Comunicati Rassegna Stampa

IL VENETO LIBERO E' A LONGARONE

image_pdfimage_print
 …Longarone capitale Serenissima. «È una città martire – spiega Serraglia – non dimentichiamo i 2000 morti del Vajont». «Un crimine commesso dagli occupanti italiani – chiosa Marco – ce ne sono stati altri, ma questo è il più evidente». «A Longarone stiamo cercando una sede ufficiale – continua il ministro -. A Venezia abbiamo già Palazzo Ducale, quando ci arriveremo, la sede di rappresentanza. E poi dovremo riottenere palazzo Venezia, a Roma»…

www.ilgazzettino.it

Martedì 17 Novembre 2009,
«Siamo italiani ma vorremmo essere tutt’altra cosa». Da Longarone, capitale della Veneta Serenissima Repubblica, parla Marco De Cesero, luogotenente per l’area dolomitica. L’appuntamento è davanti alla chiesa per le vittime del Vajont. Marco, 30 anni, serenissimo da cinque, è con il ministro degli interni Valerio Serraglia, 63 anni, edicolante di Bassano. Ci viene donata un’ampolla. Sigillata con timbro a ceralacca, contiene terra del Libero territorio veneto, un migliaio di metri quadrati in alta montagna, sopra Igne. «Così chi vuole può spargerla sul proprio giardino rendendolo simbolicamente "libero"» dicono. Partiamo subito con un distinguo nei confronti degli indagati di Treviso. «Siamo contrari alla "polisia" – esordisce Serraglia -. Li chiamo "i ragazzi della via Paal", sono degli ingenui». Serraglia è un fiume in piena. «Subiamo un’occupazione civile, ma non l’accettiamo. Paghiamo le tasse, anche le multe quando le prendiamo, e non abbiamo nessuna difficoltà se magistratura e polizia ci controllano. È da 18 mesi che abbiamo dichiarato il Libero territorio di Longarone e tutti si accorgono di noi solo ora, dopo l’inchiesta di Treviso…». Anche a Belluno la magistratura ha chiesto alla Digos di tenere d’occhio il movimento. «Nessun problema».
      Domenica il Serenissimo Governo con i suoi sette componenti si è riunito a Longarone, a casa De Cesero («nessuna parentela con l’ex sindaco»). All’ordine del giorno le prossime elezioni regionali. Decisioni top secret, al momento, ma che verranno comunicate a suo tempo ai candidati «se vogliono non il nostro sostegno ma la nostra neutralità». Il 20 gennaio, anniversario della costituzione del Governo, verrà presentato il programma per il prossimo anno.
      Longarone capitale Serenissima. «È una città martire – spiega Serraglia – non dimentichiamo i 2000 morti del Vajont». «Un crimine commesso dagli occupanti italiani – chiosa Marco – ce ne sono stati altri, ma questo è il più evidente». «A Longarone stiamo cercando una sede ufficiale – continua il ministro -. A Venezia abbiamo già Palazzo Ducale, quando ci arriveremo, la sede di rappresentanza. E poi dovremo riottenere palazzo Venezia, a Roma».
      Che cosa vogliono i Serenissimi? «Un Veneto indipendente. Stiamo raccogliendo le firme per rifare il referendum del 1866 che ha portato all’annessione all’Italia. Non è stato regolare, primo per i metodi pochi chiari con cui è stato condotto, secondo perché due giorni prima del 21 ottobre di quell’anno, Napoleone III aveva già detto al suo plenipotenziario di cedere il Veneto all’Italia». Pian piano, da Igne, saliamo lungo il sentiero che porta verso il bivacco Tovanella. «Il libero territorio (dichiarato il 20 luglio 2008) è a un’ora di cammino da qui – indica De Cesero – dietro questo colle, a Le-pol. Era della mia famiglia, di mio padre e prima ancora di mio nonno che lo utilizzavano per far legna di faggio. La donazione al Serenissimo Governo è un fatto più simbolico che reale dal punto di vista della proprietà». «Ce ne sono diversi di liberi territori – interviene Serraglia – altri anche nel Bellunese, in Cadore, dove i nostri argomenti sono molto sentiti». La Veneta Costituzione prevede anche l’esistenza di una Serenissima Armata. «Sì, ma solo quando sarà ricostituita la Serenissima Repubblica. Allora avremo tutto ciò che ha una nazione».
      "Basso profilo" sembra essere la parola d’ordine qui. «Siamo sotto un’occupazione civile – ripete Marco – sappiamo che non possiamo commettere errori, perché appena succede ti colpiscono». Ma la vita a Longarone scorre senza conflitti. Marco è anche guida della memoria sul Vajont e per 4 anni è stato vice presidente della Pro loco. Gioca a calcio nelle squadre locali. Ora è all’Ospitale, terza categoria. Fra i sogni dei Serenissimi c’è anche quello di giocare un torneo fra gli stati preunitari, il Regno delle Due Sicilie, la Repubblica di Genova, il Granducato di Toscana. «Ogni volta che organizziamo delle manifestazioni informiamo i carabinieri» dice. Come reagiscono i longaronesi al Governo Serenissimo? «In molti mi chiamano – dice Marco – chiedono il sito internet e altre informazioni. Alcuni vorrebbero anche iscriversi ma noi non siamo un partito». Al momento lui è il solo bellunese ufficialmente Serenissimo. «Perché sono l’unico ad avere una carica». A chi chiede, Marco mostra materiale e documenti. «Il mio compito è quello di sensibilizzare a riscoprire la cultura veneta che l’Italia ha cancellato. Sono ottimista. Vedo che si è riaccesa una piccola fiammella. A ogni elezione qualcuno mi chiede sempre di candidarmi, ma io dico di no, per coerenza. Dopo l’inchiesta di Treviso in molti erano preoccupati per me, ma io li ho tranquillizzati. Noi non c’entriamo niente con loro. C’è anche chi però, pur di non rischiare, e lo dico con un velo di tristezza, non beve più il caffè con me…».