Comunicati Ufficio Affari Esteri

Viktor Yushenko

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Il VSG prende una chiara posizione all’indomani delle elezioni ucraine del 2004.

Yushenko è colui che per le cosiddette elezioni “democratiche” è il nuovo presidente ucraino, è questo il responso delle urne il 26 dicembre ’04 in Ucraina. Il risultato di queste elezioni suppletive appariva sempre più scontato man mano che tutta l’UE con i propri leader e i circoli più reazionari d’Europa appoggiavano il cosiddetto candidato filo occidentale. Ma chi è in realtà Yushenko? Le sue origini sono chiare e tipiche di taluni settori della società europea, la sua vicinanza agli ultranazionalisti ucraini non è un segreto, ma in questo periodo non si è mai parlato dei suoi contatti con alcuni gruppi antisemiti che sostengono che l’unico modo per avvicinare l’Ucraina ai modelli occidentali di democrazia è “Scacciare tutti gli ebrei dal nostro paese”. Allora è proprio questo il liberale Yushenko appoggiato dalle democrazie europee? Cosa ci si poteva aspettare dall’UE, se non altra prova di antisemitismo? 
Questa elezione di Yushenko va inserita nel quadro attuato da parte dall’antisemita Unione Europea di perpetrare una politica di egemonia,  che parte dal 1991 con la caduta dell’URSS. Questa politica di supremazia è tesa contro le comunità europee ortodosse (slavi), uno degli esempi più lampanti è quando nel 1999 l’UE fu uno dei fautori della guerra in Kosovo appoggiandosi ad il terrorismo islamico dell’UCK (responsabile di stragi fra le popolazioni serbe inermi); e contro Stato d’Israele con l’appoggio dato da vari Stati Europei (Francia in primis) ai vari terroristi europei in medio oriente. Già nel 2003 la Commissione Europea in uno slancio di antisemitismo aveva commissionato un sondaggio in cui nelle conclusioni evidenziava che lo Stato d’Israele è pericoloso per la pace mondiale.
La saldatura tra l’UE e il terrorismo islamico è ormai un dato di fatto, e questa alleanza va combattuta dai Popoli che si vogliono riappropriare delle proprie radici ebraico-cristiane.
L’UE nel tentativo di uscire dalla propria crisi si è infilata in un tunnel senza uscita. Il compito dei Popoli del nostro continente e del bacino del Mediterraneo è di fermare la deriva dell’Europa, creando le premesse per costruire una pace rispettosa dei diritti dei singoli Popoli.