Comunicati Vento del Leone

Altra lezione della nostra Veneta Serenissima Repubblica

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Le drammatiche notizie sugli incendi boschivi in Grecia e Croazia hanno in parte oscurato la ben più grave situazione italiana dove da mesi, criminali incendiari vanno avanti senza tregua nel loro infernale agire. Decine e decine di migliaia di ettari di boschi e di macchia mediterranea andati in fumo, a causa di questi incendi interi abitati e luoghi turistici sono stati evacuati e centinaia di persone sono rimaste coinvolte con morti, ustionati e intossicati, per non parlare della fauna sterminata…

Di fronte a questa spaventosa catastrofe che per numero di focolai non ha eguali in Europa si sentono i soliti bla bla… e le solite frasi di circostanza da parte dei governanti romani interessati solo ai loro partitini e alle ormai rivoltanti e ridicole polemiche estive che i media ingigantiscono a dismisura. Questa terribile ferita ambientale che si ripete ogni anno in proporzioni sempre più grandi dimostra ancora una volta che questo stato artificiale è lo stesso che in passato non ha esitato a colpire e distruggere senza pietà per i suoi illegali interessi i legittimi stati preunitari con i loro patrimoni di cultura e valori. Oggi 2007 permettere scempi di tale portata, ben sapendo che la salvaguardia dell’ambiente è diventato bene strategico per ogni paese che vuol dare un futuro al proprio popolo, ha qualcosa di satanico. Ogni uomo libero e onesto Veneto e non si deve augurare che quest’anomalia storica chiamata repubblica italiana cessi quanto prima la sua miserabile esistenza per il bene di tutti.
Questi gravi fatti ci danno anche lo spunto per ricordare brevemente a tutti Veneti come la nostra gloriosa e amata Veneta Serenissima Repubblica tenesse già secoli orsono in considerazione l’ambiente. In anticipo coi tempi rispetto agli altri stati aveva già capito che era fondamentale per garantire il futuro preservare i boschi l’acqua e l’aria. La prima legge organica in materia risale al gennaio 1476 e ne seguirono altre. Gli incendi per esempio provocati con l’intento di aprire nuovi spazi all’agricoltura o per insediamenti produttivi erano da sempre proibiti in maniera assoluta con bandi da parte della massima autorità Marciana: il Serenissimo principe faceva sapere che oltre a comminare pene pecuniarie si passava sotto la giurisdizione criminale.Tutto era minuziosamente regolamentata con descrittivi delle superfici catastali, i tipi di piante con tanto di bollo di San Marco, visite di controllo da parte delle autorità preposte a disciplinare l’uso del bosco e garantirne la conservazione e salvaguardia.Quest’occhiuta sorveglianza provocava qualche volta malumori da parte delle comunità locali che si vedevano bloccare parzialmente le loro principali attività di pastorizia, agricoltura, selvicoltura non controllata, carbone da legna, fosse da calcina ecc…, ma nel contempo garantiva il futuro a queste genti. Lo si vedrà dopo il “tremendo zorno” del 12 maggio 1797 con le testimonianze di amore e rimpianto per il leone di San Marco nelle zone dell’alto Veneto del Friuli e della Carnia. Le foreste e boschi erano privati, di enti o comunità, o di proprietà della Veneta Serenissima Repubblica, in questo caso il bosco si chiamava di San Marco: basti pensare ai boschi dell’Istria e Montona tra cui quello denominato “bellissimo zogiello” (gioiello), alla foresta del Cansiglio e al bosco del Montello che era anche chiamato “presidio per la nostra libertà” perché forniva legno di quercia al Veneto Arsenal. Spesso le comunità montane donavano alla Serenissima i loro boschi non come segno di sottomissione ma di riconoscenza verso un’autorità giusta, leale e onesta che dava prova di questa sua lungimiranza anche nella raccolta e vendita del legno da ardere e del carbone di legna affinché con precise disposizioni d legge non mancasse mai e non ci fossero speculazioni a danno dei meno abbienti.
Si potrebbe continuare quasi all’infinito nell’elencare tutte le normative per la rotazione dei boschi, gli anni che dovevano passare tra un taglio e l’altro, tutti i divieti per l’uso dei pascoli, i trasporti del legname, i depositi, le sanzioni pecuniarie e penali ecc… Queste poche pagine devono far capire a tutti i Veneti quale straordinaria esperienza storica in ogni campo del vivere la nostra amata Veneta Serenissima Repubblica ci ha lasciato in eredità. Purtroppo la sciagurata occupazione giacobina savoiarda italiana del nostro Veneto ha cancellato dalla memoria collettiva tutto questo sovrapponendovi invereconde falsità che da oltre 140 anni ammorbano la vita di tutti noi. Un ultima osservazione: nel febbraio del 1793 da Padova partiva una lettera indirizzata agli inquisitori dell’arsenal da parte del sovrintendente ai boschi della Padovana e Vicentina Carlo Antonio Dondi Orologio, il quale in breve diceva che le guardie del “Serenissimo Principe” che controllavano i boschi, al contrario di quelle private, non hanno insegne di riconoscimento e spesso non sono riconosciute e non sempre rispettate. Allora suggeriva “Di fregiare queste guardie con il San Marco in petto che servirebbe e di maggiore stimolo per l’individuo che si terrebbe glorioso di quel contrassegno di distinzione e di maggior rispetto e considerazione degli altri verso di lui.”
Il contrassegno proposto era ovale con San Marco in moleca bianco in campo verde circondato dalla legenda: REG ARS (regio arsenale) GUARDIA BOSCHI.
Dobbiamo sentirci orgogliosi di appartenere al glorioso millenario vessillo Marciano sostenendo con sempre maggior impegno la sacrosanta lotta per la libertà del nostro Veneto che il Veneto Serenissimo Governo senza risparmio sta portando avanti
Referendum subito
W la Veneta Serenissima Repubblica

W il Veneto Serenissimo Governo