e lavoratori dipendenti.

Noi crediamo che sia evidente, anche ai più sprovveduti, che non esiste nessuna riforma in grado di arrestare la corsa verso il precipizio. Non è sufficiente, come sostengono i nuovi fenomeni Salvini, Di Maio, Tria, eliminare le pensioni d’oro, i vitalizi parlamentari, dare il reddito di cittadinanza, introdurre la flat-tax, chiudere i porti, nuova legge sulla legittima difesa. Discorso a parte per il ministro Tria, quando afferma che l’economia è ancora buona: siamo al limite tra essere dissociati o bipolari.

La crisi dipende da una caduta verticale di tutto quanto ha permesso ai “pescicani” occidentali di depauperare il mondo conosciuto. I “pescicani” non sono più in grado di soddisfare le necessità basilari della loro guardia pretoriana: burocrazia, forze armate, forze dell’ordine, piccola e media borghesia parassitaria.

A fronte di questa imminente catastrofe dobbiamo reagire e preparare la nostra rinascita:

1) Nessuna collaborazione con gli affamatori, ritiro di tutti i nostri risparmi variamente depositati da banche e istituti finanziari;

2) Non utilizzo di carte di credito o assegni per qualsiasi pagamento;

3) Acquisto di terreni e immobili; i soldi indispensabili alla vita quotidiana siano tenuti “sotto il materasso”, oppure ci si organizzi con strutture al di fuori dei circuiti ufficiali;

4) Nel limite del possibile acquistare prodotti di ogni tipo a Km 0, possibilmente unendosi con altri consumatori;

5) Associarsi con amici e/o conoscenti per gestire e far produrre appezzamenti di terra e allevare animali domestici;

6) Costruire laboratori di varia natura legati alle necessità delle popolazioni del territorio.

Queste sono le indicazioni che il Veneto Serenissimo Governo si sente di suggerire (ricordatevi di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza) alle nostre genti, per cercare di ammortizzare gli effetti dell’implosione dell’Italia e dell’Europa.

Ovviamente tutto ciò, se fatto in maniera intelligente e con buon senso permetterà di creare le premesse per attuare il piano per la rinascita economica del Veneto (piano Guardiola) libero e indipendente.

Basta piangere a disastro avvenuto, bisogna reagire con vigore e determinazione, adesso.

Non dobbiamo aspettare sulla riva del fiume il passaggio del “cigno nero”, fatto di gravità catastrofica, choc straordinario, bisogna impedire che esso distrugga la nostra terra.

Longarone-Venezia 13 luglio 2018

per il Veneto Serenissimo Governo

il responsabile economico

Valerio Serraglia