Comunicati Spirito Veneto

Italia 1861-2004: 138 anni di fallimenti continui

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Bisogna aver il coraggio civile di dire BASTA!

Il Veneto Serenissimo Governo ritenendo fondamentale l’aspetto economico per il futuro del nostro Veneto, si è occupato di sviluppo, etica economica ecc., con numerosi articoli apparsi sul nostro giornale "SPIRITO VENETO", che approfondivano questi temi facendo precise proposte, osservazioni, dando consigli e indicazioni. Mettendo in guardia il nostro Popolo dal non farsi ancora una volta abbindolare dalla casta di regime al potere nel nostro Veneto: partiti, sindacati, burocrati, confindustria, diretti rappresentanti del potere central-nazionalista romano. Portatori delle loro false promesse di sviluppo il cui vero ed unico fine è depredare, distruggere il tessuto sociale, economico, civile della nostra Veneta Patria per meglio garantirsi il loro potere. Nelle settimane scorse questo stato artificiale è stato scosso duramente da tremendi scandali finanziari, e alcuni purtroppo stanno arrivando tra la disperazione di migliaia e migliaia di risparmiatori e lavoratori. A questo si aggiunge l’agonia inarrestabile del sistema economico produttivo con la perdita ulteriore di posti di lavoro non più recuperabili. Questa disfatta è il prologo definitivo di uno stato artificiale nato nella più totale illegalità e per mano straniera che in 138 anni di precaria esistenza ha lasciato una scia infinita di ruberie, parassitismo, incapacità, ingiustizie, devastazioni ambientali, morali, civili ecc.. Il regime intuendo l’imminente crollo economico e politico ha prontamente orchestrato una campagna di esasperato nazionalismo dando tutte le colpe della sfavorevole congiuntura a fattori esterni trovando così ulteriori appigli per una nuova stretta centralistica in nome dell’unità, della solidarietà "nazionale" in questo momento di crisi. Purtroppo per tutti i Patrioti che lottano per la libertà e il rispetto delle identità storiche un ulteriore brutto colpo, a puntellare con tutte le forze il "sistema italia" è corsa in aiuto una forza politica che si diceva federalista, autonomista, indipendentista ecc.. In questa drammatica situazione il nostro Veneto, assoggettato attraverso l’inganno e con la truffa all’italia, e il fattivo e continuo sostegno di intere generazioni di lacchè veneti sempre supini nel servire il padrone romano, sta pagando conseguenze gravissime che diventeranno drammatiche nei prossimi anni a discapito delle nuove generazioni e di tutta la collettività Veneta. La gloriosa azione del 9 maggio, i reiterati inviti e scritti fatti dal V.S.G. volti a cambiare rotta finché si era in tempo, sono finiti nel nulla ancora una volta tra la derisione e il compatimento della cricca al potere nel nostro Veneto il cui odio verso la V.S.R. e i suoi illuminati insegnamenti non trovano eguali. Il terribile risultato è che oggi gennaio 2004 ci troviamo completamente circondati (vedi "resa dei conti" sul numero di gennaio 2003 di Spirito Veneto) e schiacciati da economie esterne e giovani, sempre più aggressive e dinamiche, e al nostro interno con un "sistema italia, " la cui "classe dirigente" priva di ogni credibilità da ambo gli schieramenti la cui matrice culturale predominante si rifà a ideologie criminali e plurifallite come la storia ha ampiamente dimostrato, vive alla giornata con inutili polemiche cercando il consenso elettorale attraverso clientelismo, lavori parassitari, appalti che portano corruzione e illegalità di ogni sorta a danno di chi lavora onestamente e si deve confrontare con le dure leggi di mercato. Alle immani sfide sopraccennate, la classe al potere politico, sindacale, burocratico e imprenditoriale, risponde; o con velleitari quanto irritanti proclami ultra-central-nazionalisti con relative parole d’ordine come "fare mischia", "dobbiamo stare uniti e fare sistema", "fiducia nella ripresa", "il paese è sano", "sviluppo" e via delirando. Oppure con sconclusionate "ricette economiche" sul tipo "la finanza creativa" "la cartolarizazione" il voler ripristinare i dazi doganali, la nazionalizzazione, gli aiuti alle imprese in crisi con più di mille dipendenti, e quelle con meno di mille dipendenti cosa ne facciamo?! Condoni di ogni sorta "infrastrutture" e opere pubbliche (noi diciamo come V.S.G. meno cemento più ricerca) pasticci come l’articolo 18 o la grottesca sceneggiata della riforma delle pensioni ecc.. Un quadro a dir poco desolante, si brancola nel buio più pesto. E pensare che queste sfide decisive per il futuro del nostro Veneto erano facilmente prevedibili, e queste "minacce economiche" sono arrivare in maniera graduale e si aveva tutto il tempo necessario per correre ai ripari. Un dato per tutti: la Cina che in questo momento è "la bestia nera" per moltissimi falsi liberisti, politici, imprenditori. Basta aver un po’ di elementare memoria storica per ricordare che il leader cinese Den Xiao Ping con le sue riforme introdotte sul finire degli anni 70 volte a modernizzare e liberalizzare l’economia cinese, avrebbero negli anni seguenti profondamente inciso l’economia mondiale. La casta italoveneta al potere invece di attrezzarsi con studi, innovazioni, brevetti, nuovi modi di produrre e trasportare, ridare dignità al lavoro tecnico manuale ecc., per dirla in breve, creare una società economica che seguiva e traeva spunti decisivi dall’immenso bacino della storia della V.S.R., ha invece preferito continuare a dar retta a tromboni romani di ogni sorta e colore e lavorare attraverso prebende, svalutazioni monetarie continue, rubando e copiando marchi e brevetti altrui, (l’italia, oggi 2004, è tra i primi paesi al mondo nella contraffazione) potendo contare sull’impunità di fatto della legge italiana, mettendo cosi in difficoltà imprenditori seri e qualificati. Tutto questo non bastava ancora, avanti tutta con la devastazione più oscena del nostro territorio, capannoni, capannoncini, centri servizi, zone e zonette industriali una per comune fatte solo allo scopo di lottizzare e riempire le tasche ai cialtroni di turno, con gravissimo danno all’agricoltura e turismo. Periferie sterminate tirate su senza il più elementare criterio economico e paesaggistico, che adesso si sono riempite di immigrati fatti arrivare apposta da ogni parte del globo a dismisura ben oltre le reali esigenze lavorative, al fine di innescare tensioni razziali con la popolazione indigena e devastare il tessuto sociale sfruttando tutto questo a fini politici ed economici, chi invocava l’accoglienza, chi chiedeva misure dure contro questi sventurati e altri per sfruttarli in attività decotte o marginali o con il lavoro nero.  Basti pensare che ancora in questi giorni il "gotha" imprenditoriale "Veneto" in questa fase sempre più acuta di crisi, chiede l’arrivo di altri immigrati extracomunitari (l’importante è che non siano Veneti che chiedono di tornare nella loro Patria Marciana). Di fronte a tanta miseria umana imprenditoriale e di disprezzo per la propria terra non ci sono parole. Gli imprenditori onesti capaci come abbiamo detto più volte debbono rompere gli indugi non c’è più tempo, e schierarsi subito dalla parte della storia Veneta e del V.S.G. che la rappresenta e ne garantisce la continuità, sono in gioco oltre alle vostre attività la nostra stessa esistenza economica e sociale. Gli imprenditori Veneti di tutti i settori sotto la guida del V.S.G. si devono costituire in nuove associazioni di ispirazione Marciana, allontanandosi nella maniera più totale dall’attuale sistema politico, sindacale, imprenditoriale italiano. Dopo aver fatto questo si dovrà seguire alla lettera i grandiosi insegnamenti che la gloriosa e plurimill
enaria storia della nostra V.S.R. ci ha lasciato in eredità, assumendo quella dignità Marciana che da troppo tempo manca nei Veneti dove coraggio, onestà, senso civico, rettitudine morale, dovere, etica, ritornino ad essere protagonisti. Non vi può essere futuro per chi violenta, per il proprio tornaconto, i pubblici interessi, l’ambiente in cui tutti noi viviamo, questo è il primo insegnamento della nostra storia. Il Veneto Serenissimo Governo in tanti anni ha dato prove di abnegazione oltre ogni limite in difesa della nostra patria Veneta, con questo scritto chiama ancora una volta tutti i Veneti a fare il proprio dovere di uomini, non servi di roma, che vogliono essere attori nella difesa del proprio lavoro e della nostra amata terra Marciana.